L’obbligo dell’insegnamento nelle scuole dell’inno nazionale fa discutere: no da Alto Adige e Veneto

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Zaia: “preferisco la Leggenda del Piave”. Theiner (Svp): “proposta semplicemente assurda”. Cavallotto (Lega Nord): “obbligo che certifica la mancanza di un sentimento nazionale”

L’obbligo di insegnare in tutte le scuole italiane l’inno nazionale fa discutere e a sollevare dubbi non è la sola Lega Nord (scontata), ma pure un partito come la SVP altoatesina che, per bocca del suo segretario Richard Theiner, bolla la proposta come “semplicemente assurda, che testimonia poca sensibilità nei confronti delle minoranze linguistiche e culturali presenti all’interno dei confini italiani”. Secondo Theiner “mi chiedo che questo Paese non abbia altri problemi da risolvere: il Parlamento italiano deve rendersi conto che in Italia ci sono anche cittadini con altre radici culturali e storiche”, come in Alto Adige, dove i due terzi di popolazione sono tedeschi e il 4% ladina.

Se per il deputato leghista Davide Cavallotto “pensare di obbligare i bambini di sei anni a studiare l’inno di Mameli equivale ad affermare che non esiste un sentimento nazionale”, sottolineando la necessità “di tenere assieme le varie anime e territori del Paese lasciando ai singoli popoli la propria autonomia”, per il presidente della regione del Veneto Luca Zaia la risposta sta nella “Leggenda del Piave, un’ottima musica che è nel cuore di tutti i Veneti, perché ricorda una guerra di popolo e perché questa melodia è capace di unire più di altre ed è radicata nel sentimento di una comunità che, nel Veneto, ha vissuto sulla sua pelle le vicende di una guerra sanguinosa”.