Canone speciale Rai, nuova infornata di solleciti

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Adico Logo 1Chi ha pc senza sintonizzatore non deve pagare. Adico mette a disposizione la modulistica per far cessare le richieste indebite. Garofolini: “due su tre senza fondamento, consumatori infuriati”

La Rai riprende la campagna di riscossione dell’abbonamento speciale alla televisione, quello dovuto, cioè, per la ricezione delle trasmissioni televisive fuori dall’ambito famigliare. Ma secondo le stime di Adico Associazione Difesa Consumatori di Mestre, 2 destinatari su 3 non sono tenuti a pagarlo. In altre parole, le lettere di sollecito di pagamento vengono spedite a tappeto troppo spesso senza fondamento, gettando nella confusione tanti consumatori che talvolta pagano sentendosi dalla parte del torto. Ma non è così: secondo la legge è obbligato a pagare solo chi possiede un apparecchio munito di sintonizzatore. Negozi, associazioni, enti che possiedono monitor senza sintonizzatore utilizzati solo per diffondere messaggi registrati, studi e professionisti che lavorano anche dal proprio domicilio con un semplice pc e una connessione Internet, non sono quindi tenuti a pagare.

E per venire incontro alle esigenze di tutte le imprese che in queste settimane si sono viste recapitare la lettera della Rai con la richiesta di regolarizzazione della posizione, l’ufficio legale di Adico ha predisposto la modulistica di risposta da inviare a Viale Mazzini, per comunicare una volta per tutte che non si è tenuti ad alcun pagamento. Il materiale sarà a disposizione gratuitamente per tutti i soci di Adico che ne faranno richiesta (si ricorda che Adico è un’associazione indipendente che si sostiene unicamente con le quote sociali).

Tra i casi segnalati ad Adico c’è ad esempio quello di una ditta di autotrasporti della provincia di Venezia che non ha nemmeno una connessione Adsl (il titolare ha un pc portatile e va in rete con una chiavetta prepagata), o liberi professionisti che lavorando da casa. Anche la stessa Associazione Difesa Consumatori ha ricevuto il sollecito di pagamento, senza avere nemmeno un monitor tv.

adico pres Carlo Garofolini 1“L’iniziativa della Rai sorprende non poco, visto il polverone sollevato su questa stessa questione solo pochi mesi fa – spiega il presidente di Adico, Carlo Garofolini – già a inizio 2012 infatti era stata inviata una prima lettera a tutte le imprese, affermando che le norme di legge in materia di “abbonamenti alle radioaudizioni” imporrebbero l’obbligo del pagamento di un canone di abbonamento speciale anche a chi detenga, al di fuori dell’ambito familiare, apparecchi quali computer collegati in rete (del tipo “digital signage e similari”, si leggeva nella lettera della Rai, cioè la cosiddetta segnaletica digitale), indipendentemente dall’uso al quale gli stessi vengono adibiti, come ad esempio visione di messaggi promozionali, dvd, televideo, filmati di aggiornamento, eccetera. Ma le polemiche seguenti erano state talmente accese da aver portato il Dipartimento per le Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo economico a fornire chiarimenti in merito all’Agenzia delle Entrate”. Nella nota si spiegava che un apparecchio si intende atto a ricevere le radioaudizioni solo se include fin dall’origine gli stadi di radioricevitore completo, sintonizzatore radio, decodificatore e trasduttori audio/video per i servizi televisivi, solo audio per i servizi radiofonici. Un apparecchio invece s’intende adattabile a ricevere le radiodiffusioni solo se include almeno uno stadio sintonizzatore radio ma è privo del decodificatore e/o dei trasduttori che, collegati esternamente all’apparecchio, realizzerebbero insieme a esso un radioricevitore completo. Di conseguenza un apparecchio privo di sintonizzatori radio operanti sulle bande destinate al servizio di radiodiffusione non è ritenuto né atto né adattabile alla ricezione delle radioaudizioni, e di conseguenza per esso non va pagato alcun canone tv. A quest’ultima categoria appartengono ad esempio i pc senza sintonizzatore tv, i monitor di computer, le casse acustiche e i videocitofoni (per informazioni complete sulle categorie, far riferimento al sito della Rai all’indirizzo http://www.abbonamenti.rai.it/Speciali/IlCanoneSpeciali.aspx).

“Probabilmente la Rai si è sentita autorizzata a procedere con questa nuova infornata di solleciti dall’entrata in vigore della norma che dal 2012 prevede che le imprese e le società indichino nella relativa dichiarazione dei redditi il numero di abbonamento speciale alla radio o alla televisione per la detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive – spiega ancora Garofolini – ma il fatto resta inaccettabile, visto anche il tono perentorio e minaccioso e la mancanza di informazioni complete. Non è da escludere, infatti, che per questo molte imprese vengano indotte a pagare anche se non ne hanno il dovere, ed è esattamente quello che vogliamo evitare”.