“Venice Terminal Passeggeri”: buono il 2015 e previsioni per il 2016 ottimistiche

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Vtp Venezia terminal passeggeri stazione marittima
Tracciato consuntivo 15 anni di mandato del presidente Sandro Trevisanato in attesa della vendita della società

 

Vtp Venezia terminal passeggeri stazione marittimaI vertici di Venice Terminal Passeggeri (Vtp) hanno colto l’occasione della conferenza stampa di consuntivo 2015 e previsione 2016 per fare il punto su quindici anni di mandato, che è stato prorogato solo in attesa del completamento della gara di vendita della società. 

«Dai 300.000 crocieristi di 15 anni fa – ha ricordato il presidente, Sandro Trevisanato – siamo arrivati al record di 1.815.000 del 2013 e alle 708 “toccate” del 2014, con l’impatto del limite delle 96.000 tonnellate che si è fatto poi notevolissimo. I dati di bilancio parlano di un fatturato passato dai tre milioni iniziali ai 32 attuali, con un picco di 36 milioni, con 11 milioni di dividendi distribuiti ai soci e altri 2,5 che dovrebbero essere distribuiti quest’anno. Abbiamo investito quasi settanta milioni, con un’opera di riqualificazione unica a Venezia, su una superficie che supera il 7 per cento dell’intero centro storico. Insomma: la valutazione notevole della società è pienamente giustificata dai dati di bilancio, visto che non abbiamo un solo debito, abbiamo in cassa dieci milioni e abbiamo cumulato negli anni un cash flow di 89 milioni: chiunque comprerà la società, malgrado questa crisi indotta, acquisirà una società sana, che produce utili e che, con meno di cinquanta dipendenti e una produttività pro capite di 700.000 euro, registra dati di assoluto rilievo per una società privata e difficili a reperirsi in una società pubblica». 

Riguardo all’opportunità che Vtp passi ora alle compagnie o che Veneto Sviluppo eserciti il diritto di prelazione, Trevisanato non si è sbilanciato: «noi siamo oggetto e non soggetto di vendita: da amministratori della società, il nostro compito è quello di raggiungere i maggiori risultati possibili, non quello di avere preferenze sull’acquirente. L’unica preferenza che possiamo esprimere, e che è stata opportunamente inserita anche nel bando di gara, riguarda la conduzione della società, visto che è stata riconosciuta la bontà dei criteri adottati da Vtp: bisogna continuare a garantire la totale apertura a tutte le compagnie di crociera, visto che è stata questa in un primo tempo la chiave del successo di Vtp e poi quella del successo delle misure difensive. Per questo, se c’è correttezza di comportamento da parte del concessionario e determinazione, da parte del concedente Autorità portuale, ad andare avanti su questo criterio, è indifferente chi compra la società».

Il Comitato portuale ha approvato il bilancio consuntivo dell’Autorità Portuale di Venezia relativo all’esercizio 2015. L’anno si è chiuso con un avanzo di gestione corrente pari a 28.3 milioni di euro (+20.3% rispetto al 2014) che ha consentito un aumento delle uscite in conto capitale del 29% facendo passare gli investimenti effettuati dai 38 milioni del 2014 ai 49 milioni del 2015. Nel 2015, gli investimenti complessivi sono per 43,7 milioni di euro, soprattutto in opere di infrastrutturazione (28,9 milioni) ed escavi (7,8 milioni, +46% sul 2014) e finanziati principalmente con risorse proprie che ormai rappresentano il 70% degli stanziamenti dell’Autorità Portuale. «Il consistente avanzo di amministrazione che abbiamo ottenuto da una gestione oculata del porto, dal rilancio delle sue attività oltre che dal contributo del ministero dello Sviluppo economico di 9,5 milioni – ha detto Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale – ci ha consentito di continuare ad investire e di anticipare il rimborso di parte dei mutui che l’Autorità Portuale ha contratto nel 2009/10 per poter sostenere allora in logica anticiclica come oggi per accelerare il rilancio, anche in termini di sostenibilità ambientale, delle attività portuali industriali e logistiche a Porto Marghera e Marittima. Certamente il percorso non è terminato». «Il rischio per il futuro – ha concluso Costa – sarà solo quello di perdere la sua capacità di attrarre nuovi traffici, se non si vorranno eliminare gli ultimi colli di bottiglia legati esclusivamente alla disponibilità di fondali adeguati tramite la piattaforma d’altura a -22.00 metri che darà a Venezia un sistema portuale offshore-onshore altamente innovativo».

Nonostante il limite delle 96.000 tonnellate, le previsioni di traffico del 2016 stimano di movimentare nello scalo crocieristico di Venezia, per la stagione in corso, 1.550.000 passeggeri, per un totale di 529 approdi e 38 compagnie schedulate, per complessive 70 unità posizionate. Nel 2015, i passeggeri erano stati 1.582.483 e gli approdi 521. «Il limite delle 96.000 tonnellate – ha commentato Trevisanato – ha imposto una notevole riorganizzazione della società e, se non ci fossimo adoperati con l’aiuto delle compagnie, il calo indotto dal limite non sarebbe stato solo del 7%, nel 2015, ma del 60%. Adesso, però, siamo giunti al punto di non ritorno: se rimarrà il limite delle 96.000 tonnellate, che le compagnie rispettano volontariamente per non avere problemi, il porto crociere di Venezia sarà portato ad una marginalizzazione, specie pensando che, di 47 navi in costruzione fino al 2021, ben 38 superano le 96.000 tonnellate». Trevisanato, giunto al termine del suo mandato (prorogato solo in attesa della privatizzazione di Vtp), invoca due misure da parte del Governo, da prendere entro il 2016, per evitare che le compagnie si spostino verso altri “home port”, «che saranno soprattutto stranieri, perché Trieste non ha lo stesso appeal di Venezia»: l’individuazione rapida della via alternativa al passaggio in Bacino San Marco (riguardo alla quale Vtp sposa la soluzione “Tresse Nuovo”) e la fissazione di limiti non quantitativi, ma qualitativi. «Rispettando regole di costruzione riguardanti la chiglia – spiega – garantendo manovrabilità per la sicurezza e utilizzando carburanti e apparecchi per abbattere le emissioni supereremmo la completamente la crisi e Venezia potrebbe riesplodere, potendo puntare ai due milioni e mezzo di passeggeri. In caso contrario, riteniamo che di più non si possa fare e Venezia sarebbe destinata ad un declino progressivo».

Lo scalo crocieristico di Venezia serve 170 nazionalità diverse con, negli ultimi cinque anni, un boom in particolare della componente asiatica, che ha fatto segnare un +97% e il sorpasso, per la prima volta lo scorso anno, dei cinesi sui giapponesi. I dati sono stati forniti dall’amministratore delegato di Vtp, Roberto Perocchio. Negli ultimi cinque anni, crescono anche i turisti provenienti dall’Oceania (+81%) e dal Sudamerica (+50%), con una perdita, nello stesso periodo, solo per i Nordamericani (-11%), legata alla componente dimensionale. «Venezia – ha commentato Perocchio – si è mantenuta al centro degli interessi internazionali e ha rafforzato la massima vocazione di “home port”, visto che il 90% dei viaggiatori transitati per il nostro scalo partono da qui per visitare il Mediterraneo Orientale. Il nostro porto resta insomma dinamico, visto che anche quest’anno abbiamo acquisito altre 70 navi, tra cui alcune di nuove come Aida Bella, Crystal Esprit e Viking Sea». Perocchio ha lanciato l’allarme, nei confronti del Governo, invocando decisioni rapide sul futuro dello scalo. «Le compagnie – ha precisato – stanno decidendo ora dove posizionarsi nelle stagioni 2018/19 e, se non hanno abbastanza prospettive, devono riorganizzarsi, scegliendo altre destinazioni».