Trentino, le cooperative agricole archiviano un anno positivo

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Presentato il bilancio di un comparto che annovera 90 società, 21.000 soci, 2.900 collaboratori, 1 miliardo di euro di fatturato

La cooperazione agricola ha presentato i frutti di un anno di lavoro. E sono buoni frutti come dimostrato dai numeri. La cooperazione agricola conta 90 società: 19 nel settore vitivinicolo, 31 nell’ortofrutticolo, 18 nel lattiero caseario, 2 nel comparto zootecnico, 20 sono le cooperative di servizio. I soci conferitori sono 21.000, i collaboratori 2.900. Il fatturato consolidato (cooperative agricole e società controllate) nel 2011, ha raggiunto 1 miliardo di euro. Investimenti netti: 808 milioni di euro. Patrimonio complessivo: 368 milioni di euro.

Entrando nel dettaglio di ciascun comparto, le cooperative dell’ortofrutticolo (7.200 soci) hanno fatturato 409 milioni di euro. La quantità conferita di ortofrutta (mele, piccoli frutti, ortaggi) è stata di 470 milioni di chilogrammi per un liquidato ai soci di 230 milioni di euro. Il liquidato ai soci (media provinciale) per le diverse tipologie di prodotto è stato: mele 0,455 euro a kg (nel 2010 euro 0,359 a kg); piccoli frutti (valore non al chilogrammo ma totale liquidato ai soci) di euro 18.700.000 euro. Il lattiero caseario conta 917 soci. Fatturato: 123 milioni di euro (contro i 116 milioni 500 mila euro del 2010). Valore del conferimento: 65 milioni di euro (62 milioni 800 mila nell’esercizio precedente). Liquidato soci (media provinciale): il prezzo medio provinciale del latte a grana ha raggiunto 0,665 euro/litro (rispetto a 0,614 del 2010). Il liquidato medio del latte destinazione prevalentemente alimentare è di 0,450 euro/litro. Per il settore vitivinicolo, il fatturato consolidato dell’intero settore (comprese le società controllate) supera i 394 milioni di euro. I soci viticoltori sono 7.500. Uva conferita: 1.200.000 quintali (1.300.000 nel 2010). Valore di conferimento: 95 milioni di euro (rispetto ai 91 milioni dell’anno prima). Liquidato ai soci: 78,85 euro/quintale di uva conferita (+6,9 rispetto al 2010 che era di 70,93 euro).

Secondo il vicepresidente della Federazione trentina della cooperazione e presidente degli allevatori Silvano Rauzi “il 2011 ha avuto un andamento tutto sommato positivo. Le quotazioni del Trentingrana hanno garantito un buon livello del prezzo del latte. Il settore vitivinicolo sembra aver superato il suo momento peggiore con un incremento generale delle liquidazioni negli ultimi bilanci chiusi nel 2011. L’ortofrutticolo conferma ormai da alcuni anni un andamento accettabile”.

Quanto al futuro, Rauzi afferma che “i segnali di una recessione sono ormai evidenti. Preoccupano i dati di disoccupazione e della conseguente riduzione dei consumi delle famiglie. C’è da capire quello che avverrà in Italia a livello di tassazione, come evolveranno i consumi di frutta, vino e prodotti caseari, quanto cresceranno ancora il costo del denaro e il prezzo dei carburanti e quanto questo influirà sui costi di gestione delle aziende agricole”.

Il settore primario è legato a doppio filo alle decisioni comunitarie: secondo Rauzi “il legame della nostra agricoltura con il territorio trentino deve far emergere l’importanza e la necessità di un sostegno a livello comunitario per l’agricoltura di montagna, in particolare per quelle regioni dell’arco alpino la cui economia è strettamente legata al territorio, sia per i vincoli che lo stesso impone alle aziende sia per le opportunità di lavoro che le nostre valli possono offrire in termini di risorsa turistica”.

Durante la presentazione del bilancio hanno preso la parola Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot, secondo il quale è necessario “potenziare l’export, investire sull’innovazione e comunicare meglio i molti aspetti positivi dell’agricoltura. Siamo bravi a lavorare, meno a comunicare”. Per Claudio Valorz, direttore dell’area tecnica della Federazione Provinciale Allevatori, “poco meno del 20% del territorio trentino, il 17,4% per l’esattezza, è interessato dalla realtà zootecnica forte di 1.415 aziende”. Per il settore vitivinicolo, l’esperto di marketing Fabio Piccoli ha affermato che “la riorganizzazione del sistema vitivinicolo trentino rimette nelle mani dei produttori il proprio destino e il proprio ruolo. Una opportunità che potrà dare futuro, serenità e competitività alle imprese trentine della vite e del vino”.

Ai lavori hanno partecipato i vertici di Fedagri Confcooperative, il presidente Maurizio Gardini e il direttore Fabiola Di Loreto. Quest’ultima ha ripercorso il molto che è stato fatto in questi anni: “tra le tante iniziative – ha detto – la creazione di un tavolo per la creazione di un rapporto tra la parte agricola e la parte distributiva della cooperazione”. Per il presidente Gardini “pur con un aumento dei costi, l’economia agricola ha tenuto bene, ha dato buoni redditi. Non era scontato. E siete largamente in controtendenza rispetto a quanto si verifica in ambito nazionale. Non vogliamo un’agricoltura assistita, ma un’agricoltura protagonista sui mercati e sulle tavole – ha aggiunto – Le dimensioni sono fattori indispensabili per la crescita e per affrontare i nuovi mercati. Abbiamo bisogno di cogliere insieme delle opportunità con alleanze di cooperative anche di territori differenti come l’Emilia Romagna. Il futuro ci sarà per le agricolture che non si limitano a produrre ma che arrivano fino al mercato in una filiera organizzata e diretta”.