“Quote latte” e la truffa Agea sugli algoritmi di vita di una vacca: andare fino in fondo

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latte in tazza
latte in tazzaManzato, Zaia e Berlato chiedono di indagare senza alcun riguardo e colpire chi ha sbagliato

Lentamente, ma la verità sul caso dei sistematici superi delle “quote latte” assegnate all’Italia dall’Europa pare venire a galla. Il rebus starebbe tutto in un banale algoritmo modificato a bella posta da qualche funzionario di Agea che ha modificato la vita media di una vacca, portandolo dai normali 8-9 anni fino gli assurdi ed improbabili 82 anni, con ciò facendo sballare i conti del sistema produttivo italiano, che si è trovato con una montagna di latte prodotto solo sulla carta, con i dati reali ben più bassi. Latte di carta che ha comportato all’Italia e ai produttori multe miliardarie dalla Comunità Europea.

“Noi vogliamo semplicemente la verità – dice senza giri di parole l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato -. Le indagini su AGEA facciano il loro corso ed approfondiscano tutto quello che è necessario al fine di raggiungere la certezza dei conti. E’ una questione annosa, complicata, che ha messo in ginocchio alcune aziende venete e non solo per anni – ha continuato Manzato – e se fossero stati applicati dei calcoli ingiusti siamo i primi a volerlo sapere e a pretendere il risarcimento dei danni”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della regione Veneto e già ministro all’agricoltura, Luca Zaia: “ho la totale fiducia nella magistratura: sulla partita delle quote latte lasciamole spazio per chiarire fino in fondo la questione. In questa vicenda io ho fatto il mio dovere e i carabinieri hanno fatto il loro dovere. Mi fa piacere che l’azione di assoluta trasparenza e legalità che ho portato avanti da ministro si sia tradotta in un’indagine dei Carabinieri che, in maniera assolutamente autonoma e serena, hanno rilevato alcune irregolarità sui numeri e hanno consegnato il loro lavoro alle procure. Mi risulta che vi siano persone indagate. Il mio interesse, l’interesse di tutti i cittadini, è che sia applicata fino in fondo la legalità”.

“Se fosse vero che i numeri sono sbagliati, come dicono i carabinieri, vorrebbe dire – ha concluso Zaia – che l’Italia ha pagato all’Europa 2,4 miliardi di multe per nulla, che non doveva pagare. Già questo sarebbe gravissimo, ma soprattutto farebbe tacere i tanti tromboni che hanno parlato fino ad oggi”.

Da Bruxelles interviene anche l’eurodeputato veneto del PPE Sergio Berlato, secondo il quale “troppi danni sono stati già fatti alla produzione nazionale ed agli allevatori onesti che si sono attenuti alle regole. Se di errore di calcolo si è trattato – prosegue Berlato – chi lo ha commesso dovrà pagare. In questi anni, a causa delle numerose multe comminate per lo splafonamento delle quote, tanti allevatori sono stati costretti a chiudere e molti altri hanno dovuto affrontare enormi sacrifici. Occorre andare fino in fondo per capire di chi siano eventuali responsabilità e soprattutto le ragioni per cui si sarebbe proceduto in questa maniera”.