Canone Rai, coloro che hanno già disdettato esentati dal pagamento

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Bizzotto: «una vittoria importante per mezzo milione di italiani contro la porcheria del canone in bolletta»

 

rai way antenne impianti trasmissioneNuova puntata sulla querelle del pagamento del canone Rai dovuto per il 2016. Mentre dal ministero delle Finanze non si sono ancora pienamente definite le modalità per il pagamento e per l’esenzione, sul fronte politico si sottolinea come coloro che negli anni trascorsi hanno fatto richiesta di disdetta del canone, cosa attualmente non più possibile, sono esentati dal pagamento della gabella, ma devono comunque presentare la dichiarazione sostitutiva. Ne dà notizia l’europarlamentare vicentina della Lega Nord, Mara Bizzotto: «il canone in bolletta è una doppia rapina di Stato! Ma non pagheranno il nuovo canone i cittadini che avevano effettuato regolare disdetta e che ora dovranno presentare la dichiarazione sostitutiva: in Veneto interessate oltre 70.000 persone!»

Per Bizzotto, che da anni sta portando avanti, in Italia e in Europa, una feroce battaglia per l’abolizione del Canone Rai, «mezzo milione di italiani cosiddetti “disdettanti”, ovverosia tutti quei cittadini che in questi anni hanno fatto regolare disdetta del Canone Rai chiedendo il suggellamento della propria televisione (indipendentemente dal fatto che gli ispettori poi abbiano o meno provveduto all’operazione di suggellamento della TV), non pagheranno il nuovo canone Rai che il Governo Renzi ha follemente deciso di mettere nella bolletta elettrica. Si tratta di un risultato importantissimo  – sottolinea Bizzotto – e di una grande vittoria per chi, come noi, in questi mesi ha strenuamente combattuto ad ogni livello affinché fosse riconosciuto ai cittadini “disdettanti” il loro diritto ad essere esonerati da questa assurda imposta. Stiamo parlando di numeri davvero molto importanti dal momento che in questi anni sono stati oltre 500.000 gli italiani che hanno effettuato regolare disdetta del Canone Rai, di cui oltre 70.000 nel solo Veneto. Di questi, circa 50.000 sono stati operati dallo storico Comitato vicentino del CLIRT, vero pioniere a livello veneto e nazionale nella battaglia contro il Canone Rai».   

«Il canone Rai nella bolletta elettrica, la cui applicazione rimane alquanto caotica e di dubbia regolarità, è una vera porcheria ideata dal Governo Renzi contro la quale daremo battaglia in ogni sede – spiega l’eurodeputata Bizzotto –. Nel caos generale di questa riforma sono arrivati in questi giorni i primi decreti attuativi, tra i quali uno che recepisce la richiesta che noi della Lega Nord, insieme al CLIRT, avevamo fortemente sollecitato in Parlamento già durante la discussione della Legge di Stabilità con degli specifici emendamenti (presentati dagli onorevoli Caparini, Busin e Guidesi): l’esonero dal pagamento del nuovo Canone per gli italiani che in questi anni avevano operato, in conformità alla Legge vigente, la regolare disdetta del vecchio canone e che, nel 99,9% dei casi, sono ancora in attesa che gli ispettori vadano a suggellare la televisione che legalmente detengono e guardano. Ora questi cittadini disdettanti, per non pagare il nuovo canone, hanno tempo fino al 30 aprile 2016 per inviare l’apposita dichiarazione all’Agenzia delle Entrate: per le annate successive questa operazione dovrà essere ripetuta ogni anno entro il 31 gennaio». 

Per Bizzotto «il canone Rai in bolletta rimane un provvedimento letteralmente scandaloso che è addirittura peggiorativo rispetto al vecchio canone: e chissà cosa succederà con tutti gli altri decreti attuativi che il Governo aveva promesso per metà febbraio e che a tutt’oggi restano invece fantasmi. Costringere gli italiani a pagare questa tassa, ingiusta e fuori dal tempo, nella bolletta della luce è una doppia rapina di Stato! L’unica riforma possibile per il canone Rai è la sua cancellazione definitiva: e su questo non ci possono essere dubbi, perché la televisione di Stato italiana rappresenta, in negativo, qualcosa di unico in Europa e nel mondo. Senza parlare degli scandali, dei disservizi e delle macroscopiche violazioni delle normative comunitarie che caratterizzano la Rai e il canone».