Manutenzione strade del Bellunese: stop dalla Regione se non arrivano i fondi da Roma

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De Berti: «mancano 15 milioni. Dal 1 marzo si ferma tutto». Fracasso: «dal Governo i primi 5 milioni per la manutenzione. A breve gli altri 10»

veneto strade furgoneLa manutenzione delle strade della provincia di Belluno al centro di una polemica politica tra la maggioranza di governo di centro destra della Regione Veneto e la minoranza progressista Dem.

«Dopo l’assemblea di sabato, in cui all’unanimità i sindaci bellunesi avevano chiesto risposte risolutorie dal governo fino a minacciare la riconsegna delle fasce tricolori al prefetto in mancanza di tali risposte, ci aspettavamo qualcosa di concreto dall’incontro che la Provincia di Belluno ha avuto al Ministero per trovare le coperture necessarie alla manutenzione delle strade. Purtroppo nulla di quanto non solo i sindaci ma i bellunesi tutti auspicavano è arrivato. La presidente della Provincia è tornata con l’ennesima risposta interlocutoria, che non risolve in alcun modo il problema» dichiarano gli assessori regionali del Veneto Elisa De Berti (trasporti e lavori pubblici) e Gianpaolo Bottacin (assessore alla provincia di Bellino).

«Diciamo basta a ulteriori prese in giro: il governo – aggiungono De Berti e Bottacin – spende miliardi di euro per mantenere presunti profughi, si inventa 600 milioni per coprire i buchi, e sottolineiamo i buchi non i servizi, della Regione Campania, si ingegna per coprire 100 milioni di costi di una singola manifestazione sportiva, ma non trova 15 milioni di euro per le strade bellunesi. Pazzesco!»

«È incomprensibile l’atteggiamento dell’amministratore di Veneto Strade, Silvano Vernizzi, dopo che il Governo ha messo a disposizione cinque milioni come prima tranche per assicurare la manutenzione della viabilità nella Provincia di Belluno. Vernizzi insiste nel dire che il servizio sarà interrotto dal primo marzo, restando irremovibile sulla richiesta di 15 milioni, ignorando che a breve, con il decreto Enti locali, saranno destinate altre risorse per le Province volte a risolvere la questione» dichiara Stefano Fracasso, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto, dopo l’approvazione in commissione Affari costituzionali del Senato di un emendamento al Decreto Milleproroghe che stanzia cinque milioni per rispondere all’emergenza, decreto che ora passa alla Camera per l’approvazione definitiva. «Cinque milioni sono comunque ampiamente sufficienti per garantire sia le spese del personale che gli interventi più urgenti – conclude Fracasso – e quindi ci aspettiamo dalla Regione un impegno serio alla collaborazione istituzionale e alla soluzione dei problemi».

Proposta ritenuta insufficiente dalla Regione: «la proposta di trasferire, tramite il Milleproroghe, 5 milioni alla Provincia di Belluno è ridicola – analizzano De Berti e Bottacin -: di questa cifra Veneto Strade non se ne fa nulla, nemmeno la programmazione, anche perché nella realtà 5 milioni la società a marzo potrebbe averli anche già spesi qualora nei prossimi giorni iniziassero le abbondanti nevicate tipiche della stagione. Occorrono subito 15 milioni per il 2017, occorre un impegno pluriennale se si intende far proseguire a Veneto Strade il servizio anche per il futuro, occorrono infine i 25 milioni di debito, che la Provincia di Belluno ha già accumulato nei confronti della società, per evitare di mettere quest’ultima ulteriormente in crisi. Diversamente lo stop delle manutenzioni dal 1 marzo non potrà che essere confermato, con tutte le conseguenze del caso. E pensare – concludono amaramente i due assessori – che lo Stato sottrae ai territori bellunesi ben 800 milioni di euro ogni anno. Come può non trovare qualche spicciolo per dare continuità a un servizio di vitale importanza, che fra l’altro la Provincia svolge su delega statale?»

La risposta arriva a stretto giro dalla presidente della provincia dolomitica, Daniela Larese Filon: «il Governo ha preso un impegno preciso per finanziare la manutenzione stradale di tutte le province e l’anticipazione contenuta nel “Milleproroghe” è sufficiente per evitare l’interruzione di un servizio. In caso contrario, la Regione sarebbe responsabile per un’eventuale interruzione dell’attività di Veneto Strade nel Bellunese».

La dichiarazione ha fatto scattare la piccata replica dell’assessore De Berti: «la Larese Filon è arciconvinta che da Roma arriveranno i soldi per le Province, compresa quella di Belluno e che all’interno di questi fondi ci saranno anche le risorse per Veneto Strade? Allora faccia lei da garante, metta lei nero su bianco e si assuma la responsabilità di assicurare a Veneto Strade che, dopo lo stanziamento dei 5 milioni di euro nel “Milleproroghe”, arriveranno anche i 10 milioni di differenza per arrivare ai 15 necessari allo svolgimento del servizio. Non siamo certo noi a voler staccare la spina a Veneto Strade e a obbligare i suoi lavoratori alla cassa integrazione, tutti sanno che responsabile di questa situazione è il Governo centrale – prosegue De Berti –. È del tutto ingeneroso, dunque, puntare il fucile sulla Regione, che, ricordiamolo, non ha competenza diretta in questa vicenda ed è intervenuta proprio su richiesta della Provincia di Belluno. Se le condizioni sono tristemente queste, le motivazioni hanno origini lontane e sono attribuibili alle inadempienze e ai fallimenti di chi voleva chiudere le Province e invece le ha solo impoverite, a chi prometteva soldi agli Enti locali e invece ha tagliato loro risorse per funzioni essenziali come la viabilità e le scuole».

Per cercare di smorzare la vicenza, intervengono in una nota congiunta i tre parlamentari del Bellunese, Bellot (Fare), De Menech (Pd) e D’Incà (M5S), impegnati nella ricerca di una soluzione alla questione Veneto Strade: ora si smorzino i toni: la Regione metta fine alla campagna di malcontento politicamente strumentalizzato, Vernizzi fermi le minacce di stop totale. Ci sono i fondi per fare fronte alle emergenze e siamo al lavoro per recuperare la cifra mancante». I tre parlamentari hanno incontrato nuovamente il sottosegretario agli affari regionali, Gianclaudio Bressa da cui è emerso – riferiscono – un quadro in cui è chiara «la comunione di intenti e la possibilità ad oggi di calmare gli animi e passare a toni di confronto più ragionevoli. I soldi per gli stipendi dei dipendenti sono già stati portati a casa – riferiscono i tre parlamentari al termine dell’incontro – e con essi anche un disavanzo che non rende più giustificabile la presa di posizione di Vernizzi, amministratore di Veneto Strade. Se continua a minacciare l’immediata sospensione del servizio lo fa, a questo punto, per ragioni che non possono più essere ricondotte all’emergenza di cassa».