Editoria, in arrivo 350 milioni di euro dalla Finanziaria 2022

Moles: «il Governo torna a investire nel settore colpito dalla crisi». Serve una riserva per la piccola editoria indipendente a supporto del lavoro giornalistico e della pluralità dell’informazione. 

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editoria elettronica sfoglio al pc

Soldi freschi in arrivo per l’editoria, realtà duramente colpita dalla crisi di settore e dal crollo degli investimenti pubblicitari. La Finanziaria 2022 approvata dal Consiglio dei ministri, dopo anni di magra, stanzia 350 milioni per il settore, fondamentale per assicurare l’informazione, la pluralità e la democrazia.

Il sostegno avverrà attraverso il nuovo Fondo straordinario per l’editoria che contiene una dote di 230 milioni per gli anni 2022 (90 milioni) e 2023 (140 milioni). I restanti 120 milioni riguardano la proroga del credito di imposta per l’acquisto della carta a vantaggio dei grandi editori. La manovra conferma anche la “App18”, ovvero il bonus per i diciottenni che comprende la possibilità di acquisto di abbonamenti a quotidiani e periodici anche in forma digitale.

Per il sottosegretario all’editoria, l’azzurro Giuseppe Moles, «con le nuove risorse si concretizza la realizzazionedella volontà del governo e mia in particolare di tornare ad investire sull’intero settore. I fondi andranno a sostenere in maniera determinante ed incisiva un settore fondamentale per la nostra democrazia».

«Ho deciso di istituire il fondo straordinario – prosegue il sottosegretario Moles – per supportare ed incentivarel’attività e gli investimenti delle imprese editoriali perché ritengo prioritario fornire loro tutti gli strumenti necessariper metterle nelle condizioni di rilanciarsi e guardare al futuro con maggiore serenità».

Il Fondo straordinario avrà una dotazione di 90 milioni di euro per l’anno 2022, che diventano 140 milioni per l’anno 2023, sperando che durante la discussione per l’approvazione del provvedimento si possano integrare ulteriormente.

Per quanto riguarda la ripartizione dei fondi le linee guida saranno stabilite – sentite anche le parti sociali – da un apposito decreto che definirà le scelte allocative delle risorse, da adottare entro il 31 marzo di ciascun anno del biennio. A questo proposito, è fondamentale che il governo stabilisca una riserva a favore esclusivamente della piccola editoria, quella che oggi è oggettivamente la più penalizzata e quella che consente l’assorbimento di gran parte dei giornalisti che vengono espulsi dalle aziende editoriali anche come forma di autoimprenditorialità oltre che fare entrare nel settore i giovani per assicurare il ricambio e l’arrivo di nuove competenze e professionalità, specie in ambito multimediale.

Per quanto concerne il credito di imposta sull’acquisto della carta in favore delle imprese editrici di quotidiani e di periodici, la legge di bilancio lo estende anche per gli anni 2022 e 2023, nella misura del 30% delle spese sostenute, rispettivamente negli anni 2021 e 2022, entro il limite di 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, (tetto di spesa). Il credito di spesa è fruibile esclusivamente in compensazione.

Dopo questo primo passo, Moles punta anche alla riforma della legge di settore per adeguarla alle mutate esigenze del settore e del Paese.

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