Crescita in Italia (+13%) e in Veneto (+17%) del ricorso alla CIG

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operaio-al-lavoro-industria-artigianato-ilnordestZaia: “l’Italia non ride, ma il Veneto non sta meglio”

“Nel mese di settembre sono state concesse in Veneto circa 6,8 milioni di ore di Cassa integrazione guadagni (Cig), che rappresentano l’8% delle ore autorizzate a livello nazionale. Rispetto al mese precedente, in Veneto si osserva un aumento (+17%), valore che a livello nazionale è del 13%. Anche se il confronto congiunturale risente della forte stagionalità del fenomeno, il dato di fatto è che se l’Italia non ride, il Veneto non sta certo meglio”. A dirlo è il presidente della Regione Luca Zaia, citando i dati ufficiali sulla cassa integrazione elaborati dalla Direzione Sistema Statistico Regionale nell’ultimo Bollettino sullo scenario economico, a fronte dei dati tendenziali di ottobre diffusi dall’Inps.

Nel periodo maggio-settembre, in Veneto si registra un aumento del 4,5% delle ore di Cig autorizzate rispetto allo stesso periodo del 2012, dovuto quasi unicamente alla gestione straordinaria, anche se a livello nazionale è stato registrato un calo (-10%). Per quanto riguarda la distribuzione provinciale, nel mese di settembre il maggior numero di ore di Cig è stato concesso in provincia di Verona e di Padova (1,3 milioni) e, a seguire, in provincia di Venezia (1,2 milioni). “Inoltre, anche se i dati indicano una diminuzione dei trattamenti di cassa integrazione e di mobilità in deroga – aggiunge Zaia – per evitare tensioni sociali è necessario comunque che il Ministero garantisca il rifinanziamento a livello nazionale degli ammortizzatori in deroga. Il solo fabbisogno del Veneto è stimato in 240 milioni per il 2013”.

“In ogni caso – conclude Zaia – continuiamo ad assistere alla diffusione di dati preoccupanti, dai quali facciamo fatica a intravedere quella ripresa, peraltro ancora debolissima, che il governo annuncia ogni giorno. Complessivamente, nel primo semestre 2013 si contano in Veneto 5.900 persone inserite nelle liste di mobilità, il 41% in più del primo semestre dell’anno scorso. La situazione, con Electrolux e altri casi, è destinata a peggiorare. Per poter intervenire in maniera più incisiva su lavoro e produzioni sarebbero sicuramente utili i 30 miliardi di risparmio nella spesa pubblica conseguibile se si applicassero i costi standard. E lo faremmo ancora meglio, con la serietà e la competenza tecnica che ci è sempre stata riconosciuta a livello nazionale, se potessimo usare qui da noi il residuo fiscale attivo di 21 miliardi che il Veneto vanta nei confronti dello Stato”.