Regione del Veneto: firmato con le parti sociali l’accordo per lo sviluppo della regione

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patto sviluppo 1Zaia: “oltre 1,2 miliardi di euro a favore dei lavoratori, giovani e imprese”
Sbalchiero: “dal mondo artigiano un appoggio convinto senza se e senza ma”
Tomat: “un primo buon passo per il rilancio”

“E’ la prima grande occasione per dire che in Veneto, per la prima volta, tutti si stringono attorno a un Patto il che significa aver individuato i problemi, le risorse e le soluzioni. Potrebbe essere un bel modello da replicare a livello nazionale. In Veneto pressoché tutti gli interlocutori del territorio hanno firmato con la volontà di essere al fianco della Regione: purtroppo non accade così a livello nazionale”. Così, tra l’altro, il presidente del Veneto Luca Zaia, ha commentato la sottoscrizione del “Patto per il Veneto”, considerazioni e proposte per il Veneto Venti Venti, avvenuto a Palazzo Balbi, sede del Governo veneto, tra lo stesso Zaia e i rappresentanti delle parti sociali, dall’ANCi, all’U.R.P.V., dagli industriali alle associazioni agricole, del commercio, degli artigiani, e del sindacato Cisl (assenti Cgil e Uil). “Questo patto – ha detto Zaia – permette di movimentare oltre 1,2 miliardi di euro per dare risposte ai 150.000 mila disoccupati, a quel giovane su 4 che è senza lavoro, oppure a tutti coloro che hanno comunque difficoltà nel mondo del lavoro, alle imprese, a chi magari è pronto a togliersi la vita perché la sua azienda va male. Il tavolo tra Regione Veneto e parti sociali ha avuto il coraggio di riorganizzare tutte le linee di investimento quindi più sinergia meno sprechi più economia di scala, e la volontà di dire che se tutti individuiamo l’emergenza nell’occupazione giovanile tutti si decide di investire su questa grande sfida, accolta e sottoscritta con questa firma”.

Zaia ha ricordato che questo atto è il terzo grande provvedimento dell’Amministrazione regionale per lo sviluppo del Veneto: “dopo l’insediamento della Giunta, abbiamo subito parlato della necessità dell’accesso al credito e abbiamo messo in piedi il fondo di 1,9 miliardi di euro che dopo gli opportuni aggiustamenti di spread, di procedure e anche dopo l’intesa con Confidi, oggi è operativo; sono già arrivate decine di richieste alla finanziaria regionale. C’è stata poi la proroga dei fondi di rotazione, nuovo carburante per l’occupazione, per le imprese, per la crescita. E ora c’è la firma del Patto”.

Dall’inizio della crisi in Veneto, sono stati persi almeno 80.000 posti di lavoro. Di fronte a tutto ciò “il Veneto ha fatto squadra – ha sottolineato Zaia – togliendosi le casacche, mettendosi attorno a un tavolo che è arrivato a un documento operativo che, tuttavia, è un punto di partenza non di arrivo”.

Secondo il Governatore, il ‘Patto per il Veneto’ “è innovativo e operativo perché esplica il problema, traccia la soluzione e stabilisce un crono-programma con la tempistica e le risorse nei settori del credito e della finanza, dell’internazionalizzazione, del turismo sostenibile, delle reti e aggregazioni d’impresa, della ricerca e dell’innovazione, della valorizzazione delle eccellenze, del lavoro, in particolare di quello giovanile, dell’apprendistato, dell’imprenditoria giovanile e femminile, delle infrastrutture intermodalità e del trasporto pubblico locale: tutte misure – ha ricordato il Governatore – che andranno a esaurimento entro il 2012”.

Infine un dato complessivo: in un anno e mezzo la Giunta regionale ha messo a disposizione delle imprese e dell’occupazione oltre 3 miliardi di euro, tra risorse fresche e leve finanziarie.

A chi non ha firmato il patto, Zaia ha fatto presente che “la porta è sempre aperta come la nostra disponibilità a fare questo percorso assieme; si fa per fasi: questa è stata la prima, la seconda è pronta per essere scritta”.

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La firma del “Patto” è salutata con favore dai rappresentati delle categorie venete.
Secondo il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Giuseppe Sbalchiero, “abbiamo posto la prima pietra sulla quale, siamo conviti, verrà costruito l’impianto organizzativo e normativo necessario ad offrire reali prospettive di rilancio al nostro sistema produttivo e quindi anche dell’occupazione. Le recessioni sono un fattore ciclico. Ricordo ancora quella dram

matica del 1992 – 93, forse peggiore di quella attuale in termini di perdita occupazionale. Il Veneto si è rialzato allora e lo farà anche questa volta e l’artigianato sarà di certo tra i protagonisti”.

Per Sbalchiero “la forza del documento sta nella sua concretezza frutto del lungo ed intenso lavoro tra i maggiori esponenti delle categorie produttive, economiche e politiche venete. E’ la prima volta che un documento politico di programmazione si dota di un crono programma molto preciso nel quale vengono definiti azioni, modalità di intervento, tempistica e dotazioni economiche che daranno nuove speranze e fiducia al Veneto”’.

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Per Andrea Tomat, presidente di Confindustria Veneto “ci siamo trovati tutti in un ambito che non sarà perfetto al 100%, ma rappresenta molto bene una serie d’iniziative che condividiamo. Sarebbe bello avere delle equazioni che ci dicano precisamente cosa si otterrà con queste risorse, ma oggi è difficile farlo”. Tomat allarga la riflessione alla scena nazionale: “allo Stato nazionale, Confindustria Veneto chiede maggiore equità e risorse. Siamo preoccupati che non si incida adeguatamente in tutta quella parte di spesa pubblica che riteniamo improduttiva”.