Renzi e i gelati: i produttori artigianali tirano le orecchie al premier goloso

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renzi gelato polemica economist 1Lettera aperta al Premier Renzi del presidente dei gelatieri di Confartigianato Veneto in salsa Twitter: “#artigianatoèaltracosa”

Mal incolse al premier Renzi la golosità di un fresco gelato a mo’ di squillante e sfacciata risposta per le rime ad una copertina un po’ svillaneggiante di quell’Economist che lo ha ritratto come un discoletto spaesato con un cono di gelato in mano alle spalle dei “grandi” d’Europa.

Quando il settimanale inglese accusava Silvio Berlusconi di avere affondato l’Italia (“the man who screwed an entire country”, l’uomo che ha fottuto un intero paese) era autorevolissimo, ora che deride giocosamente Renzi lo è un po’ meno. Tocca al presidente dei gelatieri di Confartigianato Veneto, Marco Viel, mettere qualche puntino sulle “i” alla golosità discola e saccente del giovane Matteo, che in tema di gelato autenticamente artigianale è scivolato sulla classica buccia di banana.

«Egregio presidente del Consiglio, premetto che non ho nessuna intenzione di disquisire sull’opportunità o meno del piccolo, dolce e fresco intermezzo che ha offerto ai giornalisti i giorni scorsi. Ma, a giudicare dalla rilevanza che ne hanno dato stampa ed media, non solo italiani, è stata una grande occasione, sprecata, di marketing del vero patrimonio del nostro Paese: l’artigianato. Sprecata perché, – secondo Marco Viel – come purtroppo spesso accade, è stata del tutto travista, e mortificata, la natura artigianale, in questa occasione del gelato».

Già, il gelato: per Viel questo prodotto è «fiore all’occhiello dell’Italia, baluardo e forziere del vero “Made in Italy”, il sapere artigiano viene troppo spesso confuso, sfruttato a sproposito o, peggio, denigrato. Ci siamo oramai abituati anche se non ancora arresi a tentare di cambiare le cose. Non le nascondo – continua Viel – quindi la mia delusione nel momento in cui anche un esperto di marketing e comunicazione come Lei, sottolineando correttamente in modo negativo la natura “industriale” del cono che le hanno photoshoppato in mano sulla copertina dell’Economist, ha osannato la bontà dei prodotti artigianali italiani affiancandoli però ad un marchio che nulla ha a che fare con noi. Lancio un hashtag: #artigianatoèaltracosa».

Viel punta dritto su aziende che fanno sì prodoti buoni, ma non propriamente artigianali: «pur ammettendo che il prodotto Grom è “buono” (magari un po’ caro…), realizzato con maestria e correttezza, tutto si può dire tranne che sia artigianale. Per definizione, un prodotto che si fregia di tale qualità ha un requisito decisivo, che il gelato Grom non ha: non ci deve essere nessuna intermediazione industriale, il prodotto, nella fattispecie il gelato, deve essere fatto al momento, nel luogo in cui viene offerto al consumatore. Tanto per fare un paragone, utile soltanto a capire, tra il gelato Grom e quello artigianale vi è la stessa differenza che si riscontra tra un “piatto” fresco, magari una pasta, e un “precotto” riscaldato. Non è un mistero che il “cono” Grom viene elaborato in un unico centro produttivo, a Mappano di Caselle, nel Torinese, e da qui viene spedito ai vari distributori sparsi ovunque, ai quali spetta soltanto il compito di rendere fruibile il prodotto. In pratica, il gelato Grom è realizzato in modo da poter sopportare diversi giorni di stoccaggio. Quello che avete assaggiato, giusto per restare in tema, è stato preparato a centinaia di chilometri di distanza, frutto di una miscela pastorizzata, poi congelata e trasferita nei punti vendita, per essere mantecata prima di finire nel pozzetto del banco frigorifero. Un processo rigorosamente industriale».

Viel prosegue nella rampogna a Renzi: «non entriamo nel merito, tecnicamente più complicato, sull’uso o meno di additivi (un altro vanto dei produttori Grom): resta il fatto che per poter garantire un unico punto di realizzo del gelato (grande vanto a tutela della qualità) e il viaggio verso i molti negozi sparsi un po’ ovunque, il procedimento e i tempi tra produzione e consumo sono tali che escludono il gelato in questione dalla qualifica di “artigianale”. Tutto qui. Senza nulla togliere alla bontà dell’offerta Grom: gli esperti dicono che, sul piano industriale, quel gelato è indubbiamente buono, ma quello artigiano è semplicemente un’altra cosa».

Viel termina con un appello: «spero davvero che sia in Italia, in qualità di Premier, che in Europa, in qualità di Presidente del Consiglio Europeo, da oggi in poi Lei valorizzi il vero “Made in Italy” e la vera artigianalità. Grazie».