Danni da maltempo a NordEst: colpito in particolare il litorale adriatico

Gravi danni a Venezia e sul litorale. Il maltempo ha colpito anche in Friuli Venezia Giulia. 

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Danni da maltempo: piazza San Marco a Venezia completamente allagata

L’ondata di alta marea di quasi due metri ha spazzato la costa dell’alto Adriatico, infliggendo gravi danni da maltempo a Venezia e al litorale valutabili in centinaia di milioni di euro.

«Pensavamo di avere visto il peggio con la tempesta Vaia dello scorso anno, invece siamo di fronte ad uno scenario apocalittico su Venezia e tutto il litorale – afferma il governatore del Veneto, Luca Zaia -. Uno scenario che ci preoccupa anche per le prossime ore. In montagna sta nevicando e le temperature si stanno alzando. Sono previsti 120 cm di neve, che con lo scirocco stanno facendo prospettare uno scenario come quello dell’alluvione del 2010. Ricordo che in quell’occasione sono stati colpiti 235 comuni, oltre 10.000 tra cittadini e imprese, ed è stato superato il miliardo di danni».

In Regione i danni da maltempo sulla costa hanno reso la situazione drammatica. Particolarmente colpiti Venezia, Pellestrina e tutta la zona del litorale. «Abbiamo già dichiarato lo stato di crisi per Venezia e tutte le altre località – continua Zaia –. Resta ferma la modalità che tutte le segnalazioni che via via arriveranno saranno accolte lasciando “aperto” il decreto. Continueremo a seguire le evoluzioni dalla sala operativa, consapevoli che siamo di fronte ancora una volta ad un evento straordinario».

Particolari i danni da maltempo causati alla Basilica di Venezia: «non avevo mai visto così tanta acqua – ha detto il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia -. E i danni si vedranno con il tempo, in quanto anche se l’acqua si ritira il sale contenuto nell’acqua di mare rimane e penetra per capillarità nei mattoni con cui è costruita la cattedrale, compromettendone la stabilità».

Il forte vento ha causato schianti alle imbarcazioni, con numerose gondole affastellate su se stesse e anche con 5 vaporetti schiantati nelle calli veneziane con conseguenti ingenti danni che necessiteranno settimane di lavorazioni per il loro ripristino, con aggravio al servizio di trasporto pubblico lagunare.

danni da maltempo
Un vaporetto fatto schiantare dal forte vento.

Il maltempo ha riguardato anche il litorale friulano: dal centro storico di Grado ad Aquileia, oltre a Latisana, il Villaggio del Pescatore nel comune di Duino Aurisina, alcune zone di Monfalcone e di Trieste, dove si sono verificati allagamenti a seguito della forte mareggiata.

«Da una prima ricognizione – afferma il vicepresidente della regione Friuli Venezia Giulia con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi – ad avere subito i danni maggiori sono i privati che hanno le abitazioni in prossimità delle zone costiere, le infrastrutture e i natanti coinvolti dagli effetti del maltempo. Il forte vento, infatti, ha amplificato la forza del mare che ha portato al verificarsi di diffusi fenomeni di acqua alta».

Particolarmente colpito il settore turistico, con numerosi alberghi danneggiati. «Qui è andato sotto tutto il litorale – commenta il presidente regionale di Confturismo e di Federalberghi Veneto, Marco Michielli –. I danni da maltempo sono al momento incalcolabili, le strutture ricettive stanno fronteggiando la situazione tra mille difficoltà, mentre gli stabilimenti balneari sono rasi al suolo».

«Registriamo l’inerzia della politica da troppo tempo, mi unisco al grido di allarme dei parlamentari veneti, del presidente della Regione Luca Zaia e del presidente di Federlogistica, che chiedono un intervento urgente e strutturato, che sappia guardare avanti – aggiunge Michielli – Ma bisogna fare presto, perché ormai, mentre si attende la messa in azione del Mose, l’opera stessa rischia di rivelarsi inadeguata».

Gran parte dei problemi deriva anche dalle interruzioni della fornitura dell’energia elettrica causa i numerosi corto circuiti causati dall’acqua alla rete di distribuzione, cosa che sta impedendo il funzionamento delle idrovore per il pompaggio dell’acqua dai luoghi più bassi delle abitazioni e dei locali pubblici.

L’acqua alta a Venezia riporta a galla il problema dell’assoluta inerzia con la quale l’Italia sta affrontando il fenomeno dell’innalzamento dei mari. Sul tema interviene, ancora una volta, il presidente nazionale di Federlogistica-Conftrasportoche fa capo a Confcommercio, Luigi Merlo, per dire cosa si sta facendo in altri Paesi e cosa non si sta facendo in Italia.

«L’assoluta miopia con la quale le istituzioni italiane stanno sottovalutando gli effetti del cambiamento climatico sul maree sulle coste è sconvolgente – esordisce Merlo -.  Quanto avvenuto a Venezia è purtroppo l’ennesima dimostrazione della escalation che ci aspetta. Il Mose rischia di essere uno dei più grandi e clamorosi fallimenti della storia delle infrastrutture in Italia. Nel nostro Paese – spiega Merlo – sono a rischio 5.500 chilometri quadrati, fra porti, ferrovie, strade. Rotterdam ha realizzato Maeslantkering e la Resilience strategy, Singapore ipotizza investimenti per 100 miliardi di dollari per proteggersi dall’innalzamento del mare sopraelevando le strade di 4 metri e l’aeroporto di 5 metri, In Giappone hanno predisposto un piano per evitare che il 60% delle spiagge sparisca . Il comune di New York ha istituito l’ufficio Recovery and Resilience a dirette dipendenze del sindaco. Le città califoniane da tempo studiano il fenomeno. In Italia, una penisola fondata sull’economia del mare si ragiona sempre in termini di emergenza e senza avere impostato la minima programmazione e un piano per adeguare le infrastrutture».

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