Chiusura sede Subaru Italia di Ala e trasferimento a Milano: i dipendenti si oppongono

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SUBARU protesta dipendenti Ala
SUBARU protesta dipendenti AlaProtesta in Consiglio provinciale: “schiaffo Subaru al Trentino”

Dopo aver radicato il suo successo in Italia e in gran parte dell’Europa centrale dalla storica sede di Ala nel basso Trentino, la nuova dirigenza giapponese della rappresentanza italiana del marchio reso noto dalle vetture a trazioni integrale ha deciso di punto in bianco di trasferirsi a Milano entro il prossimo 30 giugno, imponendo a tutte le 52 maestranze della sede trentina il trasferimento, pena il licenziamento. Un’alternativa secca, che ha fatto mobilitare i dipendenti, preoccupati circa il loro futuro occupazionale in un contesto che non offre molte alternative.

La scelta adottata dall’azienda trova riscontro in motivazioni di visibilità del marchio che nella realtà del capoluogo lombardo troverebbe secondo la dirigenza giapponese maggiore prestigio e riscontro. La decisione è stata presa dalla casa madre con l’ausilio di una consulenza strategica effettuata dalla Deloitte la quale ha reputato il sito trentino meno rappresentativo di una localizzazione nella periferia, spesso squallida e alienante, di Milano.

“Siamo infuriati – dice il rappresentante della FIOM, Michele Guarda – perché questa decisione non ha nessuna ragione di natura economica, non ha giustificazioni in un bilancio negativo ma semplicemente Tokyo ha deciso di trasferire la sede operativa da Ala a Milano senza nessuna motivazione plausibile e credibile”.

Nel tentativo di impedire il trasferimento dell’azienda che assicura all’erario provinciale un gettito di oltre 20 milioni di euro all’anno, si è mossa tutta la politica e i vertici della Confindustria locale per il tramite del suo presidente Paolo Mazzalai che ha incontrato il presidente di Subaru Italia, Toshili Kageyama, cui ha chiesto di revocare la decisione di trasferimento della sede.

I dipendenti di Subaru Italia, che hanno dichiarato una settimana di sciopero, sono stati ricevuti anche dal Consiglio provinciale di Trento che ha interrotto la seduta per incontrare i lavoratori in lotta. Le forze politiche presenti in Consiglio provinciale hanno messo da parte le divisioni facendo un muro unitario, per respingere lo “schiaffo” assestato da Subaru Italia al Trentino, con la decisione di annunciare il trasferimento a fine giugno dell’intera attività di Ala a Milano. Secondo Michele Guarda della segreteria Fiom Cgil provinciale “non c’è stato alcun confronto, all’improvviso la Subaru ha comunicato per lettera la decisione già presa, aggiungendo pure che gli addetti ritroveranno il loro posto a Milano, ragion per cui non ci saranno conseguenze occupazionali. E’ seguito uno sciopero compatto, ma per tutta risposta l’azienda ha comunicato la chiusura di Ala a tutte le concessionarie Subaru d’Italia. La prospettiva – ha spiegato il sindacalista – è peggiore del licenziamento, perché per i 43 dipendenti non ci saranno nemmeno gli ammortizzatori sociali. Per lo stabilimento di Ala (dove non si produce, ma si fa solo attività di gestione della distribuzione.) era stato appena realizzato un sottopasso stradale specificamente per soddisfare le esigenze dell’azienda a carico delle finanze provinciali. Il ringraziamento è il trasloco di tutta l’attività: ad Ala resterà solo il magazzino, con un paio di addetti”.