Brennero, la frontiera non chiude. Sobotka dà ad Alfano assicurazioni in merito

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A Roma incontro tra i ministri degli interni di Italia e Austria. Rafforzata la cooperazione tra i due paesi

 

confine austria cartelloLa chiusura della frontiera del Brennero pare essere scongiurata a seguito di un incontro a Roma tra i ministri degli Interni di Italia e Austria. Angelino Alfano ha incontrato il suo omologo austriaco Wolfang Sobotka. «Abbiamo evitato finora l’esplodere della crisi e la chiusura del Brennero – ha detto Alfano -. Bisogna lavorarci su, starà a noi e alla nostra efficienza che finora c’è stata evitare che ci sia quel transito e dalla parte austriaca comprendere l’inesistenza delle ragioni di un blocco che porterebbe un enorme danno ad entrambi i paesi, al nostro import export, al turismo e al transito per ragioni di lavoro», e «all’idea di Europa e al principio di libera circolazione». «Abbiamo ottenuto dall’Austria il consenso sul nostro pacchetto immigrazione che porteremo al prossimo vertice dei capi di Stato e di governo. L’Austria sostiene il piano italiano sull’immigrazione» ha detto Alfano.

Prima dell’incontro tra i due ministri, per tutta la giornata sono fioccate dichiarazioni allarmate dallo scenario di una chiusura dei confini tra Italia e Austria. «La prospettiva di chiudere il Brennero dev’essere scongiurata. Nel tentativo di rispondere a logiche politiche ed elettorali interne si rischia di annientare un luogo simbolo del processo di integrazione europea degli ultimi 70 anni che rappresenta il superamento delle divisioni dopo la guerra. E’ bene pertanto che l’Europa dia segnali rapidi e concreti: passare dalla libera circolazione alle recinzioni è una mossa che va contro la storia». Così il governatore altoatesino Arno Kompatscher secondo cui la chiusura della frontiera «è un messaggio politico che Vienna ha scelto di indirizzare all’Italia, all’Europa e al suo elettorato interno. Il governo austriaco aveva stabilito un tetto massimo di accoglienza fissato in 37.500 migranti. Ma le incertezze dell’Europa, e il cattivo funzionamento delle quote di ridistribuzione, hanno spinto Vienna a intraprendere iniziative autonome – osserva Kompatscher -. Vienna ha finora accolto nel Paese circa 90.000 richiedenti asilo: dopo la Svezia è in proporzione alla popolazione lo Stato europeo più accogliente». Per Kompatscher «la volontà di dare risposte politiche all’elettorato che mugugna è evidente. E tuttavia inseguire la destra su un terreno politico minato rischia di mettere il governo in un vicolo cieco. Chi simpatizza per scelte nazionaliste, diffida dalle imitazioni e sceglie sempre l’originale».

L’allarme non è solo al Brennero: per il sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni «la paventata chiusura del Brennero, che continua ad avere un altissimo significato simbolico, porterà conseguenze anche altrove. Il vero colabrodo è Tarvisio, non il Brennero. Eppure non contiamo, non risultiamo. Peccato che siamo in emergenza da tempo, perché prima la Slovenia, in modo quasi silenzioso, e adesso l’Austria, rimandano in Italia i migranti che si sono visti bocciare le domande d’asilo politico. E ce li teniamo tutti». Secondo Carlantoni «la Francia si è data delle regole, ai confini. La Slovenia e l’Austria anche. Noi no, noi nulla. Ma il processo è ineluttabile, bisogna intervenire e l’Italia deve capire che ormai è sola e che è immobile. Vienna sta gestendo in maniera estremamente egoistica il tema, non insomma da Unione Europea. Ma non possiamo farci carico di tutti i migranti del mondo. Prendiamo Tarvisio: dall’Austria sono stati fatti rientrare marocchini che non mi risulta siano scappati dalla guerra. Vanno nei centri d’accoglienza e lì sostano per mesi, per anni. Noi italiani siamo generosi, certo. Ma forse c’è un limite».

Critiche, ma all’operato del governo Renzi, giungono anche dalle opposizioni parlamentari. «Nell’accusare gli austriaci di violare le regole, Renzi dimostra di essere ignorante perché ignora quanto previsto dal codice sulle frontiere di Schengen. Renzi si vada a rivedere il codice delle frontiere e i vari aggiornamenti, vada a rivedersi il Capo II, quello sul ripristino temporaneo del controllo di frontiera alle frontiere interne, in particolare l’articolo 26, dove si specifica che “In circostanze eccezionali in cui il funzionamento globale dello spazio senza controllo alle frontiere interne è messo a rischio, a seguito di carenze gravi e persistenti nel controllo di frontiera alle frontiere esterne, e nella misura in cui tali circostanze costituiscono una minaccia grave per l’ordine pubblico o la sicurezza interna nello spazio, senza controllo alle frontiere interne o su parti dello stesso, il controllo di frontiera alle frontiere interne può essere ripristinato per una durata massima di sei mesi. Tale periodo può essere prorogato non più di tre volte, per ulteriori sei mesi al massimo, se le circostanze eccezionali perdurano”» afferma il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. «Non è quindi colpa dell’Austria quanto sta accadendo al Brennero, ma dell’Italia, ovvero del Governo Renzi, e prima ancora dei due precedenti esecutivi pure loro mai eletti dai cittadini – sottolinea Calderoli -: è il Governo Renzi che non ha attuato i controlli di frontiera alle frontiere interne previsti dal codice Schengen ma non solo, peggio ancora, è sempre stato questo Governo, tramite i mezzi della Marina, a decidere che i clandestini dovevamo andare a prenderceli in acque internazionali e a portarceli a casa, pur senza che ci fosse il minimo requisito per poterli considerare dei rifugiati. Per cui di cosa si lamenta oggi Renzi? Se Vienna agisce così è per colpa dei mancati controlli dell’Italia alle frontiere interne…»,

Per Luca Zaia, in campagna elettorale per le comunali di Bolzano del prossimo 8 maggio a favore del candidato sindaco del centro destra Tagnin, «il Brennero? E’ la punta dell’ Iceberg. Il muro del Brennero non è una sorpresa ed ora siamo quasi ai tempi supplementari sulla chiusura dei confini. Ormai quasi dieci Stati membri dell’Ue hanno chiuso le loro frontiere. La chiusura del Brennero significa che l’Europa ha clamorosamente fallito nella gestione degli immigrati, perché proprio la Ue è la prima a condannare questo muro. All’Unione europea bisognerebbe togliere il premio Nobel della pace». Per Zaia sul Brennero «è in gioco la credibilità del governo. Il governo italiano è l’attore di questa partita e trovarsi davanti alle frontiere chiuse vuol dire che Renzi non conta niente».

Per il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, «tutti a strepitare contro l’Austria cattiva, pochi a denunciare le cause della reazione austriaca che fa seguito a quella di qualche mese fa dei francesi a Ventimiglia. La colpa è di Renzi e della politica di trasporto continuo di clandestini in Italia, con le navi della nostra Marina resa strumento e complice degli scafisti. La strategia del governo italiano è chiara: portiamo in Italia i clandestini e poi li lasciamo liberi di andare dove vogliono in Europa. Ma i nostri confinanti non ci stanno più». Gasparri sottolinea che gli austriaci «vogliono fare controlli, non giocare la partita di ritorno della Prima guerra mondiale. Non c’è quindi da issare vessilli al Brennero, dove tra l’altro sono andati i centri sociali a offrire un’immagine deteriore dell’Italia. Dobbiamo respingere i clandestini, esigere che l’Europa ci aiuti in questo sforzo, e gestire in maniera collettiva il dramma dei veri profughi di guerra da aiutare nei territori più vicini alle loro terre di origine – aggiunge -. Semmai potremmo provocatoriamente chiedere agli austriaci di sostituirci nelle acque del Mediterraneo ed esercitare la loro determinazione ai confini italiani ed europei meridionali. Visto che il governo Renzi non è capace di attuare una politica decente, cediamo il passo all’Austria. Invece di attestarsi al Brennero, vadano nel Canale di Sicilia. Probabilmente otterrebbero risultati migliori di chi sa importare solo clandestini».

Sul fronte opposto la Caritas austrica che, dopo l’approvazione a Vienna della legge che limita in modo drastico il diritto di asilo, afferma che «svuotare e aggirare il diritto di asilo – dice in un comunicato il segretario generale della Caritas, Bernd Wachter – significa mettere in discussione i valori sui quali ci fondiamo. L’Austria ha accolto nel 2015 quasi 90.000 persone: ciò è stato possibile soprattutto grazie all’aiuto della società civile. Questo però non può essere per l’Austria la giustificazione per ignorare, in un’Europa comune, la propria responsabilità nei confronti di persone in cerca di protezione». La nuova legge pone limiti ai ricongiungimenti familiari e permette di indire lo stato di necessità con la conseguenza di sospendere il diritto di asilo. Quanto al ripristino delle frontiere Wachter afferma che «rendere impermeabili i confini attorno all’Austria comporta una chiusura nell’ambito europeo su diversi piani. Non solo per quanto riguarda la solidarietà nell’emergenza profughi, che può essere affrontata solo insieme. Anche sul piano economico in questo modo l’Austria si mette fuori gioco: attraverso i controlli di frontiera, secondo l’Istituto di ricerca economica Leibniz, ci saranno perdite fino a 210 milioni di euro annui per il nostro Paese».

Durante una conversazione tra il vescovo di Bolzano-Bressanone mons. Ivo Muser e Papa Francesco, Bergoglio ha parlato dell’importanza di assistere i rifugiati e del previsto ripristino della frontiera al Brennero. Il Papa, spiega una nota della diocesi di Bolzano, ha sottolineato l’urgenza di aiutare le persone in fuga. Durante la conversazione, Papa Francesco ha parlato dell’importanza di assistere i rifugiati, dice una nota della curia altoatesina. Bergoglio all’udienza generale di ieri ha nominato e salutato i pellegrini della Diocesi di Bolzano-Bressanone e li ha incoraggiati a riconoscere nella quotidianità le molteplici opportunità per essere realmente prossimi ai bisognosi. Mons. Muser, da parte sua, ha ringraziato il Papa per l’esortazione postsinodale “Amoris Laetitia”: «Questo scritto – ha detto il Vescovo – è un dono, perché rappresenta un grande aiuto per la pastorale». 

Infine il fronte europeo. «La Commissione europea segue tutti gli sviluppi in Europa che vanno contro la tabella di marcia per tornare» al normale funzionamento di Schengen e in «questo caso con grave preoccupazione» ha detto Mina Andreeva, portavoce della Commissione Ue, sulla situazione al Brennero. «La Commissione valuterà qualsiasi misura decisa o annunciata dal governo austriaco secondo i criteri di “necessità” e “proporzionalità” – afferma. – Il presidente Juncker discuterà della questione col premier Renzi, a Roma, giovedì prossimo».