Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia: bilancio di un anno

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FVG natale in villa Mauro Franz renzo tondo 1Franz: “vogliamo che il Governo rispetti la nostra autonomia. Autonomia che è bene che venga estesa anche ad altre realtà, come il Veneto”

Con l’avvicinarsi della fine d’anno, il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Maurizio Franz (Lega Nord), ha tracciato con la stampa il bilancio dell’attività del 2012 da parte dell’assemblea legislativa, facendo anche il punto sulla situazione politica.

Il Consiglio ha approvato nel corso del 2012 28 leggi con 291 ore di sedute d’aula, 210 riunioni delle commissioni permanenti per 425 ore di attività, spese pari a 23,8 milioni di euro (41,76% per indennità e aggiornamento consiglieri) in linea con il 2011. “Il Consiglio ha lavorato bene – ha commentato Franz – anche dal punto di vista qualitativo e pazienza se qualche legge è stata impugnata dal Governo. Siamo in presenza di un nuovo centralismo e nella materia concorrente è forse meglio far parlare i giuristi. Ricorderò solo che anche noi ricorriamo contro il Governo per alcune norme che a nostro avviso ledono l’autonomia regionale. E in qualche caso – ha sottolineato – la Corte costituzionale ci ha anche dato ragione”.

Rispetto al 2008 i costi del Consiglio sono diminuiti di quattro milioni di euro. Il Friuli Venezia Giulia è stata la prima regione in Italia a ridurre il numero dei propri consiglieri, da 59 a 49. Il presidente Franz s’appella al presidente della Camera, Gianfranco Fini “affinché non manchi il numero legale nella riunione dell’assemblea di Montecitorio, prevista a gennaio, che dovrà ratificare in seconda lettura la modifica costituzionale allo Statuto di autonomia. I consiglieri regionali della Sicilia – ha detto Franz – si sono dimessi pur di non giungere a una diminuzione. Noi abbiamo approvato una legge nel 2011 che porta gli eletti a uno ogni 25.000 abitanti invece che uno ogni 20.000, riducendo di dieci unità il numero. Siccome lo Statuto è legge costituzionale, serve il doppio passaggio nei due rami del Parlamento. Il presidente Fini – ha concluso – pur a Camere sciolte si è impegnato a riunire l’assemblea. Spero e auspico che sia di parola. Sarebbe un segnale concreto sul fronte della lotta ai costi della politica”.

La riduzione dei costi della Regione passa anche attraverso la riduzione del debito, frutto, secondo Franz, “di una precisa scelta di questa maggioranza, che avrebbe potuto fare anche altrimenti. Serracchiani non parli di colpi di fortuna – ha aggiunto, riferendosi alle dichiarazioni della candidata presidente del centrosinistra – perché aver ridotto il debito è stata una scelta virtuosa. Che si è collegata ad altre: dal taglio dei consiglieri regionali, alla rimodulazione del vitalizio, oggi con sistema contributivo, al dimezzamento dei fondi per i gruppi consiliari. Insomma sui costi della politica – ha concluso – non accettiamo lezioni da nessuno”.

Franz ha anche anticipato a grandi linee i contenuti delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dell’Autonomia regionale che avverrà con una seduta straordinaria del Consiglio regionale in programma il 31 gennaio 2013. “Sarà una festa – ha spiegato – ma anche un momento di riflessione su che cosa si debba intendere per autonomi oggi”. Il Friuli Venezia Giulia fu l’ultima delle cinque regioni a Statuto speciale a essere riconosciuta dallo Stato dopo Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige. I suoi padri costituenti – Livio Paladin, Lorenzo Biasutti, Mario Toros, Guglielmo Pelizzo e altri – dibatterono a lungo sull’assetto istituzionale e alla fine venne trovato un compromesso che legava il Friuli – con un trattino – alla Venezia Giulia, parte della quale ancora sotto il controllo della ex Jugoslavia. Alla cerimonia del 31 gennaio è previsto l’intervento del presidente della Corte Costituzionale. Tra le altre iniziative previste per il mezzo secolo di Autonomia figura anche un incontro a metà febbraio tra le quattro Regioni a Statuto speciale e le due Province autonome di Trento e Bolzano, con il contributo di costituzionalisti delle Università di Trieste e Udine, con un convegno sulla specialità dove verrà fatto il punto sul percorso istituzionale fin qui seguito e sui motivi che ancora stanno alla base di questa scelta. Il 25 gennaio, inoltre, sarà organizzata in Friuli Venezia Giulia una seduta della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome, un modo anche questo per celebrare la nascita della Regione a Statuto speciale.

Franz ha parlato di autonomia anche rispetto alle realtà confinanti: “non c’è alcun contrasto con il Veneto sul possibile passaggio di alcuni comuni alla Regione a statuto speciale”. Parlando del tema del riassetto delle autonomie locali soffermandosi sui referendum svoltisi in alcuni comuni del Veneto (Sappada e altri) che hanno votato il passaggio al Friuli Venezia Giulia, Franz ha sottolineato come “è chiaro che questi sono temi importanti e sentiti dalle popolazioni locali, che decidono non sulla base di interessi di bottega ma per convinzioni storiche e politiche. Ritengo che su questo tema bisognerà comunque trovare un accordo con il vicino Veneto, anche perché noi siamo per una estensione delle autonomie e della specialità, contro il neocentralismo romano dell’attuale governo”. Il presidente del Consiglio regionale ha parlato anche del riordino delle autonomie locali in Friuli Venezia Giulia, elogiando il lavoro dell’apposita commissione consiliare. “Anche in questo caso – ha spiegato – non possiamo addivenire a scelte calate dall’alto ma il processo deve essere condiviso”.

Ricordando il suo percorso “autonomista”, Franz ha detto di essere personalmente favorevole all’istituzione di una “grande provincia friulana con Trieste città metropolitana, ma non voglio anticipare i tempi – ha concluso – perché questa sarà sicuramente materia per la prossima legislatura regionale”.