Crisi ortofrutta, Coldiretti Rovigo lancia la campagna “Scelgo Veneto”

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Coldiretti Polesine presidente luca giuriolo 2 1Giuriolo: «il comparto rischia di sparire, un danno per tutta l’economia polesana»

«La disastrosa crisi dei prezzi del comparto ortofrutticolo, che si trascina ormai da troppo tempo, non è più sostenibile dalle nostre aziende. E’ una crisi strutturale.

I produttori lavorano sottocosto da quattro anni, anche a causa della contrazione dei consumi interni (-8% nei primi mesi del 2014), poi si sono aggiunte le grandinate di agosto 2013 che hanno compromesso gli impianti nei comuni più vocati del Polesine; ora anche l’embargo russo che avrà come conseguenza che tutti i paesi che esportavano in Russia riverseranno frutta e verdura nel mercato interno europeo, con un surplus di offerta ed un ulteriore caduta dei prezzi. Di questo passo perderemo le aziende, i posti di lavoro, l’indotto e una larga fetta della nostra economia polesana. E nonostante tutto, il consumatore continua a pagare il prodotto salato”. Così il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, intervenuto alla conferenza stampa organizzata a Mestre da Coldiretti Veneto, per accendere l’attenzione sulle gravi difficoltà degli orto-frutticoltori di tutta la regione, in testa le province di Verona, Rovigo e Padova: il Polesine è il primo produttore di insalate in Veneto, con una superficie investita di 200 ettari per tre cicli produttivi, con una produzione media di 130-140.000 quintali/anno, il 40% della produzione regionale; sempre Rovigo è il secondo produttore di frutta in Veneto, con 1.712 ettari investiti, di cui 1.050 con alberi di pere, la frutta più coltivata, seconda solo ai territori veronesi; poi mele, pesche e kiwi.

Secondo i dati Istat relativi al secondo trimestre 2014, i prezzi alla produzione sono calati del 12,2% per la verdura e dell’8,9% per la frutta.

Coldiretti Veneto con l’Associazione polesana Coldiretti e le altre federazioni provinciali, ha presentato alla stampa i dati della crisi ed elaborato un documento di proposte che sotto lo slogan “Meglio italiano, scelgo Veneto”, lancia un cronoprogramma di azioni sindacali, al fine di stringere un patto coi consumatori che coinvolga la regione, i rappresentanti del governo, i mercati ortofrutticoli e la grande distribuzione organizzata.

«Da un lato – spiega Giuriolo – dobbiamo promuovere il consumo della nostra frutta e verdura che è un atto indispensabile per la salute delle persone; dall’altro occorre rivedere le filiere distributive perché non si può continuare a vendere un prodotto a qualche centesimo, sotto costo, mentre poi il consumatore lo paga qualche euro». Inoltre, per il presidente di Coldiretti Rovigo «c’è anche un problema di regole uguali per tutti i paesi europei. Oggi il nostro comparto subisce la concorrenza sleale di altri paesi Ue che hanno concesso deroghe sull’uso nelle loro campagne e sulla frutta raccolta in fase di conservazione, di fitofarmaci e principi attivi obsoleti o che da noi sono espressamente vietati dal Minisalute, ma che arrivano comunque in Italia con le importazioni».

Di seguito, un dettaglio sull’andamento dei vari comparti.

Pesche e nettarine

Il peso del Veneto non è elevato ma, se si considera che la produzione si concentra in Provincia di Verona, la crisi in atto presenta ripercussioni significative (2.700 ettari su 3.100 totali Veneto).

In Italia il valore della produzione supera i 500 milioni di euro. Il 19% del totale è esportato, per un valore che sfiora i 300 milioni di euro. I primi due mercati di sbocco in Europa sono la Germania (che assorbe quasi la metà delle pesche) e la Polonia. È importante notare che nonostante l’entità della produzione nazionale, sono significative anche le importazioni che rappresentano quasi il 5% della produzione, importazioni che quasi esclusivamente, per quanto riguarda l’Europa, provengono dalla Spagna.

Mele

La produzione veneta rappresenta il 7,7% a livello nazionale con più di 5.000 ettari a melo distribuite, in particolare, le provincie di Verona, Padova e Rovigo. Il valore della produzione italiana è di 850 milioni di euro con una propensione all’export significativa (28,5% della produzione e 564 milioni di euro in valore) e una minimale importazione. I due principali mercati di sbocco in Europa sono la Germania e la Spagna che, insieme, assorbono la metà delle esportazioni.

Pere

Aumenta ulteriormente il peso veneto nel comparto delle pere (12,9% sul totale nazionale) con più di 3.000 ettari investiti distribuiti nelle provincie di Rovigo, Verona, Padova e Venezia. La produzione italiana ammonta a 651 milioni di euro, le esportazioni rappresentano il 17,0% del totale, mentre sono significative anche le importazioni a livello europeo con il 4,9% sul totale. Il mercato tedesco si conferma e si affianca, come secondo paese importatore delle pere italiane, la Francia. Nel complesso questi due mercati assorbono il 40% delle esportazioni in Europa. La Spagna rappresenta invece il primo paese d’origine delle pere che importiamo, seguito a lunga distanza dai Paesi Bassi. Quest’ultimo dato dimostra come alcuni flussi di prodotti extra-UE trovino in alcuni paesi europei dei punti d’entrata. Infatti, i quantitativi che provengono dai Paesi Bassi sono probabilmente di origine extra Europea.

Kiwi

La produzione veneta di kiwi rappresenta quasi il 15% del totale nazionale e si distribuisce tra le provincie di Verona, Treviso e Rovigo con una superficie che, nel complesso, raggiunge i 3.300 ettari. È un mercato fortemente condizionato dalle esportazioni. Infatti, l’Italia produce in valore 208 milioni di kiwi che per il 59% sono esportati a livello europeo. Minimali sono invece le importazioni dall’Europa. La Germani si conferma come primo mercato anche per questo prodotto, seguita a breve distanza dalla Spagna. Il primo paese europeo per le importazioni, peraltro assolutamente minime, è il Belgio. Da questo paese entrano quindi flussi di prodotto dal resto del mondo.

Radicchi e lattughe

I radicchi e le lattughe sono raggruppati perché, per il commercio estero, rientrano nella stessa categoria. Tuttavia, giova rilevare che il Veneto sfiora il 45% della produzione nazionale di radicchio. Questo ortaggio è coltivato nelle provincie di Padova, Venezia, Verona, Rovigo e Treviso raggiungendo, nel complesso, una superficie complessiva che nell’ultimo anno ha superato i 9.000 ettari. A livello nazionale la produzione di lattughe e radicchi rappresenta un valore pari a 613 milioni di euro. La propensione all’export in ambito europeo è molto significativa, visto che rappresenta il 24,1% della produzione ma anche le importazioni sono tutt’altro che trascurabili: 13,4% sulla produzione nazionale. La Germania e l’Austria assorbono la metà delle esportazioni in ambito europeo, mentre importiamo lattughe principalmente dalla Spagna e dai Paesi Bassi.