Veneto sulle barricate sui tagli agli enti locali e al fondo sanitario previsto dalla Finaziaria

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Zaia: «Renzi propone solo tagli orizzontali e niente costi standard. La situazione sta diventando insostenibile anche per chi non spreca, come il Veneto»

 

veneto luca zaia coletto ass sanitàLa legge di Stabilità (la “vecchia” Finanziaria) che il Governo Renzi deve approvare entro il 15 ottobre per poi sottoporla alla validazione della Commissione europea, sta scontentando tutti gli enti locali.

Secondo il Governatore del Veneto, Luca Zaia, in sede di Conferenza dei Presidenti delle Regioni convocata per discutere della legge di stabilità, «niente costi standard né in sanità né in altri settori, politica dei tagli trasversali confermatissima, anche se da questo Governo non c’era da aspettarsi altro. Per le Regioni, e paradossalmente non si salvano nemmeno quelle virtuose come il Veneto, saranno lacrime e sangue. Il nostro giudizio è assolutamente negativo. Il Veneto è sulle barricate».

Secondo Zaia, Renzi «vuole tagliare il 36% della spesa regionale senza preoccuparsi di tagliare gli sprechi veri applicando i costi standard dove davvero si buttano via i soldi, ma sui ministeri ci si limita a un modesto 12-13%. In questa fase non è proprio il caso di parlare di fondi o fondini perequativi di nessun genere. La verità è che rischiamo seriamente di dover dire ai cittadini che se si vogliono curare sarà meglio che si assicurino. Ma il Veneto non ci sta e non ci starà mai a rimettere le mani nelle tasche della gente. Siamo gli unici a non aver imposto l’addizionale regionale Irpef e non lo faremo mai».

«Per una Regione virtuosa come il Veneto – ha incalzato Zaia – dal 2010 ad oggi sono stati tagliati 900 milioni in generale; 230 milioni in meno arrivano per il solo 2015 ad una delle poche sanità con i conti in attivo d’Italia, nuovi tagli già pronti per il 2016. Una situazione drammatica e inaccettabile, anche in considerazione del fatto che se ovunque si applicassero i criteri gestionali del Veneto, lo Stato potrebbe risparmiare 30 miliardi l’anno, pari a un terzo degli interessi sull’intero debito pubblico nazionale». 

L’assessore veneto alla Sanita, Luca Coletto, guarda alla sanità, che in Veneto assorbe gran parte del bilancio regionale: «il “Patto Nazionale per la Salute” è oramai carta straccia. Praticamente a solo un anno dalla “storica” firma tra Governo e Regioni, Renzi e la Lorenzin non hanno mantenuto un impegno che sia uno. Di fatto si sta violando il diritto costituzionale alla sanità universale. Senza applicare i costi standard e risparmiare dove si spreca davvero l’insostenibilità è alle porte anche per i virtuosi come il Veneto. Dicano ciò che vogliono – incalza Coletto –, ma la sanità sta finendo in ginocchio. La realtà è un taglio alle Regioni di 2,3 miliardi già quest’anno, ai quali si aggiungerà un 2016 da paura: rispetto a quanto previsto dal “fu” “Patto Nazionale per la Salute” (un aumento del Fondo Sanitario di 3 miliardi) ne resta uno. Sulle spalle delle Regioni, alla faccia dei solenni impegni più volte sbandierati, resterà un ulteriore miliardo di spesa aggiuntiva determinata dai maggiori costi per erogare i nuovi farmaci per l’epatite e gli altri farmaci innovativi. Di fatto si tratta di almeno 3 miliardi di tagli».

Secondo Coletto «siamo pericolosamente vicini alla soglia del 6% del Pil indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sotto la quale inizia a diminuire l’aspettativa di vita delle persone. Una responsabilità che, fossi in un membro del Governo, non sarei assolutamente disposto ad accollarmi».