Dichiarazione ministro turismo Gnudi, immediate le proteste degli amministratori locali

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Pietro Gnudi

Pietro GnudiZaia: “con le sue proposte il ministro mostra un’anima centralista”. Finozzi: “uscita penosa. Piuttosto il ministro abbassi l’Iva su attività ricettive”

Altro svarione di uno degli esponenti del Governo dei tecnici: dopo l’infelice uscita del sottosegretario Martone sugli studenti universitari “sfigati”, oggi tocca al ministro al turismo Gnudi cimentarsi nell’esercizio di centralismo statale. Per Gnudi sarebbe opportuno che la materia turistica torni ad essere “materia concorrente”, previa modifica del Titolo V della Costituzione che assegna la competenza in modo esclusivo alle regioni. Immediate le reazioni degli amministratori regionali dinanzi ad un tentativo plateale di centralizzare una competenza decentrata dalla Costituzione agli enti locali.
Luca ZaiaPer il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, “ciò che colpisce nelle azioni e nei pensieri di questo Governo è il costante richiamo a quell’anima centralista dello Stato che speravamo fosse diventata minoritaria nel Paese e nella sua politica. Constato invece, e me ne rammarico, che anche il professor Gnudi è diventato alfiere di quell’idea e di quella prassi istituzionale che tutto vuole riportare a un centro che da decenni ha già mostrato i suoi limiti, le sue magagne e la sua insopprimibile vocazione a non lasciare che altri facciano: soprattutto se palese che fanno meglio”. Per Zaia “il professor Gnudi sta teorizzando che il turismo gestito da Roma e dalla burocrazia di palazzo sarebbe più efficace rispetto all’azione svolta dai territori. Ci invita a sparare sulla Croce Rossa. Poiché non siamo ingenerosi non ricorderemo ad esempio al professor Gnudi l’incomparabile figuraccia planetaria fatta dal celeberrimo sito governativo che avrebbe dovuto promuovere il sistema Italia. Dall’Oceania al Polo Nord, dagli esquimesi al popolo Maori, stanno ancora ridendo di noi”.

Regione Veneto ass turismo marino Finozzi 1Per l’assessore veneto al turismo, Marino Finozzi, quella di Gnudi è “un’uscita quantomeno penosa, che poteva e doveva risparmiarsi. Il turismo italiano ha bisogno di tutto tranne che di centralismo”. Finozzi invita “lo Stato dalle mani bucate a sostenere seriamente il turismo senza sognare la luna. Basterebbe che portasse l’IVA sulle attività turistico – ricettive e di ospitalità allo stesso livello di quella degli altri paesi europei, giusto per rendere più concorrenziale il nostro sistema. E potrebbe prendere e copiare pedissequamente la nostra proposta di legge sulle concessioni demaniali ad uso turistico per evitare strafalcioni che puniscono i bravi e premiano chi cerca pure e semplici rendite di posizione”.
Finozzi snocciola i numeri del successo turistico del Veneto: “il ministro sappia che circa ogni sei turisti italiani o stranieri che pernottano in Italia, uno lo fa nel Veneto, che segna nel 2011 l’ennesimo record con 63 milioni di presenze, con una crescita del 4%, determinate da un aumento degli ospiti provenienti dagli altri paesi ma contenendo al minimo il calo di quelli italiani. Insomma Gnudi venga a scuola di turismo qui, parli con gli operatori e il sistema, scenda dalla cattedra e si confronti con i territori e con gli imprenditori veri, quelli che nel solo Veneto generano 15 miliardi di fatturato. Se il turismo in Italia è al palo, i problemi non sono certo da noi, ma altrove”.