Ecco il “Libro bianco” sulla montagna veneta con le richieste dell’economia alla politica

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giuseppe sbalchiero

Uapi Belluno e Confartigianato Imprese Veneto lo presentano a Zaia. Toscani:” indicazioni utili, concrete e lungimiranti”

Un’analisi approfondita sugli interventi normativi sino ad oggi realizzati nelle varie regioni d’Italia: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e ovviamente Veneto. Una serie di indicatori a partire da 27 variabili aggiornate al 2010, due indicatori di sviluppo, quello demografico e quello economico strutturale che, opportunamente combinati portano ad un unico indicatore sintetico di sviluppo che misura lo spread, ovvero la distanza tra i 158 comuni cosiddetti montani e la media regionale. E poi una vera e propria proposta di norme di semplificazione e di misure di coesione. Tutto questo è il “Libro bianco” sulla montagna veneta realizzato da UAPI Belluno e Confartigianato Imprese Veneto con il contributo di qualificati esperti voluto per imprimere un colpo di acceleratore al dibattito sull’agenda dello sviluppo della montagna veneta e sulle sue prospettive.

giuseppe sbalchiero

 

Un lavoro complesso presentato al Park Hotel Villa Carpenada di Belluno, al presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, dal presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Giuseppe Sbalchiero e dal  presidente dell’UAPI di Belluno, Luigi Curto alla presenza di numerose autorità locali, tra cui il vicepresidente del Consiglio regionale, Matteo Toscani. Il “Libro bianco”, realizzato a cura di un gruppo di studiosi, formato da Maurizio Busatta, Valentina Colleselli, Gino Zornitta, Stefano Magoga ed Enrico Gaz, contiene un’inedita e approfondita ricerca sulle “diverse” montagne del Veneto, nonché una serie di proposte legislative nei confronti della Regione,  nel segno della semplificazione e delle coesione per le zone montane venete.
La logica con cui sono state effettuate le analisi e formulate le proposte è ispirata alla necessità che il tema della montagna veneta sia affrontato attraverso azioni di sistema orientate alla valorizzazione del principio di sussidiarietà e con strumenti di tecnica legislativa che, non solo, non impongono necessariamente il ricorso a risorse aggiuntive, ma ottimizzano le competenze territoriali anche in funzione della recente statuizione di speciale autonomia riconosciuta ai territori montani del Consiglio regionale veneto.
Confartigianato Imprese Veneto, di concerto con le associazioni territoriali di Belluno, Verona e Vicenza, offre all’attenzione degli organi di governo regionali e dell’opinione pubblica veneta una proposta organica, articolata e tendenzialmente completa di approccio alla “questione montana”, che, qualora si realizzino le condizioni di consenso, può essere facilmente tradotta in provvedimento legislativo.
Ma quale Montagna, quali montagne? “Dall’analisi – ha spiegato il professor Gino Zornitta – emergono quattro tipologie di montagne: la montagna del malessere demografico ed economico-strutturale; la montagna dell’abbandono; la montagna demograficamente sana ma con modesto sviluppo economico-strutturale; la montagna dell’eccellenza turistica”. In provincia di Belluno, 52 sono i comuni della prima tipologia, 4 rispettivamente a Verona e Treviso e 17 a Vicenza. Per un totale di 350.000 abitanti. Lo spread di questa montagna è pari a -209%! 7 i comuni dell’abbandono (4 a Belluno e 3 a Vicenza) con uno spread rispetto alla media regionale pari a -585%. 60 i comuni a modesto sviluppo (5 a Belluno, 12 a Treviso, 18 a Verona e 25 a Vicenza) con uno spread positivo +107% ed infine, i 13 comuni ad eccellenza turistica di cui 8 nel bellunese la cui “sofferenza” è pari a -104%.
Esistono quindi montagne omogenee per affinità economico-sociali e di sviluppo che necessitano di politiche su misura che vadano al di la delle distribuzioni territoriali. Da qui l’esigenza di proporre un piano di proposte di norme di semplificazione amministrativa e di misure di coesione. Piano illustrato dall’avvocato Enrico Graz e che si suddivide in un intervento organico di carattere ricorrente; un pacchetto di prima operatività (impresa, territorio, servizi, ordinamento amministrativo) e una iniziativa di attuazione dell’art. 116 Costituzione 3° comma.
In particolare, le norme di prima attuazione per le imprese riguardano il SUAP di competenza solo comunale, albi pubblici locali delle imprese montane, liberalizzazioni dei titoli commerciali classificazione agevolata delle attività ricettive e promozione dell’imprenditoria giovanile.
zaia lucaLuca Zaia, nel ringraziare gli organizzatori per l’invito ed il prezioso fascicolo, ha detto che “la Regione non vuole essere ufficio complicazione affari semplici, ma la paralisi degli ultimi decenni era dovuta ad un regolamento regionale vecchio, anacronistico che abbiamo recentemente superato. Il nuovo statuto, che prevede anche la specificità della montagna bellunese, è un’opportunità che dobbiamo cogliere. L’opportunità c’è, una vostra proposta anche. E’ bene che le proposte arrivino quanto prima in Consiglio regionale dove spero si possano anche implementare –a d esempio con il lavoro del gruppo sul federalismo – per avere un risultato che sia valido per tutti. Ben venga poi che non ci siano impegni di spesa ma portare a casa il federalismo è la priorità perché non ha più senso pagare sprechi di altri quando noi abbiamo dimostrato di essere efficienti”.
“Quello con cui ci siamo misurati – hanno affermato gli esponenti delle categorie Giuseppe Sbalchiero e Luigi Curto – è mettere in campo e dare spessore a contenuti strategici innovativi, capaci di offrire alla montagna veneta, nelle sue varie peculiarità, una prospettiva duratura e durevole. Un vero e proprio passaggio al futuro nella provincia interamente montana di Belluno e nelle zone montane di Vicenza, Verona e Treviso. La regione del Veneto è stata la prima in Italia, negli anni Ottanta, a dotarsi di un provvedimento organico a favore dei suoi territori montani. Il Veneto, attraverso uno dei suoi programmi regionali di sviluppo, è stato il primo ad introdurre il concetto delle “pari opportunità” da garantire a persone e ad aziende in tutto il territorio regionale. Questa tensione, questo spirito, questo impegno vanno ripresi, rilanciati, rinvigoriti con un rinnovato slancio di buona volontà politica e di energie culturali. Siamo fiduciosi di poter così concorrere a superare – una volta per tutte – quel clima che a molti veneti fa percepire la loro montagna quasi come un luogo separato, un’espressione geografica, e non invece come protagonista di un disegno unitario di crescita”.
Apertura di credito anche dal vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Matteo Toscani, che parla di “un documento che offre indicazioni utili, concrete e lungimiranti per la definizione e l’attuazione di politiche orientate allo sviluppo dei territori di montagna che, come è stato giustamente osservato, non sono ‘un luogo separato’, né tantomeno ‘un’espressione geografica’, ma una parte imprescindibile della nostra regione”. Particolarmente apprezzabile e indovinata, secondo il vicepresidente leghista, la scelta di impostare il lavoro sulla montagna veneta nel suo insieme, “perché in questo modo si è evitata quella frammentazione che è stata spesso la causa principale della debolezza politica di questi territori. In questo modo – prosegue Toscani – sarà più agevole ottenere un’ampia condivisione tra i consiglieri regionali sulle indicazioni contenute in questo ‘Libro Bianco’. Lo Statuto e il regolamento d’aula di recente approvazione potranno inoltre consentire una rapida traduzione delle proposte in provvedimenti legislativi adeguati alla sfida che si propongono di affrontare: riavviare lo sviluppo della montagna, favorendo la residenzialità e creando un contesto propizio per fare impresa”.