Riforma costituzionale, Al Senato la maggioranza di centro sinistra blinda l’autonomia del Trentino Alto Adige

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delegazione senatori taa da renzi
Semplificate anche le norme che regolano l’aggiornamento della specialità

 

delegazione senatori taa da renziLa riforma della Costituzione in discussione al Senato blinda l’autonomia del Trentino Alto Adige e la rafforza, semplificando anche i processi volti a definirne il perimetro.

L’articolo 39 nella riformulazione approvata al Senato prevede che, come sottolinea un soddisfatto Vittorio Fravezzi (Upt), vicepresidente vicario del Gruppo Per le Autonomie, «per le autonomie speciali resterà in vigore la Costituzione ancora vigente sino alla revisione dei rispettivi statuti d’autonomia. Non si parla più di “adeguamento” degli statuti, bensì viene inserito, in Costituzione, un termine più neutrale, ossia “revisione”. Con ciò si vuole sottolineare che l’eventuale modifica degli statuti non equivarrà ad un “adeguamento” di merito alle disposizioni centralistiche previste nella nuova Costituzione. Siamo poi riusciti ad elevare a rango costituzionale il principio dell’“autonomia dinamica” nonché il principio fondamentale che per diverse situazioni debbano essere trovate soluzioni differenziate: quelle Autonomie speciali che hanno dimostrato di funzionare possono essere potenziate, le altre, di fatto, no».

A portare a casa il risultato sono stati in particolare i senatori Karl Zeller, Hans Berger (Svp) e Francesco Palermo (Pd-Svp), che sottolineano come «il miglioramento e l’ampliamento della clausola di salvaguardia per le autonomie speciali ed il principio dell’“autonomia dinamica” sia stato elevato a rango costituzionale. In terza lettura al Senato – spiega Zeller, presidente del gruppo per le autonomie – siamo riusciti a correggere il testo della Camera dei deputati che prevedeva un depotenziamento del nuovo Senato delle Regioni. Abbiamo ripristinato le sue funzioni di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l’Unione Europea. In questo ambito il Senato eserciterà una funzione di coordinamento e di controllo – aggiunge ancora Zeller -. Inoltre potrà eleggere due dei quindici giudici della Corte costituzionale. Anche i cittadini-elettori avranno più voce in capitolo sulla scelta dei futuri senatori, che dovranno rappresentare il loro territorio a Roma. Questa riforma costituzionale, diversamente da quella del 2001, riduce i poteri delle Regioni. Impossibile per il gruppo per le autonomie contrastare questo orientamento, considerando che le regioni a statuto ordinario, dirette interessate, non si sono opposte e che in Parlamento vi è a tal riguardo un consenso trasversale – ad eccezione del nostro gruppo e della Lega Nord»

«Un importante riconoscimento per la nostra autonomia» afferma il segretario politico del Patt, senatore Franco Panizza, a commento dell’approvazione dell’emendamento all’articolo 39 della riforma costituzionale riguardante le autonomie speciali. «E’ stata una trattativa politica difficile, ma il Governo – sottolinea Panizza – ha capito che di fronte a una riforma che ridimensiona l’assetto regionalista, diventava per noi dirimente uno specifico passaggio di tutela delle autonomie speciali. Con quest’emendamento abbiamo salvaguardato giuridicamente e politicamente la nostra specialità, dando ora tutto il tempo necessario alle due Province per procedere assieme alla revisione dello statuto d’autonomia. Nel frattempo, siamo riusciti ad avocare alle due Province nuove competenze, tra cui quella importante per il nostro territorio, sull’ambiente».

Fuori dal coro il senatore della Lega Nord Sergio Divina, che parla «di occasione persa per avviare una vera riforma in senso federalista dello Stato. Qui assistiamo semmai ad un neo centralismo, dove alcune competenze ora in capo alle regioni ordinarie tornano in mano allo Stato. Anche per le autonomia speciali la riforma non è un bel segnale, perché diverranno ulteriormente oggetto di attacchi da parte delle regioni ordinarie che lamentano la disparità di trattamento».