Terzo mandato per i governatori di regione: togliere il divieto?

I partiti hanno dimostrato di non valorizzare la crescita politica dei cittadini e il ricambio, oltre ad avere poca democrazia interna. Meglio mantenerlo per assicurare la doverosa rotazione.

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Mantenere o no il divieto che impedisce ai governatori delle regioni alla fine del secondo mandato di correre per un terzo mandato? Se lo chiedono sia i cittadini ma soprattutto alcuni leader di partito, ansiosi di non dovere affrontare cambi alla guida delle regioni che potrebbero aprire anche alla perdita del candidato presidente a favore di altri alleati, oltre che rischiare di aprire una scalata al proprio potere all’interno del partito.

Personaggi come Matteo Salvini, alfiere di una norma che superi l’attuale divieto, sono in fortissime ambasce, stretti anche dalla necessità di dovere fare quadrare i conti degli assetti interni con meno posti a disposizione da distribuire, visto che il decennio del salvinismo va a chiudersi con il crollo verticale dei consensi alla Lega fu Nord trasformatasi inopinatamente in Salvini premier. E in vista delle elezioni regionali ed europee le fibrillazioni sono al massimo livello.

Mentre Fratelli d’Italia è praticamente riuscita a scalzare dalla guida della regione Sardegna il governatore uscente leghista Solinas a favore di Truzzu, le cose sono particolarmente critiche sul fronte europeo, dove la Lega Salvini deve affrontare un calo verticale dei consensi: dal 34% delle europee del 2019 nel 2024 la media dei sondaggi l’attestano ben sotto il 10%, attorno al 7-8%. Il che, tradotto in seggi, significa che la pattuglia salviniana passera dai 29 eletti a meno di 10, con tanti che scalpitano per avere un posto al sole.

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Ma con pochipezzi da 90” del partito disponibili a scendere in lizza per trainare una Lega Salvini ormai a fine corsa, tanto più che Salvini ha chiesto a tutti gli eletti nazionali ed europei un contributo straordinario cospicuo – si parla di circa 30.000 euro ad eletto – che ben pochi hanno voglia di scucire tanto più in vista di un risultato decisamente insoddisfacente.

Tornando al si o no al terzo mandato, la stessa proposta di legge presentata dal deputato e segretario regionale del Veneto della Lega Salvini, Alberto Stefani, contiene la ripetizione del “trucchettogià contenuto nella legge che ha stabilito a suo tempo il divieto del terzo mandato: la norma che sposta il divieto dal secondo al terzo mandato si applicherà a partire dal mandato successivo, con il risultato che per i governatori al secondo giro di giostra – ma il veneto Zaia è già al terzopotranno fare complessivamente fino a 5 giri di giostraZaia 6. Il che probabilmente è contro le necessità della democrazia e del ricambio del personale politico al vertice delle varie istituzioni.

Tanto più che gli stessi partiti di impostazione leaderistica hanno dimenticato di svolgere l’esercizio principale di ogni forza politica, lo svolgimento dei congressi locali e nazionali, oltre a soffocare la crescita politica di persone capaci a favore di coloro che dimostrano maggiormente capacità di adulazione e di asservimento al leader.

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