Venezia, sfondato di 60 milioni il patto di stabilità

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venezia panorama piazza san marco dal mare 1Il commissario Zappalorto presenta il bilancio 2015 vincolato ai tagli della spesa pubblica

Il comune di Venezia ha sforato il patto di stabilità per circa 60 milioni di euro e le decisioni future, in merito al bilancio 2015, dipenderanno dalle scelte del governo sulla materia.

Lo ha rilevato il commissario prefettizio Vittorio Zappalorto che è subentrato alla gestione della città dopo le dimissioni del sindaco Giorgio Orsoni indagato nella vicenda Mose. Per Zappalorto l’indebitamento è frutto in parte della gestione 2014 ma soprattutto degli 80 milioni passivi di euro accumulati negli anni precedenti nelle giunte a guida centrosinistra.

Si attende ora – secondo Zappalorto – le decisioni che il governo prenderà sul “caso Venezia” e quindi sulla riduzione di trasferimenti da una parte e sulle sanzioni per lo sforamento dall’altra. «In base alle decisioni governative – ha sottolineato Zappalorto – la gestione commissariale avrà due strade: la prima a fronte di un eventuale “salva Venezia” porterà alla redazione di un bilancio per il solo 2015 se il governo in qualche modo colmerà parte del vuoto economico creato; la seconda, se ciò non accadesse, sarà quella di progettare un bilancio in progress su più anni». Entrambe le opzioni verranno lasciate in eredità, per l’approvazione politica, alla nuova amministrazione che si insedierà a Cà Farsetti con le elezioni amministrative di maggio prossimo.

Ad “appesantire” il bilancio del Comune di Venezia, negli anni, è stata la Legge speciale che, nata prima del patto di stabilità, è poi diventata uno strumento da 202 milioni di pagamenti che sono diventati una sorta di “peso” nel bilancio. A ciò si aggiunge, in termini diversi, la partecipata Cmv, società immobiliare che gestisce anche le sedi del Casinò, che genera passivi che pesano sul bilancio. Il percorso del bilancio 2015 quindi, se per la Legge speciale non potrà tener conto – secondo Zappalorto – potrebbe invece incidere sulla gestione della Cmv con decisioni che riguardano ad esempio la vendita o meno di immobili o terreni, anche funzionali alla casa da gioco, acquisiti in passato. Per Zappalorto, di fatto, il destino di Venezia è legato a doppia mandata a quello del Casinò e il tutto si collega a quanto il Governo deciderà sul futuro di Venezia e i relativi atti che il Commissario quindi potrà fare nonostante l’uscita dal patto di stabilità.

Unica certezze – ha sottolineato Zappalorto – è quella che non si andrà a tagliare là dove si è già fatto. Il sociale quindi non dovrebbe più essere toccato dal bilancio, mentre oltre alle sorti del Casinò potrebbe entrare in gioco, a caccia di denaro, il personale o le poche altre municipalizzate dove è ancora possibile intervenire agendo sul controllo di spesa ed utilizzando sinergia tra le stesse.