Friuli Venezia Giulia, ridefinito il quadro degli incentivi per gli impianti di biogas

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CIA Udine presidente Maurizio Anolfo 2013 1Anolfo: “priorità ai piccoli impianti di aziende agricole”

E’ stato ridefinito il quadro degli incentivi per gli impianti di biogas messi in esercizio nel 2013.

Le novità principali sono illustrate dal presidente della Confagricoltura di Udine, Maurizio Anolfo: “si sono individuate tariffe onnicomprensive decrescenti al crescere della taglia dell’impianto, l’istituzione del registro nazionale a cui iscriversi per acquisire il diretto di accesso agli incentivi fino al raggiungimento di un quantitativo contingentato e data priorità agli impianti di aziende agricole alimentati da biomasse e sottoprodotti fino a 600 Kw di potenza elettrica (quindi incentivazione a impianti di piccola taglia)”. In pratica, per gli impianti fino a 100 Kw non serve l’iscrizione al registro evitando il contingentamento, mentre impianti di 300 Kw consentono la miglior valorizzazione del contributo, e quella di 600 Kw è la taglia massima di vantaggio.

Secondo la Confagricoltura, lo sviluppo del biogas è particolarmente interessante per il mondo agricolo “perché è una filiera che permette di sfruttare energeticamente una serie molto vasta di prodotti e sottoprodotti aziendali e agroindustriali. Inoltre, è una filiera tipicamente corta perché utilizza prodotti che non possono fare molta strada in quanto molto umidi e anche gestire un residuo, il digestato, che per ragioni economiche deve trovare collocazione nelle immediate vicinanze dell’impianto. Infine, è una filiera agricola perché la dimensione modulare degli impianti consente a tutte le aziende agricole di attrezzarsi con una valida integrazione del reddito agricolo tradizionale. Può portare alla produzione di biometano ovvero biogas raffinato dall’anidride carbonica e da altre impurità gassose”.

Per chi come Confagricoltura, ha interesse allo sviluppo equilibrato e armonico dell’agricoltura, bisogna inserire il biogas nel ciclo produttivo dell’azienda agricola e zootecnica, senza che ciò significhi ridurre la capacità dell’agricoltura di produrre cibo come ha sempre fatto.

Il biogas offre opportunità uniche per migliorare la gestione delle attività agricole e zootecniche, con la riduzione delle emissioni di metano e ammoniaca delle stalle, favorire l’utilizzo della doppia coltura che previene la liscivazione dell’azoto e dei nitrati nei corpi idrici. Senza trascurare la possibilità di rotazione delle colture riducendo la diffusione di parassiti. Inoltre, l’utilizzo del calore di cogenerazione permette l’essiccazione dei foraggi senza l’uso di gasolio o metano, oltre a riscaldare gli ambienti produttivi.

Anolfo sottolinea come “per un equilibrio generale, é utile ridurre progressivamente l’utilizzo di terreni di primo raccolto destinato a mais con un crescente ricorso alle biomasse da integrazione come colture di secondo raccolto, sottoprodotti agricoli, paglia, stocchi, pula, vinacce, effluenti zootecnici e sottoprodotti agroindustriali”. Queste azioni permettono significativi miglioramenti del reddito delle aziende agricole, aumentando la produzione lorda vendibile con doppi raccolti, ridurre il costo dei concimi, il costo della distribuzione degli effluenti zootecnici, dell’essiccazione dei foraggi.

La Confagricoltura sottolinea come nella scelta dell’impianto sia indispensabile il corretto dimensionamento rispetto alle dimensioni della superficie aziendale. “L’obiettivo finale è volto ad una programmazione per lo sviluppo degli impianti a biogas riducendo i fenomeni di competizione per l’uso del suolo agricolo per la produzione di biomasse e per la distribuzione del digestato da parte di impianti a biogas non dimensionati a contesti locali, ma invece che siano dotati di una sufficiente disponibilità di biomasse producibili in azienda”.