Appuntamento per il cartellone della Stagione Sinfonica con il concerto diretto da Ton Koopman
Al Teatro Filarmonico di Verona prosegue la Stagione Sinfonica 2014-2015 con l’esecuzione della monumentale Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven (venerdì 31 ottobre 2014 alle ore 20.30; replica domenica 2 novembre alle ore 17.00).
L’Orchestra dell’Arena di Verona diretta da Ton Koopman, direttore, musicologo, organista e clavicembalista olandese, che festeggia i suoi settant’anni sul podio del Teatro Filarmonico alla guida dell’Orchestra areniana, esegue la partitura op. 125 in re minor, mentre le parti soliste, accompagnate dal Coro areniano, sono affidate a Yetzabel Arias Fernandez (soprano), Bogna Bartosz (contralto), Jörg Dürmüller (tenore) e Christian Senn (baritono).
La serata, che continua la proposta dedicata al Classicismo viennese, offre all’ascolto la più celebre delle sinfonie beethoveniane. La “Nona” per soli, coro e orchestra è l’ultima sinfonia del compositore di Bonn ed è il frutto di quasi trent’anni di gestazione, dal 1794 fino al 1822, anno in cui Beethoven inizia a dare corpo alle idee che confluiscono nel monumentale lavoro terminato nel febbraio del 1824 ed eseguito per la prima volta a Vienna il 7 maggio dello stesso anno. In questo vero e proprio capolavoro Beethoven fa una reale sintesi fra le tensioni idealizzate delle sinfonie Terza e Quarta e la lucida astrattezza della Settima, nel definitivo trionfo della forma classica, esaltata dalla forza emotiva e drammatica del messaggio che la sinfonia intende trasmettere. È in questa logica strutturale che s’insinua, nel 1817, un’idea che trova compimento nel quarto movimento: la parola cantata che, dopo un’ampia introduzione orchestrale, sorge dalle profondità gravi degli archi, cosicché coro e solisti concludono in un Finale vocale-strumentale. Tutto nella Nona tende al Finale, dove l’autore ridispone alcune strofe tratte dall’ode di Schiller An die Freude in base alle sue esigenze compositive, senza sminuirne la sostanza etica: la Gioia della libertà politica e di pensiero, per una resurrezione della coscienza civile e dello spirito dei popoli. E proprio nella Nona Richard Wagner vedrà «la compiuta opera d’arte dell’avvenire, e cioè il dramma universale del quale Beethoven ci ha dato la chiave artistica».