Il caldo eccessivo causa una drastica diminuzione della portata dei corsi d’acqua e delle falde

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siccità pianta campo
La Cia Padova denuncia i danni da siccità nelle campagne

 

siccità pianta campoLa siccità non da tregua alle campagne, e il terreno agricolo è sempre più stressato dalla mancanza di acqua. In poco più di tre mesi sono scesi appena 70 millimetri di pioggia sul suolo padovano, e i Consorzi di Bonifica impongono un grande sacrificio alle aziende agricole del territorio, provvedendo ad una riduzione significativa dell’irrigazione. L’acqua nel Brenta e nel Naviglio scarseggia, e sono innumerevoli le necessità espresse dalla Riviera del Brenta per far fronte all’allarme siccità. 

I Consorzi di Bonifica consentono l’arrivo di acqua dai fiumi che attraversano il territorio. A Padova, in particolare, tramite i canali regionali San Gregorio e Piovego, le acque arrivano al nodo idraulico di Strà, attraversando gran parte della provincia di Padova e interessando anche tutto il bacino dell’area del Piovese. Ma anche nell’alta Padovana, nei comuni di Gazzo, Campodoro, Piazzola sul Brenta, Villafranca padovana, Mestrino, San Pietro in Gu’, Carmignano e Grantorto. Il problema della siccità, però, si sta riversando drammaticamente sul mondo agricolo, cui è chiesto di stringere la cinghia sull’irrigazione, mettendo a repentaglio mesi, se non addirittura anni, di duro lavoro nei campi, per non parlare del danno economico che ne deriva, al momento non quantificabile con precisione visto che la siccità avrà ripercussioni anche sulle colture autunnali.

«Le temperature elevate a cui stiamo assistendo stanno causando danni ingenti anche ai circa 750 allevamenti bovini da latte presenti nel padovano – dichiara il direttore di CIA Padova, Maurizio Antonini –  L’eccessivo calore provoca un notevole stress negli animali, e ciò determina una diminuzione del 20% nella produzione di latte, con danni economici significativi per gli allevatori». «A ciò si aggiunge la riduzione nei turni di irrigazione da parte dei Consorzi di bonifica, che metterà a repentaglio la produzione di 50.000 ettari di mais, 4.000 ettari di orticole, 700 ettari di frutteto suddivisi tra mele e pere, e 5.800 ettari di vigneto – sottolinea il presidente di CIA Padova, Roberto Betto –. In questa fase vegetativa la pianta ha bisogno di acqua per poter poi fare il frutto. Ma in queste condizioni si prospetta un autunno durissimo per le nostre aziende, e si conferma per l’ennesima volta come gli agricoltori continuino ad essere i soggetti più duramente colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici in atto».