Passo del Brennero, secondo giorno di mobilitazione di Coldiretti

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Scoperti nuovi carichi di merce estera marchiata italiana. Martina: «bisogna cambiare i sistemi di controllo a tutela del vero “Made in Italy” agroalimentare». Moncalvo: «la mobilitazione continua ad Expo»

 

coldiretti brennero 2015 passaggio tir tra manifestantiLa mobilitazione di sostegno al “Made in Italy” agroalimentare continua dalla frontiera del Brennero fino all’Expo dove giungeranno decine di migliaia di agricoltori e allevatori di Coldiretti il prossimo 15 settembre. In occasione della Giornata nazionale dell’agricoltura, promossa da Coldiretti, gli agricoltori intendono far conoscere al mondo il meglio dell’agroalimentare italiano e combattere i falsi.

Lo ha annunciato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, al presidio degli agricoltori al Brennero dove sono stati fermati e verificati decine di camion e tir, con il contributo determinante delle forze dell’ordine, dalla Guardia di Finanza ai Carabinieri dei Nas, dalla Polizia ai Vigili del fuoco. 

«Abbiamo smascherato – ha sottolineato Moncalvo – il commercio di schifezze destinate ad essere vendute come “Made in Italy” con l’inganno per i consumatori ed il danno per agricoltori e allevatori costretti a chiudere le aziende. Dalle cagliate industriali destinate a Napoli per produrre mozzarelle senza latte alla “mozzarella fresca” già imbustata con etichetta in italiano e il tricolore, ma prodotte in Polonia, dalle pancette fresche tedesche destinate a diventare italiane con la stagionatura che – ha evidenziato Coldiretti – è stata posta sotto vincolo sanitario dei Nas fino allo yogurt “Valgardena” scritto rigorosamente in Italiano, ma proveniente dalla Germania, fino alle carote e ai cavolfiori in confezioni con i colori della bandiera italiana, diretti a Catania, con etichetta rimovibile pronte ad essere spacciate come italiane».

Non solo: l’elenco che snocciola Moncalvo è lunghissimo: «e ancora porri svedesi e lattughe olandesi, ma soprattutto fiumi di latte tedesco in cisterne diretti ad una grande multinazionale straniera e destinati ad essere venduti come latte o formaggi italiani perché non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza». “Europa svegliati” ha urlato ripetutamente il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo nel chiedere «un cambiamento della politica europea nell’interesse dei cittadini. Sul cibo abbiamo bisogno di regole diverse che garantiscano la qualità dell’alimentazione e la trasparenza dell’informazione ai consumatori. L’Italia ha la storia, i prodotti ed oggi anche la credibilità e le capacità – ha concluso Moncalvo – per guidare questo percorso in Europa».

Al Brennero hanno partecipato numerose delegazioni territoriali di Coldiretti. L’associazione di Rovigo ha scoperto verdure, cipollotti, prezzemolo, carote, cavolfiori e porri provenienti addirittura dalla Svezia, destinati ad una cooperativa lombarda e ai mercati generali di Verona. C’è perfino l’impossibile nei tir diretti in Italia. «Fa specie che arrivino in Italia proprio le verdure, i porri, pomodori, carote e cavolfiori – commenta il direttore di Coldiretti Rovigo, Silvio Parizzi dal sit-in al Brennero – che crescono al sole nelle nostre campagne polesane, in particolare nel comprensorio di Lusia e Rosolina; sono importati da paesi notoriamente freddi, dove si praticano le coltivazioni forzate fuori suolo, perché non hanno alternative. E’ evidente che c’è qualcosa che non va in questo continuo flusso di prodotti indistinto, senza stagione e spesso poco trasparente, che attraversa le nostre frontiere. Mentre le nostre verdure restano invendute ne arrivano da tutte le parti del mondo».

coldiretti brennero 2015 maurizio martinaNumerosa e differenziata la presenza di politici di tutti gli schieramenti al Brennero che sono convenuti per sentire dalla viva voce del ministro alle politiche agricole Maurizio Martina. «Voi tenete alta l’attenzione sul futuro dell’agricoltura italiana» ha detto il ministro di ritorno da Bruxelles, ha spiegato che la Commissione europea ha stanziato 500 milioni aggiuntivi per il latte, la zootecnia e la carne. «Sono soldi che andranno alla tutela del reddito degli allevatori italiani ed europei. Il messaggio “Europa svegliati” che voi della Coldiretti lanciate qui al Brennero è un messaggio importante, perché non ci sarà nessuna azione di politica nazionale che da sola sappia cambiare lo scenario, se non ci sarà un salto di qualità nelle politiche europee». Per Martina «questo vale tanto per una questione drammatica come quella dei migranti, quanto per la difesa di interi settori dell’economia reale, serve in sostanza una politica europea nuova. Il fatto politico nuovo e interessante di queste ore è che Bruxelles si rende conto che servono misure straordinarie, perché la crisi non è una crisi di singoli paesi ma è una crisi europea. Ieri il Consiglio ha discusso per la prima volta una proposta della Commissione ovvero 500 milioni di euro aggiuntivi da spendere subito in particolare per la filiera del latte, della zootecnia e della carne. Questo si aggiunge al lavoro fatto negli ultimi mesi e alle risorse aggiuntive che pure noi abbiamo destinato all’agricoltura come i 120 milioni per il piano latte e i 70 milioni per le ristrutturazioni aziendali. Martedì prossimo al Consiglio europeo a Lussemburgo ci sarà l’atto finale di delibera di questo piano e questo coincide con la nostra giornata finale all’Expo a Milano».

«Bisogna cambiare gli strumenti di tutela del vero “Made in Italy” agroalimentare» ha ribadito Martina sottolineando come «due settimane fa per la prima volta a Madrid abbiamo fatto firmare un documento a Francia, Spagna e Portogallo sul tema dell’etichettatura e origine per il latte e i suoi derivati ed è la prima volta che questo tema viene condiviso fra diversi Paesi. E questo significa che la battaglia di questi Paesi può diventare una battaglia europea e non solo italiana. Dopo il Consiglio di martedì prossimo a Lussemburgo scriverò al Commissario per far leva su questo documento, per riproporre il sistema delle etichettature, anche perché su questo fronte la Commissione e sempre troppo timida. Anche l’ultima relazione che ci hanno presentato francamente è inaccettabile. Dobbiamo pertanto andare avanti e dopo il piano straordinario per la zootecnia, dobbiamo insistere sull’etichettatura e la tracciabilità per riuscire a rinnovare il rapporto fra cittadini e produttori. L’obiettivo ultimo – ha concluso Martina parlando davanti a centinaia di agricoltori al Brennero – rimane quello di riuscire a difendere il reddito delle persone che spendono la loro vita con passione nell’agricoltura italiana». 

Le dichiarazioni del ministro sono state accolte favorevolmente dalla categoria. «L’accordo raggiunto a Bruxelles dai ministri agricoli accoglie molte nostre proposte con il via libera all’ammasso privato per i formaggi, il burro e il latte in polvere e le carni suine, in particolare i prosciutti, e lo stanziamento di 500 milioni di euro di risorse aggiuntive per gli allevamenti che si potranno aggiungere alle misure nazionali – afferma Moncalvo -. Un risultato importante, anche perché entro una settimana le misure annunciate diventeranno realtà, peraltro lasciando la possibilità agli Stati membri di scegliere le modalità migliori per aiutare gli allevamenti in difficoltà, dal latte alla carne. E’ chiaro comunque che la madre di tutte le battaglia resta l’indicazione dell’origine in etichetta per tutti i prodotti alimentari sulla quale si stanno realizzando importanti convergenze tra i diversi paesi dell’Unione». 

Tronando ai controlli effettuati da Coldiretti sulle merci in transito al Brennero, tantissimi i carichi di carne, suina in particolare proveniente dall’estero, tanto che Coldiretti lancia “sos prosciutti”. Dalle stalle italiane sono scomparsi seicentomila maiali dall’inizio della crisi, “sfrattati” dalle importazioni di carne di bassa qualità dall’estero per realizzare falsi salumi italiani, «con il concreto rischio di estinzione per i prelibati prodotti della norcineria nazionale, dal culatello di Zibello alla coppa piacentina, dal prosciutto di San Daniele a quello di Parma, la cui produzione è calata del 13% dall’inizio della crisi nel 2008».

L’importazione di cosce estere – sottolinea Coldiretti – da destinare a prosciutto crudo o cotto o speck è balzata dell’8,5% nel 2014 rispetto all’anno precedente con gli arrivi che giungono per il 31% dalla Germania, per il 19,4% dall’Olanda, per il 16,3% dalla Danimarca e il 9,4% dalla Spagna. Ma nell`ultimo anno 2014 – aggiunge Coldiretti – è aumentato del 26,5% anche l`import di maialini che provengono soprattutto da Danimarca e Olanda. La chiusura forzata degli allevamenti è stata causata dall`impossibilità di coprire i costi di produzione per i bassi prezzi provocati dalle importazioni dall`estero di carne di bassa qualità, allo scopo di ottenere prosciutti da “spacciare” come “Made in Italy” grazie alla mancanza dell’obbligo di indicare in modo chiaro in etichetta la provenienza. In Italia due prosciutti su tre oggi provengono così dall’estero senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta. Un inganno – denuncia Coldiretti – per i consumatori e un danno per gli allevatori italiani impegnati a rispettare rigidi disciplinari di produzione per realizzare carne di altissima qualità. In Italia nel 2014 sono state importate 62,3 milioni di cosce di maiali dall’estero destinate ad essere stagionate o cotte per essere servite come prosciutto o speck italiano, a fronte di una produzione nazionale di 23 milioni. E’ una situazione – spiega la Coldiretti – che rischia di compromettere per sempre la potenzialità produttiva nazionale con una destrutturazione degli allevamenti difficilmente recuperabile che mette a rischio l’essenza stessa di molti tesori agroalimentari del “Made in Italy”, per i quali si registra, nonostante la crisi, un aumento della domanda interna ed estera.coldiretti brennero 2015 controllo tir coscie maiale