A causa dei continui tagli alla sanità, l’Italia andrà sotto la soglia vitale indicata dall’OMS

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Zaia: «oggi arrivano le conferme allo scenario fosco che denunciammo due anni fa». Coletto: «molti tagli occultati nella sottovalutazione dei Lea»

basta tagli salute sanitàSulla sanità italiana si stanno per avverare gli scenari foschi denunciati due anni fa dal Veneto: «per quello che dicevamo – evidenzia il governatore del Veneto, Luca Zaia – siamo stati accusati di allarmismo e di speculare sui timori della gente per la propria salute, oggi è confermato dalla Corte dei Conti che, come attesta oggi un quotidiano nazionale, evidenzia un taglio alla sanità di 25 miliardi dal 2010.

Il che, abbinato alle previsioni del Documento di economia e finanza, porterà presto l’Italia al di sotto della soglia minima del 6,5% del Pil dedicato alla salute, che l’Oms indica come limite sotto il quale cala l’aspettativa di vita della gente – continua Zaia -. Dicemmo che ci avrebbero portato ai livelli della Grecia, e non dell’Europa evoluta, che arriva al 10% del Pil come l’Olanda. Ci siamo arrivati, ed è una delle peggiori sconfitte di uno Stato che voglia dirsi civile: non riuscire a curare bene la sua gente, non rispettando nemmeno la sua Costituzione».

Zaia e con lui l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, è molto preoccupato: «non avremmo mai voluto dire “ve l’avevamo detto” e invece ci tocca farlo. Però non vogliamo gioire delle disgrazie nazionali, e per questo ribadisco che una via d’uscita c’è: applicare immediatamente e impietosamente i costi standard, tagliare sprechi e rami secchi e non i sistemi sanitari in equilibrio come quello del Veneto, applicare il buon senso e dare più libertà di manovra ai territori virtuosi e più vincoli, e tasse locali se serve, agli spreconi. Siamo coinvolti in una catastrofe della quale il Veneto non ha nessuna colpa, avendo i conti in attivo. Ne usciremo con le nostre forze quando potremo destinare ai bisogni sociosanitari dei Veneti almeno una parte degli oltre 15 miliardi di residuo fiscale attivo che ogni anno essi mandano a Roma senza ricevere indietro un solo euro in finanziamenti o investimenti».

E per la serie che al peggio non c’è limite, Zaia denucnia come «anche la Fondazione Gimbe, che si occupa di sostenibilità del Servizio sanitario pubblico, denuncia che, con le previsioni del Def, la spesa per la salute rispetto al Pil calerà inesorabilmente dal 6,6% di quest’anno al 6,3% del 2020. Il che vuol dire che tra due anni l’Italia sarà al di sotto della soglia minima perché non cali l’aspettativa di vita, fissata dall’organizzazione Mondiale della Sanità nel 6,5% del Pil».

Luca Coletto alza il velo sui «tagli che definirei occulti. Con questi va anche peggio di quanto dicono i puri conti. Il primo grave taglio occulto riguarda i nuovi Livelli essenziali di assistenza: il loro costo è stato quantificato dallo Stato in 800 milioni, ma quello reale è pari a due miliardi almeno. Una differenza che tocca alle Regioni coprire. Il Veneto l’ha fatto, ma solo a noi l’applicazione dei nuovi Lea è costata 160 milioni di spesa in più».

Non solo: «che dire poi delle specialità mediche? – incalza il responsabile della sanità veneta -. In Italia si laureano circa diecimila medici l’anno, ma il ministero dell’Università e ricerca finanzia solo seimila specializzazioni, con i risultato che ci mancano medici, li andiamo a prendere in giro per il mondo, e i nostri ragazzi rimangono tagliati fuori. Si spende per formare i giovani, ma poi non li si specializza. Che senso ha? Non è forse anche questo una sorta di taglio? Minimo si tratta di soldi spesi male, che è anche peggio, perché si chiama spreco».

«Occulto – aggiunge Coletto – fu anche il taglio del 2016. Allora Renzi spacciò i 111 miliardi del Fondo come un aumento di un miliardo rispetto al 2015. In realtà era un taglio di due miliardi rispetto alle previsioni del Patto Nazionale per la Salute, una legge dello Stato».