Difesa europea, quale scenario dopo le dichiarazioni di Trump?

Da non sottovalutare l’invettiva del candidato e possibile futuro presidente Usa, che ripete quanto già detto da Obama: gli europei non contribuiscono abbastanza alla loro difesa Nato.

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difesa europea

Quale scenario di difesa europea potrebbe concretizzarsi se le invettive elettorali del candidato presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rivolte agli europei in fatto di difesa comune Nato dovessero realizzarsi? Di fatto Trump non fa che ribadire dal fronte repubblicano quanto aveva già detto sul fronte opposto l’allora presidente democratico Barak Obama, salvo finire in un nulla di fatto.

Nonostante il problema della difesa europea sia una questione tutt’altro che secondaria, a Bruxelles e nelle 27 capitali europee negli ultimi decenni si è fatto poco o nulla per attivare, oltre alla moneta unica e altre politiche comuni, ad un concreto piano di difesa comune, quella che da più parti si suole definire come esercito europeo.

Oggi, nell’Unione europea ci sono 27 diversi eserciti, con altrettanti centri di spesa e di organizzazione, spesso con sistemi d’arma differenti, con problemi ad assicurare pure i ricambi per la manutenzione straordinaria e ordinaria delle armi, come pure nella produzione del munizionamento. Ci sono 27 paesi che spendono, spesso tanto, ma sotto il livello minimo fissato dalla Nato del 2% del Pil nazionale, ma in modo non coordinato, finendo con generare molte inefficienze e diseconomie.

A livello di spesa, gli Stati Uniti sono il Paese che investe più di ogni altro nelle spese militari nel mondo, che nel 2022 ha raggiunto la somma record di 2.240 miliardi di dollari complessivi, che corrisponde ad una crescita del 3,7% in termini reali rispetto al 2021 secondo le stime diffuse dal Sipri di Stoccolma. In cifre, si tratta di un aumento di ben 127 miliardi in un anno.

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Secondo i dati diffusi dal Sipri, la spesa militare statunitense è aumentata dello 0,7%, raggiungendo gli 877 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti restano così di gran lunga al vertice della classifica, con il 39% della spesa militare globale (3 volte maggiore del Paese al secondo posto, la Cina). Pechino ha aumentato la propria spesa militare per il 28° anno consecutivo (+4,2% a 292 miliardi di dollari) raggiungendo il 13% della quota globale.

A causa del conflitto sul territorio ucraino iniziato con l’invasione decisa dalla Russia, si stima che la spesa militare di Mosca sia cresciuta del 9,2% nell’ultimo anno, raggiungendo gli 86,4 miliardi di dollari (terzo Stato al mondo). L’Ucraina è entrata per la prima volta nella top 15 (all’11° posto) a causa di un enorme aumento del 640% della propria spesa militare.

Nel 2022 la spesa militare per la difesa europea è aumentata del 13%, il più grande incremento annuale nella regione nel periodo successivo alla guerra fredda. La spesa totale di tutti i 30 membri della NATO ammonta a 1.232 miliardi di dollari nel 2022, pari al 55% del totale.

La classifica della spesa militare più alta vede il Regno Unito al quarto posto (59,2 mld), seguito da Arabia Saudita (57,5 mld), Germania (52,8 mld), Francia (52,7 mld), Giappone (49,1 mld) e Corsa del Sud (45,7 mld). L’Italia è undicesima, con una spesa pari a 28,9 miliardi di dollari, pari all’1,6% del Pil.

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