Trentino Alto Adige, agenti di polizia contagiati da TBC contratta nei controlli ad immigrati

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accattonaggioEmanata una nota informativa dell’Isopol (l’associazione delle forze di pubblica sicurezza) in cui si sollecitano gli agenti ad operare con estrema attenzione

Quanto paventato dai più allarmisti, si sta pian piano materializzando: l’apertura indiscriminata delle frontiere e l’immigrazione irregolare e priva di accertamenti sanitari sta riportando silenziosamente ma sistematicamente nel territorio europeo ed italiano malattie da tempo eradicate ma facilmente contraibili, specie se i soggetti non sono protetti da una specifica profilassi, pratica che in Italia non si effettua più da almeno una ventina d’anni nel caso della TBC.

L’Isopol, l’associazione tra le varie forze di pubblica sicurezza operanti sul territorio italiano, ha diramato una circolare diretta a tutti gli operatori pubblica sicurezza per avvertirli dei rischi che corrono nel corso dei contatti ravvicinati con gli immigrati. Nel caso di specie, la nota emanata lo scorso 23 luglio riporta esplicitamente la possibilità di contrarre patologie come la TBC, cosa puntualmente verificatesi nel corso di esami di routine in capo ad alcuni agenti della polizia giudiziaria che hanno avuto a che fare con un gruppo di 18 mendicanti, tutti di origine rumena, con età compresa tra i 30 e i 60 anni d’età, cinque donne e tredici uomini, ciascuno citato con nome, cognome e data di nascita, tutti stanziati tra le province di Trento e di Bolzano. Un gruppo di persone dedito all’accattonaggio dinanzi ai supermercati o agli angoli della strada, risultanti senza fissa dimora.

Ora, il problema non è circoscritto ai soli agenti di pubblica sicurezza, poliziotti o vigili urbani che siano: potrebbero rimanere contagiati anche inconsapevoli cittadini che si avvicinano a costoro spinti da ragioni umanitarie o per fare una buon’azione. Salvo il rischio di risultare infettato da una patologia grave, contraibile per via aerea stando a stretto contatto con i soggetti “attivi”. Dinanzi a casi come questi, più che buonismo servirebbero atti cogenti, con il confinamento immediato in un centro specializzato di cura dei soggetti portatori della TBC per evitare l’innesco di un concatenamento contagioso tra la popolazione inconsapevole. Soprattutto, serve allertare la popolazione ad evitare contatti ravvicinati con soggetti sospetti e attivare al più presto controlli sanitari a tappeto su tutti gli immigrati. Nessuno deve scandalizzarsi di una campagna sanitaria generalizzata rivolta verso specifici soggetti: non si può nascondersi dietro l’accoglienza a prescindere praticata e propalata a piene mani da certi ambienti e poi doversi interrogare su come si è rimasti contagiati da Tbc, Scabbia, Ebola e malattie simili, tutte connesse a triplo filo con l’immigrazione massiccia e disordinata. Compito di uno Stato credibile è assicurare la certezza e lo stato sanitario di chi entra nel Paese, per identificare subito chi possa essere portatore di problemi alla sicurezza e all’incolumità dei cittadini.