Taglio ai costi della politica, a NordEst qualcosa si muove

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In Friuli Venezia Giulia si cancella il vitalizio per i nuovi eletti. In Veneto taglio del 25% all’indennità a partire dal gennaio 2012. In Trentino Alto Adige taglio di soli 250 euro al mese

Per ridurre i costi della politica nei consigli regionali del NordEst qualcosa si muove, anche se molto lentamente.

I consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia che saranno eletti nel 2013 dovranno fare a meno del vitalizio, ma non subiranno il taglio delle indennità previsto per i parlamentari. E’ l’effetto della votazione di un articolo specifico nella Finanziaria 2012 regionale, votato dal Consiglio. A favore si sono espressi Pdl (ma due consiglieri hanno lasciato l’Aula al momento del voto), Pd, Lega e Udc; contrari Sel, Cittadini e Idv, astenuto Fli. L’articolo prevede l’abrogazione dei vitalizi dalla prossima legislatura e l’adozione del sistema contributivo. Nel testo è previsto anche che le indennità dei consiglieri regionali siano scollegate da quelle attuali dei parlamentari e siano invece collegate a quelle del primo gennaio 2011, ovvero prima delle riduzioni intervenute con le manovre estive. Per consiglieri e assessori in carica, o cessati alla data di entrata in vigore della legge, si continuerà ad applicare l’attuale disciplina, mantenendo gli stessi diritti acquisiti in virtù dei contributi versati nell’attuale legislatura e in quelle precedenti. Inoltre sarà facoltativo l’accesso al sistema contributivo per conseguire il vitalizio. Dalla prossima legislatura, inoltre, consiglieri e assessori regionali cui non sia ancora stato corrisposto l’assegno vitalizio possono rinunciarvi, ottenendo la restituzione dei contributi versati a questo fine. Un passettino timido nella giusta direzione, ma ancora molto rimane da fare.

Qualcosa in Veneto accadrà già dal prossimo gennaio. Il presidente della prima commissione affari istituzionali del Consiglio regionale del Veneto, Costantino Toniolo (Pdl), assieme al capogruppo del Pdl Dario Bond e il suo vice Piergiorgio Cortelazzo hanno annunciato le novità varate dalla Commissione che ora passano all’approvazione definitiva del Consiglio regionale. Tra le novità introdotte nella proposta licenziata dalla commissione, vengono tagliati i vitalizi dalla prossima legislatura, e già da gennaio 2012 l’attuale indennità di funzione percepita dai consiglieri viene ridotta di un quarto (- 25%). “Vengono tagliate anche tutte le voci che vanno a comporre attualmente la cosiddetta diaria”, sottolineano Toniolo, Bond e Cortelazzo, “limitando i rimborsi spese forfettari e incentivando l’effettiva partecipazione dei consiglieri alle attività di aula e di commissione”. Una diminuzione di “stipendio” per il consigliere che si attesta tra i duemila e i tremila euro al mese, sforbiciata che si aggiunge a quella già applicata un anno fa che si attestava per ogni consigliere tra i 700 e i mille euro.

Molto meno virtuosi i consiglieri regionali del Trentino Alto Adige. Dopo un lungo tira e molla, il Consiglio ha partorito il classico topolino, approvando il taglio di 250 euro al mese dell’indennità, con il passaggio dell’attuale sistema dei vitalizi ad una contribuzione volontaria. Davvero troppo poco, per una realtà che ha le indennità tra le più alte d’Italia, specie in Alto Adige, dove i politici con incarichi di governo hanno un trattamento economico decisamente eccessivo (il presidente della giunta altoatesina Luis Durnwalder guadagna più di un capo di stato).

Davvero difficile fare un passo concreto, deciso e tangibile, verso la morigeratezza economica della politica, tagliando specie su voci ingiustificabili come la corresponsione di una diaria esentasse a rappresentanti istituzionali che alla sera tornano sempre al proprio domicilio? Passi per i parlamentari non residenti a Roma che difficilmente possono fare la spola tra il Parlamento e il loro domicilio, ma per un consigliere regionale la diaria è palesemente ingiustificata. Così come i tanti, troppo rimborsi forfettari senza obbligo di rendicontazione. Fare politica deve tornare ad essere una sorta di volontariato civile non obbligatorio a termine. Chi vuole ottenere altro tipo di soddisfazione, s’impegni nella sua professione, sempre che ce l’abbia e che ci riesca.