Trentino, partono le iniziative per celebrare il centenario della Grande Guerra

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Folgaria Lavarone Forte Belvedere

Folgaria Lavarone Forte BelvedereValorizzazione dei reperti bellici e delle fortificazioni

Sono ormai alcuni anni che la provincia di Trento sta valorizzando, attraverso anche collaborazioni transfrontaliere ed extraregionali, il patrimonio della Grande Guerra: nel 2003 era stato affrontato il tema del recupero e della valorizzazione dei siti; successivamente, si è previsto un programma pluriennale di progetti culturali, di studi, di ricerche, di interventi nel campo della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico relativo al primo conflitto.

La programmazione delle attività e degli studi in vista del Centenario saranno articolate in specifiche aree progettuali, per ciascuna di esse è stato individuato un soggetto responsabile sotto il profilo operativo che fa parte del Comitato operativo di coordinamento, e una rete di altri soggetti e strutture coinvolte.

forte strino vermiglio foto storica 1Il Progetto Grande Guerra, che la struttura sta portando avanti da alcuni anni, ha riguardato diversi interventi e coinvolto numerosi soggetti del territorio, pubblici e privati. Fra questi si ricordano gli interventi di recupero dei beni mobili del Primo conflitto mondiale presenti in alta quota. Il progetto proseguirà con interventi di recupero di sistemi difensivi e fortificati, la cui progettazione ha assunto valore metodologico come il restauro del Forte di San Biagio, sul territorio del Comune di Levico, nel quale verrà allestito un percorso museale dedicato alla vita nel forte e alle tecniche di difesa, il ripristino del forte Pozzacchio a Trambileno, destinato a diventare un parco storico della memoria, la sistemazione di forte Dossaccio, dove si punta a un recupero scenico dell’architettura fortificata, il forte di Tenna che racconterà la storia dei recuperanti; la realizzazione del quinto lotto dei lavori di restauro del Castello di Rovereto; la concessione di contributi per interventi diretti ad assicurare il recupero e la conservazione dei beni immobili della Prima guerra mondiale; il censimento delle opere campali; i lavori per il recupero del “sentiero della pace”; la stipulazione di un accordo con la Sat per gli interventi di recupero dei cimeli di guerra nelle zone d’alta quota soprattutto nelle aree di ghiacciaio.

Altro protagonista è la Rete Trentino Grande Guerra, un soggetto promosso nel 2009 dal Museo di Rovereto e rivolto alla costruzione di un sistema territoriale capace di unire le varie realtà associative, museali e istituzionali che in Trentino si occupano dello studio, della tutela e della valorizzazione del complesso patrimonio di beni, vicende e memoria della prima guerra mondiale. Per il Centenario i soggetti della Rete provvederanno a predisporre e condividere progetti e iniziative legati agli aspetti di tutela di questo patrimonio, a curare iniziative di qualificazione dell’offerta culturale, di formazione e di promozione.

Spazio anche a progetti di valenza interregionale e internazionale. Negli ultimi anni sono nate in provincia alcune iniziative di recupero e valorizzazione dei beni legati alla prima guerra mondiale di particolare significato, sia per il messaggio promosso, sia per le sinergie create con le altre realtà territoriali. Vanno in questa direzione l’intervento previsto dall’accordo di programma sottoscritto dalla Provincia autonoma di Trento con la Provincia di Vicenza, le Comunità Montane e i comuni veneti e trentini di riferimento, per la tutela e la valorizzazione dell’area sacra del monte Pasubio. Ma anche lo studio relativo al ruolo del sistema fortificato trentino nell’ambito dell’Impero austro-ungarico, che ha delineato la consistenza e la vastità di questo patrimonio realizzato in Europa, schedando un totale di 516, per il quale si è avviato il procedimento per richiedere l’inserimento di forti realizzati dagli Asburgo fra i beni Unesco.

L’occasione del Centenario suggerisce di evidenziare come in quella tragica vicenda il Trentino abbia conosciuto precocemente le condizioni che tante altre società avrebbero poi conosciuto nel corso del Novecento: l’esperienza dei soldati inviati a morire su fronti lontani, l’esodo dei civili internati o evacuati, la distruzione del territorio. La formazione diventa un fattore fondamentale, per far vivere il Trentino come uno dei luoghi della memoria del Novecento. Quattro gli ambiti di lavoro e di programmazione per favorire il radicamento della consapevolezza storica nella comunità; la corretta interpretazione degli elementi storici del paesaggio; la valorizzazione delle risorse culturali della società trentina dalle scuole ai musei, dall’associazionismo alla coralità; la diffusione di competenze in ambiti professionali specifici quali l’informazione turistica, gli accompagnatori e le guide alpine, il personale impiegato nelle strutture dell’accoglienza e dell’ospitalità.