Erario in festa per il maggior gettito di 28 miliardi di tasse in più

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Erario in festa ricchezza in crescita

Erario in festa per un Natale con i fiocchi e controfiocchi grazie ai maggiori incassi nei primi 10 mesi 2023 che hanno portato ben 28 miliardi di maggiore gettito rispetto allo stesso periodo del 2022, pari ad una crescita del 4,4%.

Un maggior gettito impressionante, pari a 1,4 punti di Pil che, secondo l’Ufficio studi della Cgia, è destinato ad aumentare ancora. Con le scadenze fiscali di novembre e dicembre, è molto probabile che le maggiori entrate tributarie e contributive riferite al 2023 cresceranno ancora di parecchi miliardi.

Erario in festa non tanto per un rialzo della pressione fiscale, ma alla crescita dell’economia nazionale occorsa nel 2023, unitamente all’aumento dell’inflazione, l’incremento dell’occupazione e il rinnovo di alcuni contratti di lavoro. In questo scenario sicuramente positivo per l’Erario spicca una macchia, quei 2 miliardi di buco causato dal mancato gettito degli extraprofitti delle banche.

Erario in festa nel 2023: la pressione fiscale è destinata ad una leggerissima passata di lima, scendendo di 0,2 punti percentuali a quota 42,5% rispetto al 2022, facendo tornare l’Italia alla pressione fiscale ante Covid, che rimane un livello superiore alla media dei 27 paesi Ue, 40,6%, 2,7% in meno dell’Italia.

Ad assicurare maggiore gettito sono state l’Ires e l’Irpef che nei primi 10 mesi 2023 sono cresciute di più. Se la prima ha subito un incremento rispetto allo stesso arco temporale del 2022 del 15,7% (+4,3 miliardi di euro), la seconda, invece è salita dell’8,2% (+13,6 miliardi di euro). Tra le imposte indirette, invece, il gettito dell’Iva è aumentato dell’1,7% (+2,2 miliardi di euro).

Per il 2024 le novità fiscali, anche a livello normativo, sono molte. Per i lavoratori autonomi in regime forfettario con compensi superiori ai 25.000 euro sarà obbligatorio emettere la fattura elettronica; per le imprese verrà altresì abrogata l’ACE (Aiuto alla Crescita Economica), mentre è destinato a tornare in vigore il Concordato preventivo biennale.

Per i lavoratori dipendenti, invece, i “fringe benefits” saranno più “pesanti”, verrà confermata per un altro anno la riduzione del cuneo fiscale per i redditi inferiori a 35.000 euro (costo totale pari a 10 miliardi di euro) e le lavoratrici madri di almeno due figli con un contratto di lavoro a tempo indeterminato godranno dell’esonero contributivo al 100% sino al decimo anno di età del figlio più piccolo.

Per tutti i contribuenti è prevista la rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni Irpef che da quattro si ridurranno a tre, con l’unificazione dei primi due scaglioni di reddito (aliquota 23%), con un alleggerimento del carico fiscale in capo ai beneficiari pari a 4,2 miliardi di euro. Infine, è prevista una riduzione del canone Rai da 90 a 70 euro.

Alcune piccole tasse, però, sono destinate ad aumentare: dal 5% torna al 10% l’aliquota Iva relativa ai prodotti per l’igiene femminile (assorbenti, temponi, etc.) e per alcuni prodotti per l’infanzia (pannolini, latte in polvere, etc.). Sale dal 21% al 26% l’aliquota della cedolare secca sulle locazioni brevi (a partire dal secondo immobile locato) e, infine, sono destinate ad aumentare le accise sulle sigarette.

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