Alexander Lonquich a Trento per la Filarmonica

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06.CarolinWidmann 07Concerto interamente dedicato a Schubert del celebre pianista accompagnato da violino e violoncello

Martedì 25 febbraio (ore 20.45) per la stagione 2014 della società Filarmonica di Trento il recital di un trio prestigioso di grandi solisti internazionali, qui riuniti nel segno di uno dei capitoli più alti della letteratura cameristica, quello firmato da Franz Schubert.

Una serata che offre l’eccezionale opportunità di ascoltare insieme i migliori talenti di una generazione già storica. Alexander Lonquich, nato a Trier in Germania ma ormai italiano d’adozione, con Schubert vinceva già nel 1977 il Primo premio al Concorso Casagrande. Da allora ha tenuto concerti in Europa, Giappone e Stati Uniti impegnato con direttori d’orchestra e artisti quali Claudio Abbado e Joshua Bell e orchestre del calibro della Camerata Salzburg, Mahler Chamber, Orchestre des Champs Elysées e Filarmonica della Scala. Il “Diapason d’Or” meritato nel 1992, il “Premio Abbiati” ricevuto nel 1993 e il “Premio Edison” ottenuto in Olanda nel 1994 attestano, per Lonquich, una notorietà oggi assoluta.

Carolin Widmann (violino) è nata a Monaco di Baviera e ha studiato a Colonia, Boston e Londra. Come solista si è esibita con la Gewandhausorchester di Lipsia, l’Orchestre National de France, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Tonhalle-Orchester di Zurigo sotto la direzione di Chailly, Norrington, Jurowski. A coronamento di una carriera strepitosa nel marzo del 2013 è stata nominata ‘artista dell’anno’ agli “International Classical Music Awards”. Dal 2006 è docente di violino al Conservatorio Felix Mendelssohn di Lipsia. Nato nel 1982 in una famiglia di origini tedesche e francesi Nicolas Altstaedt (violoncello) ha studiato a Berlino. Dopo aver vinto diversi concorsi internazionali nel 2009 ha ricevuto il ‘Borletti Buitoni Trust Fellowship’ e, nel 2010, il ‘Preis der Kulturstiftung’ a Dortmund. Una particolare sensibilità verso le espressioni artistiche contemporanee lo ha portato a essere un punto di riferimento per le nuove scritture riservate al violoncello (quelle di Haas, Kurtág, Rihm, Muhly) presentate con grande successo nei centri europei più prestigiosi. Nel 2012 è stato indicato da Gidon Kremer quale suo successore per il ruolo di Direttore Artistico del Festival Musicale di Musica da Camera di Lockenhaus.

Il programma del concerto è interamente dedicato all’ultimo Schubert, quello degli anni della malattia e dell’enorme slancio compositivo, che all’ormai celebre interrogativo «Spero ancora di riuscire a fare qualcosa di me stesso, ma come si può fare qualcosa dopo Beethoven?» pare qui rispondere affermativamente attraverso le sue ultime opere cameristiche, tra le più significative, intense e affascinanti della sua epoca.

Pubblicato da Diabelli nel 1846 con il titolo apocrifo Notturno, questo Adagio appassionato fu composto tra il 1827 e il 1828, pensato probabilmente come parte di un lavoro cameristico più ampio. L’atmosfera notturna, in ottica squisitamente romantica, è rintracciabile fin dal tema iniziale degli archi sugli accordi arpeggiati del pianoforte, a cui seguono alternandosi momenti contrastanti, drammatici e cantabili.

La Fantasia op. 159, destinata ad essere l’ultima opera per violino e pianoforte dell’autore, conserva invece in sé un carattere assai brillante, in cui le sezioni si susseguono senza soluzione di continuità. Centro della composizione sono le variazioni sul Lied Sei mir gegrüßt (Salute a te, 1822-3), attorno a cui ruotano il tema evocativo dell’Andante, un brioso rondò danzante e un virtuosistico Presto conclusivo.

Il Trio op. 100, forse una delle più belle pagine cameristiche dell’autore, fu composto in brevissimo tempo e accolto con entusiasmo già alla sua prima esecuzione nel dicembre 1827. «Attivo, virile, drammatico» a detta di Schumann, che vedeva nel primo movimento il vibrare «di un furore represso e di una appassionata nostalgia» e nell’Andante (tra l’altro sublime paesaggio sonoro nel film Barry Lyndon di Kubrick) «un sospiro che tradisce alla fine un’angoscia profonda». Un tema cupo, funereo, che dopo la leggerezza dello Scherzo ritorna come una dolorosa ossessione anche nel finale, in un’opera che racchiude in sé tutti i volti della sensibilità romantica.

Programma

F. Schubert (1797-1828)

Notturno D 897 in Mi bem. magg. per Trio con pianoforte

Fantasia op. 159 D 934 in Do magg. per violino e pianoforte (Andante molto – Allegretto. Andantino – Allegro vivace. Allegretto – Presto)

Trio n. 2 op. 100 in Mi bem. magg. D 929 (Allegro – Andante con moto – Scherzando. Allegro moderato. Trio – Allegro moderato)