Al Senato il BisConte annaspa e la Svp offre il proprio salvataggio

Urzì: «siamo alle solite. La Svp sfrutta la propria posizione di ago della bilancia per forzare la mano alla maggioranza per ottenere giudici contabili eletti dalla provincia, medici senza la conoscenza della lingua italiana, chiusure obbligatorie dei negozi alle domeniche e nei festivi, anche se sono contrarie alla Costituzione».

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Quando i governi di qualsiasi colore annaspano nella palude parlamentare cercando in tutti i modi di sopravvivere a maggioranze ballerine o deficitarie, la Svp, il partito etnico del gruppo tedesco che governa l’Alto Adige, inizia a giocare duro, facendo valere fino in fondo (e anche oltre) il suo essere formazione politica trasversale fuori dagli schemi, che appoggia ora questo, ora quello a seconda delle sue convenienze del momento, traendo spesso, quasi sempre vantaggi non trascurabili per la propria azione politica.

Al Senato, dove l’abbandono di una esponente M5s per le fila della Lega hanno portato la maggioranza delle quattro sinistre sotto la soglia assoluta di 161 componenti, ecco che la Svp fa valere i suoi tre voti, mettendoli in una sorta di asta al maggior offerente. Richieste che non sono di poco conto e neppure pienamente osservanti il dettato costituzionale e legislativo vigente. Ma tant’è.

Richieste che fanno sbottare il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio provinciale di Bolzano, Alessandro Urzì: «tra le richieste avanzate dalla Svp c’è un po’ di tutto. Dalla norma che prevede che per i medici, dirigenti pubblici, si possa prescindere dalla conoscenza della lingua italiana, ma anche quella che escluda l’Alto Adige dal sistema della liberalizzazione dei commercio nazionale per cui la Provincia potrebbe fare chiudere i negozi in determinate giornate ed orari mentre in tutta Italia vigerebbero altre regole; per non dire della gravissima norma che prevede che i giudici della Corte dei conti siano nominati dalla Provincia (ossia il controllato che sceglie i controllori). Nelle commissioni paritetiche Stato-Autonomie speciali dei Sei e dei Dodici approderanno temi che non sono norme letteralmentedi attuazione” dello Statuto, ma che lo Statuto lo riscrivono e lo piegano ai desiderata della Svp, escludendo il Consiglio provinciale e il Parlamento».

Secondo Urzì «sono anche norme che modificano la Costituzione togliendo competenze dello Stato in modo del tutto arbitrario. La richiesta della Provincia di Bolzano di scegliersi anche i giudici che devono giudicare il suo operato mandando in tilt il sistema costituzionale della terzietà del potere politico rispetto a quello giudiziario è irricevibile».

«Movimento Cinque Stelle, Pd, Italia Viva e Sinistra dovranno chiarire di non sentirsi ostaggio della Svp al Senato (dove i numeri il Governo non li ha quasi più) e a non accettare ciò che non è accettabile come merce di scambio politico – tuona Urzì -. E’ necessario che i temi oggetto dei lavori delle Commissione paritetiche non siano trattati come moneta di scambio pressoché segreta, ma siano oggetto di un dibattito politico, culturale e sociale. Non si può smontare con una normetta approvata dal Governo la Costituzione (ma anche lo Statuto di Autonomia) a danno dei cittadini dell’Alto Adige e solo per garantire la sopravvivenza politica del Governo ancora per qualche mese, grazie al voto di una Svp in Parlamento sempre più opportunista. La Lega, al Governo in Provincia e in Regione, non accetti tutto questo».

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