Biocarburanti sdoganati dal G7 sul clima e l’energia

Smentita la posizione della Commissione europea favorevole solo agli E-Fuel tedeschi. Pichetto Fratin: «ora confronto Ue». Scordamaglia: «volano per l’economia agricola».

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Il G7 di Sapporo in Giappone sul clima e l’energia s’impegna con decisione sulla strada della decarbonizzazione, senza però indicare date, dove l’Italia ha raccolto un notevole successo tecnico e, soprattutto, politico nei confronti della Commissione europea perché i ministri dei principali paesi industrializzati hanno indicato espressamente nelle conclusioni dell’incontro i biocarburanti come prodottineutrali” per aiutare la transizione del settore auto.

Peccato che solo poche settimane fa la proposta italiana di equiparare i biocarburanti agli E-Fuel proposti dalla Germania non sia stata accolta dalla Commissione europea ed in particolare dal suo vicepresidente, Frans Timmermans.

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«Credo che già da domani occorra far ripartire il dialogo con i paesi europei – afferma il ministro dell’Ambienteitaliano, Gilberto Pichetto Fratin – per arrivare con dati scientifici certi alle soluzioni migliori: i biocarburanti potranno sostituire benzina e diesel e mantenere viva l’industria dell’automobile italiana».

Di fatto, secondo Pichetto Fratin, la battaglia che il governo italiano ha condotto in Europa e che ha visto impegnati anche i ministri Salvini e Urso trova risconto «negli obiettivi internazionali a tutela della filieradell’auto». Auto ma non solo: per Coldiretti è necessario riaprire il confronto e ricorda che «l’Italia è leadernella sperimentazione e produzione di sementi e tecnologie produttive che rendono la produzione di materia prima agricola per biocarburanti perfettamente sinergica, complementare e migliorativa della stessa produzione agricola realizzando un perfetto modello di economia circolare».

Solo poche settimane fa il governo italiano non era riuscito a far inserire i biocarburanti tra i combustibili neutrinel regolamento Ue che prevede lo stop dal 2035 per le auto nuove alimentate a benzina, diesel e gas. La commissione Ue ha invece autorizzato i carburanti sintetici, dei quali la Germania è la principale produttrice. Si tratta in tutti e due i casi di carburanti utilizzabili sostanzialmente con gli attuali motori con benefici effettiper l’abbattimento delle emissioni inquinanti, senza attendere una transizione elettrica tutta costruire, sia per sostituire i 350 milioni di veicoli circolanti in Europa che per creare l’infrastruttura di ricarica.

Il processo che porterà al 2035 non è ancora chiuso e la commissaria europea Kadri Simson ha affermato che il confronto tra i vari paesi prosegue anche per un’implementazione dell’accordo: «i biocarburanti sono un argomento che viene trattato ogni volta in cui si parla di nuove normative. I biocarburanti sono necessari e noi sosteniamo le iniziative a riguardo. La mia responsabilità è di sostenere i produttori di biocarburanti e il supporto della Commissione c’è ed è anche molto forte». Peccato che Simson non si sia fatta sentire solo poco settimane fa.

I ministri del G7 nelle conclusioni del vertice evidenziano per decarbonizzare il settore auto le «opportunità offerte dai combustibili sostenibili a emissioni zero, compresi i combustibili biologici e sintetici sostenibili». Una posizione salutata positivamente dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso: «è significativo che la posizione italiana sia stata pienamente condivisa dal G7, a dimostrazione che siamo sulla strada giusta. Sono certo che le ragioni della scienza e della tecnologia, le ragioni del buon senso, prevarranno presto anche in Europa».

Per il resto il vertice giapponese ha ribadito l’impegno ad «accelerare» l’abbandono dei combustibili fossili in tutti i settori, ma senza fissare scadenze così come ha unilateralmente fatto l’Unione europea. E molto osservatori hanno notato un alleggerimento del testo rispetto al passato.

Passi avanti sono stati invece fatti sul fronte della plastica: «siamo impegnati – è scritto nell’atto finale del vertice G7 – a porre fine all’inquinamento da plastica, con l’ambizione di ridurre a zero l’ulteriore inquinamento da plastica entro il 2040».

Incoraggiante anche la spinta sull’energia rinnovabile da fonte solare ed eolica con la programmazione di una maggiore produzione per 1.000 gigawatt su terra e di 150 gigawatt di eolico in mare entro la fine del decennio attuale. Un capitolo sul quale l’Italia farà la sua parte istallando – ha annunciato il ministro Pichetto70 gigawattdi rinnovabili nei prossimi sette anni.

Filiera Italia plaude all’inserimento dei biocarburanti come strumento importante nella decarbonizzazione del settore trasporti. «Come richiesto dal Governo italiano, la presa d’atto del G7 rende ora necessario riaprire anche in seno all’Unione europea la riflessione sui biocarburanti incomprensibilmente esclusi dalle nuove tecnologie “carbon neutral” a seguito dell’accordo tra Commissione europea e Germania che aveva previsto solo i carburanti sintetici in alternativa alle auto elettriche per ridurre le emissioni inquinanti – ha dichiarato Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia -. La Filiera agroalimentare italiana, forte sostenitrice dei biocarburanti, ha denunciato da subito l’assurda esclusione in sede UE dei biocarburanti che potrebbero invece rappresentare uno strumento importante nella strada verso l’obiettivo zero emissioni sostituendo progressivamente benzina e diesel senza distruggere l’industria automobilistica e della componentistica italiana, come avverrebbe invece con i soli motori elettrici».

Per il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, «l’Italia in particolare è leader nella sperimentazione e produzione di sementi e tecnologie produttive che rendono la produzione di materia prima agricola per biocarburanti perfettamente sinergica, complementare e migliorativa della stessa produzione agricolarealizzando un perfetto modello di economia circolare. Dalla valorizzazione dei reflui degli allevamenti con il biometano fino alla produzione di biomasse agricole non alimentari in terreni degradati ed inquinati con la coltivazione per alcuni anni di particolari varietà vegetali per biocarburanti che consente poi nuovamente la coltivazione di colture alimentari in quei terreni».

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