Anche al Veneto un “competence center” nell’ambito del piano “Italia 4.0”

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carlo calenda ministro sviluppo economico
Zaia: «dalla Regione la più ampia collaborazione. Infondate le polemiche avanzate in questi giorni dalle opposizioni»

 

carlo calenda ministro sviluppo economicoUna tempesta in un bicchiere d’acqua: la polemica innescata dalle opposizioni in Consiglio regionale veneto circa la possibilità che il Veneto non fosse incluso tra le realtà che potranno ospitare un “competence center” nell’ambito del piano “Italia 4.0” a beneficio di tutto il NordEst.

Già lo scorso 15 settembre, il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha scritto una lettera al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, affermando che «è con viva preoccupazione che apprendo da notizie di stampa che il Veneto potrebbe non essere sede di uno dei “Competence Center” previsti dal piano “Italia 4.0” che il Governo si appresta a varare nei prossimi giorni». Zaia auspica «fortemente che il Veneto possa essere protagonista della realizzazione di un così ambizioso e lungimirante progetto di sviluppo rappresentato dal piano “Italia 4.0”, attraverso l’individuazione del Veneto quale sede di un “Competence Center” per il NordEst».

La candidatura del Veneto è supportata da un articolato documento prodotto dalle Università di Padova, Venezia, Verona e dallo Iuav di Venezia, denominato “Venice Innovation Hub For Re-Startup Manifacturig” e dalle lettere e relativa documentazione fatte pervenire ai ministri Calenda e Giannini dai rettori Rosario Rizzuto (Padova), Michele Bugliesi (Venezia), Nicola Sartor (Verona) e Alberto Ferlenga (Iuav), oltre che da un appello fatto dai presidenti di Confindustria Padova, Vicenza e Venezia sullo stesso tema.

Anche in relazione a tali documenti, Zaia sottolinea al Ministro che «il sistema imprenditoriale veneto è un modello caratterizzato da elevate competenze e conoscenze, dotato di una struttura diffusa in grado di garantire forme di cooperazione e di rete che hanno reso tale modello uno dei più competitivi in Italia», e che «i dati relativi al Pil 2015 collocano la nostra Regione al terzo posto con il 9,1% del Pil nazionale e il 14,1% dell’export».

Il Governatore evidenzia anche «l’indiscussa eccellenza degli atenei del Veneto, che rappresentano un’offerta di alta formazione di assoluto valore internazionale e che dispongono di laboratori tra i più avanzati del Paese, con l’Università di Padova che può rappresentare il soggetto catalizzatore in grado di realizzare, in sinergia, processi di ricerca e innovazione, per facilitare il trasferimento tecnologico alle imprese, favorendo così la crescita del Veneto, del NordEst, e dell’intero Paese, garantendo fin d’ora che la Regione del Veneto darà la sua più ampia collaborazione per la realizzazione e per il successo di quanto previsto dal piano “Italia 4.0”».

La tempesta è stata spazzata via dallo stesso ministro Calenda, che ha dato ampie assicurazioni in merito al governatore del Veneto, il quale afferma che «se le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico troveranno conferma nei fatti, e non ho motivo per dubitarne, si apre un nuovo corso in un settore nel quale le Università venete sono state storicamente penalizzate».