Posata la prima pietra della nuova Pedemontana veneta

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Una superstrada lunga 94 km che attraversa 36 comuni e 2 province per rilanciare lo sviluppo del Veneto

Il 10 novembre è una data che sarà ricordata a lungo nell’alto Veneto, nelle province di Treviso e di Vicenza, oltre che in 36 comuni oggi soffocati dal traffico ansimante in una viabilità inadeguata a sostenere le necessità della locomotiva veneta. La nuova superstrada della pedemontana si avvia a diventare una realtà con la posa della prima pietra, che potrà essere utilizzata entro sei anni al massimo (forse anche meno grazie agli incentivi presenti nel capitolato d’appalto a favore delle ditte esecutrici).

 

Nel cantiere base di Romano d’Ezzelino sono convenuti sindaci, presidenti di provincia e assessori, esponenti del Consiglio regionale e del mondo dell’economia. A fare gli onori di casa, il commissario straordinario dell’opera e amministratore delegato di Veneto Strade, Silvano Vernizzi: “il duplice valore di quest’opera va intesa sia come asse stradale di valenza locale, che va a servire tutta la fascia pedemontana vicentina e trevigiana, tra le più preziose e industrializzate d’Italia, sia come via di collegamento verso l’Est, inserita di fatto come parte nord del Corridoio V”.
Per il Commissario Vernizzi questa “è un’opera che cerca di impattare il meno possibile sul territorio, nascondendosi e non alterando il paesaggio, attraverso trincee e gallerie, sia naturali che artificiali, che diminuiscono sensibilmente la percettività dell’arteria stradale. I progettisti, infatti, non hanno potuto dimenticare che questa superstrada attraversa la terra che un tempo fu del Giorgione, di Jacopo da Ponte e del Canova, nonché, in tempi più recenti, di uno dei padri della riscoperta del paesaggio veneto, lo scrittore Andrea Zanzotto”.

Un’opera resa possibile grazie al dialogo con tutte le realtà interessate al progetto, che hanno dato il loro contributo alla sua realizzazione. Proprio sul rapporto positivo con gli enti locali e con i cittadini che hanno dovuto subire l’esproprio delle loro terre ha insistito l’assessore ai trasporti della regione Veneto, Renato Chisso: “oltre a Coldiretti, Confagricoltura e Cia, anche Anpa Veneto e Copagri hanno firmato l’accordo con la Regione e svolto una preziosa attività di collaborazione per rendere più agevoli e snelle le procedure di esproprio dei terreni sui quali, proprio oggi, iniziamo a realizzare la tanto attesa strada Pedemontana. Le organizzazioni agricole, nel difendere prioritariamente gli interessi dei loro associati, hanno contribuito, con grande senso di responsabilità, a stemperare tensioni e a trovare i punti di equilibrio, favorendo, da una parte, il riconoscimento di un giusto indennizzo agli imprenditori agricoli e dall’altra la realizzazione di una grande opera che porterà straordinari benefici e vantaggi all’intera comunità veneta”. Un cantiere che corona un sogno lungo oltre trent’anni: Per Chisso “con questa infrastruttura manteniamo uno degli impegni presi con i Veneti oltre 10 anni fa, recuperare il ritardo di oltre 30 anni di inattività, per dotare la Regione delle infrastrutture che servono al suo sviluppo e alla sua sicurezza. Il percorso del fare continua”. “Questa opera – ha aggiunto Chisso – appartiene a quell’insieme di iniziative che si sono tradotte nel Passante di Mestre, nel completamento della Conegliano – Pordenone, nell’avvio della terza corsia autostradale e nelle tante altre iniziative, più piccole, ma indispensabili per la sicurezza e la mobilità delle nostre Comunità”. Un’opera realizzabile mediante il ricorso alla finanza di progetto, che costituisce una soluzione concreta ai “tanti problemi infrastrutturali che costellano il Paese” ha sottolineato Chisso, evidenziando che il Veneto “punta ora sulla nuova variante della Valsugana e sul completamento a nord della Valdastico, due infrastrutture fondamentali per il nostro territorio per andare verso nord”.

Zaia - Chisso

Chi è più contento dell’apertura del cantiere della superstrada Pedemontana Veneta è stato il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, che ha dato il via ai lavori salendo a bordo di un’imponente ruspa nuova fiammante affondando simbolicamente la grande benna nel terreno tra un tripudio di applausi. Per Zaia “se potessimo fare da soli, disponendo delle tasse che già paghiamo, il Veneto sarebbe molto migliore di quello che è. La Superstrada della quale poniamo la prima pietra è, da questo punto di vista, esemplare. L’idea è vecchia di quasi quartant’anni, ma la realizzazione parte oggi, dopo quasi un quindicennio di ordinaria burocrazia, a dispetto della valenza internazionale del tracciato. Ricordo che il Veneto è l’incrocio tra il Corridoio I e il Corridoio V, ed è quindi qui che si fa l’Europa che serve e che ci piace”. Secondo il governatore veneto “la situazione odierna del nostro Paese ci dà la possibilità di essere un campo di prova per il futuro, dal punto di vista istituzionale e della coesione sociale. La Superstrada Pedemontana Veneta è una delle tante opere delle quali abbiamo bisogno per consolidare il nostro impegno allo sviluppo e il ruolo chiave in una economia internazionalizzata delle quale vogliamo essere protagonisti, forti della nostre capacità e del nostro storico ruolo di cerniera tra i popoli. Noi queste opere le vogliamo e dobbiamo fare, perché ragioniamo per le future generazioni, a partire da quelle di mitigazione del rischio idraulico del nostro territorio”.

Per realizzare le opere pubbliche servono soldi, tanti soldi: quelli che il Veneto non ha perché spremuto dalle tasse: “ci basterebbero in realtà gli euro delle nostre tasse. Ma facciamo parte di un sistema che si chiama Italia – ha ribadito Zaia – e dobbiamo concorrere con quote di solidarietà e sussidiarie a favore di quelli che hanno difficoltà a vivere, e che spesso sprecano. Allora per prima cosa eliminiamo gli sprechi. Poi costruiamo assieme le condizioni perché il nostro sistema sociale e imprenditoriale, e tutti coloro che vogliono fare la loro parte sul territorio e rimboccarsi le maniche, possano farlo per il bene comune. Noi siamo dalla loro parte e siamo stanchi di risposte da Roma che non arrivano”. Infine una stoccata ai cugini lombardi, il presidente Zaia la dà volentieri: “mentre in Lombardia si discute ancora di realizzare la BreBeMi, noi in Veneto si è partiti e consegneremo questa strada ai nostri cittadini entro sei anni al massimo”. Zaia, come l’assessore ai trasporti Chisso, ribadisce che “dopo la pedemontana è necessario realizzare anche la variante della Valsugana e il completamento della Valdastico verso nord raccordandola con l’Autobrennero. Si tratta di due interventi indispensabili al Veneto, al Trentino, a tutta l’economia del Paese”.

Alla cerimonia, molte le presenze del mondo dell’economia. Per il presidente di Confindustria Veneto, Andrea Tomat, “è con grande soddisfazione che oggi vediamo prendere avvio una delle fondamentali opere infrastrutturali previste dalla legge obiettivo”. Secondo Tomat “la Pedemontana Veneta è un’infrastruttura strategica per collegare alle grandi vie nazionali ed internazionali una delle aree più industrializzate della Regione. Sono certo che avrà ricadute economiche positive sul nostro territorio. Di questo vogliamo ringraziare con il governatore Luca Zaia e l’assessore Renato Chisso per la costanza e l’efficacia dell’impegno profuso, anche il ministro Galan che ha accompagnato una lunga parte del progetto quando era alla guida della Regione. Questo intervento in un momento in cui le risposte attese dalla politica tardano ad arrivare assume un significato particolare di fiducia nelle nostre Istituzioni e di incoraggiamento per noi imprenditori a continuare ad investire e a credere nello sviluppo della nostra regione”.

 

Superstrada Pedemontana Veneta: il progetto e le ricadute sul territorio

 

La realizzazione della nuova Superstrada Pedemontana Veneta è stata affidata ad un Consorzio stabile italo spagnolo tra tre imprese (Sacyr S.A., Inc Spa, Sipal Spa) nato nel giugno del 2003 attivo nella realizzazione di numerose opere pubbliche in Italia, dove quella della Pedemontana è quella d’importanza più rilevante.

La Superstrada Pedemontana Veneta, con i suoi 94,50 chilometri di tracciato, congiungerà l’area vicentina a quella trevigiana, interessando in particolare l’ambito territoriale della valle dell’Agno, tra Montecchio Maggiore e Castelgomberto, e della zona pedemontana veneta, tra Malo e Bassano del Grappa in provincia di Vicenza e tra S. Zenone degli Ezzelini, Montebelluna e Spresiano in provincia di Treviso. Nel territorio interessato dall’opera ricadono 36 comuni: 22 nella provincia di Vicenza e 14 nella provincia di Treviso.

Lungo il tracciato sono previsti 16 caselli: Montecchio, Montecchio – Arzignano, Castelgomberto – Cornedo, Malo, Valdastico interconnessione A31, Breganze, Mason – Pianezze – Marostica, Bassano Ovest, Bassano Est, Loria – Mussolente, Riese – San Zenone degli Ezzelini, Montebelluna Ovest – Altivole, Montebelluna Est – Volpago, Povegliano, Spresiano – Villorba, Barriera A27.

Intercettata da tre autostrade (l’A4, A31 e l’A27) e da una fitta rete fluviale tra cui il torrente Astico ed il fiume Brenta, la SPV alterna tratti in rilevato (circa 26,50 km) a tratti in trincea (circa 51km).

L’intero tracciato è composto da 33 gallerie artificiali, per un totale di circa 9,5 km, e dalle 2 gallerie naturali di Castelgomberto e di S. Urbano, della lunghezza com- plessiva di 7,5 km circa.

L’opera realizzata in project financing dall’ATI “Consorzio Stabile S.I.S. Scpa – Itinere Infraestructuras S.A.”, avrà un costo di circa 2,13 miliardi di euro, con un contributo pubblico di 173 milioni di euro.

Per permettere la realizzazione dell’opera si è resa necessaria l’occupazione definitiva di aree di proprietà privata ricadenti nei comuni sopra citati per un’estensione complessiva di 8.535.220 metri quadrati circa. A queste superfici si aggiungono aree da acquisire in occupazione temporanea, per una estensione complessiva pari a 584.466 metri quadrati.

Tra le aree interessate all’esproprio ricadono anche quelle su cui sorgono fabbricati rurali, residenziali, depositi, magazzini, stazioni di servizio, laboratori artigianali, che devono essere demoliti in quanto investiti direttamente dalla sagoma stradale in progetto. Il progetto definitivo prevede in complesso la demolizione di 42 edifici di vario tipo così suddivisi: 3 fabbricati rurali, 15 edifici residenziali, 13 depositi, 4 stazioni di servizio, 1 serra, 1 fienile, 1 laboratorio artigianale, 1 cabina Enel, 1 manutenzione tecnologica, 1 fabbricato tecnologico, 1 tettoia.

A fronte di questo, la Superstrada Pedemontana Veneta ha l’obiettivo di riordinare e riorganizzazione l’intero sistema viario del territorio di riferimento. Il riordino comporterà tra l’altro il sostanziale e significativo miglioramento dei livelli complessivi di qualità e di sicurezza, in funzione delle esigenze della mobilità e dello sviluppo a livello locale. Ma, più in generale, l’opera porterà a modifiche migliorative sostanziali all’assetto del complesso della mobilità stessa nell’intero Nord-Est.

Trattandosi di un’opera realizzata con la finanza di progetto, la nuova superstrada sarà una strada a pedaggio, ma con delle esenzioni riservate al traffico locale. E’ prevista un’esenzione dal pedaggio, a partire dal casello più vicino al comune di residenza, per 21 chilometri in entrambe le direzioni. I cittadini dei comuni interessati all’esenzione dal pagamento dovranno presentare il certificato di residenza e copia del contratto Telepass. L’esenzione sarà al 100% per i primi dodici anni dall’entrata in esercizio della Superstrada Pedemontana Veneta; al 50% a partire dal tredicesimo anno e al 25 per cento dal diciassettesimo anno. S’inizierà a pagare interamente il pedaggio solo dal ventunesimo anno in poi.

Il presidente della regione Zaia ha invitato il presidente del Consorzio Dogliani a far “ricadere sul tessuto locale quanto più possibile gli investimenti e l’occupazione. Spero che dei 2.200 lavoratori impiegati nella realizzazione dell’opera gran parte di questi possano essere attinti tra i 152.000 disoccupati della Regione, così come gli investimenti dell’opera possano ricadere in gran parte sul tessuto imprenditoriale locale”.

Ricadute positive anche per i due presidenti delle province attraversate dalla nuova Superstrada.

Per il presidente della provincia di Treviso, Leonardo Muraro, “con questa nuova strada si fa un sostanziale passo avanti per migliorare la viabilità dell’alto Veneto in una zona ad altissima concentrazione d’imprese”. Secondo Attilio Schneck, presidente della provincia di Vicenza, “si tratta di una realizzazione fondamentale per la viabilità della provincia, che oggi è assolutamente inadeguata alle esigenze dei cittadini e delle imprese. La Pedemontana costituisce solo uno dei tasselli necessari per adeguare i collegamenti della provincia e del Veneto: a questo devono immediatamente seguire la nuova variante della Valsugana e il compleamento verso nord della Valdastico, con il raccordo con l’Autobrennero”.