Tour politico del ministro alle riforme Boschi tra Padova e Trieste

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Boschi: «garantita l’autonomia del Friuli Venezia Giulia»

 

marie elena boschi 2Il volto presentabile del Governo Renzi impersonato dalla bella ministra alle riforme Maria Elena Boschi ha trascorso la giornata del sabato in un tour politico tra Padova e Trieste ad altrettanti appuntamenti organizzati dal Partito Democratico.

A Praglia (Padova) ad un convegno del Pd Veneto, Boschi ha esordito parlando di riforme: «in 18 mesi di governo abbiamo messo mano a riforme rimaste ferme da anni e, di fronte a chi dice che facciamo troppo di fretta, a me viene il dubbio che andassero troppo piano quelli di prima. Abbiamo da qui al 13 ottobre la necessità di chiudere questo provvedimento – ha aggiunto Boschi parlando poi della riforma del Senato – . Non voglio dire che sono 30 anni che discutiamo di queste riforme, su cui comunque non ci siamo inventati niente di nuovo ma abbiamo ripreso le proposte dell’Ulivo, dei saggi di Napolitano e di Letta, ma è un tema su cui abbiamo avuto 3.600 interventi fra Camera e Senato e 4.440 votazioni. Abbiamo questa determinazione perché sappiamo che le riforme costituzionali sono uno dei passi per avere un Paese più giusto e che funziona meglio». 

marie elena boschi 1Riguardo agli 85 milioni di emendamenti presentati dal leghista Roberto Calderoli al Senato per ostacolare la riforma della Costituzione, Boschi usa l’ironia: «gli algoritmi sono intelligenti, ma gli uomini lo sono di più. Non è una battaglia fra il Pd e la Lega o fra me e Calderoli, che comunque non ci spaventa e che ha già perso la battaglia sulla legge elettorale, ma è una battaglia fra la democrazia e l’ostruzionismo».

Allargando il discorso, Boschi ha sottolineato che «il Pd è in grado di rappresentare una risposta seria di fronte alle tante persone che serie non sono e a chi tifa contro. Dall’altra parte abbiamo persone che tifano contro l’Italia: il Movimento 5 Stelle, la Lega di Salvini, Renato Brunetta. Noi non molliamo di un centimetro e non è un caso se dopo anni di dati negativi ora ci sono dei dati positivi. Va bene discutere negli spogliatoi, ma in campo si scende tutti assieme e non bisogna dividersi. Il congresso è finito, non è permanente – ha concluso – bisogna ora fare un’operazione di apertura, perché se ci chiudiamo in noi stessi perdiamo. Dobbiamo coinvolgere persone che finora non abbiamo coinvolto, proponendo soluzioni e cercando di rappresentare davvero un’alternativa».

Riflettendo sul fallimento elettorale del PD alle regionali venete, Boschi guarda al futuro: «possiamo capovolgere il risultato delle regionali 2015 iniziando già oggi a preparare il lavoro per la prossima volta. Al di là di tutte le analisi sui motivi per cui non siamo riusciti a vincere e degli errori che abbiamo fatto, tutti assieme, posso dire che avevamo creduto alla possibilità di vincere ed è fondamentale metterci energia e passione, giocarcela fino in fondo – ha aggiunto – . Credo che qui in Veneto abbiamo tutte le possibilità per ribaltare il risultato, possiamo farlo se portiamo anche in Veneto il cambiamento che stiamo portando avanti con governo. Se la stessa concretezza riusciremo a portarla anche qui, saremo credibili anche in Veneto».

Rapida corsa a Trieste per partecipare al convegno “Ancora Europa”, Boschi è tornata sulla riforma costituzionale e all’ostruzionismo: «non voglio suggerire soluzioni al presidente Grasso, ma nelle pieghe del regolamento si devono trovare, non si deve pensare che l’ostruzionismo vinca sulla democrazia. Il presidente Grasso fa il suo lavoro nella sua autonomia. Mi auguro che trovi, nel rispetto del regolamento, le risposte a una situazione che è comunque inedita, perché mai un parlamentare aveva presentato 85 milioni di emendamenti».

Per Boschi «il fatto di avere come presidente del Consiglio il segretario del partito più forte numericamente dà molta più forza al governo e, soprattutto, evita divergenze e competizioni all’interno del partito. Credo che dia maggiore spinta all’azione riformatrice dell’Esecutivo. Sono convinta che sia una buona scelta».

Sempre parlando di riforme, a Trieste Boschi ha aperto ai rappresentanti di Forza Italia: «i numeri per le riforme che abbiamo deciso di approvare ce li abbiamo, ma se un pezzo dell’opposizione votasse con noi sarebbe un valore in più per le riforme e il riconoscimento di un lavoro che è stato fatto insieme. Stiamo votando il testo che hanno votato un anno fa. Ora diventa difficile per loro spiegare perché non lo votano più. Noi comunque non abbiamo mai aspettato Forza Italia e non la aspettiamo nemmeno questa volta. Andiamo avanti per la nostra strada».

A Trieste non poteva mancare un accenno alla specialità del Friuli Venezia Giulia nell’ambito della riforma costituzionale: «abbiamo fatto una scelta precisa. Nonostante le voci diverse, abbiamo scelto di salvaguardare la specialità delle Regioni a statuto speciale. Su questo tema c’è un dibattito molto acceso», ma ha rimarcato che è stato anche raggiunto «un accordo per salvaguardare la specialità e inserita una clausola di salvaguardia, per cui la riforma costituzionale si applicherà alla Regioni a statuto speciale solamente dopo aver raggiunto un’intesa».