Mercato auto in forte ripresa (+20%) ad ottobre

Federauto: la domanda di auto elettriche non decolla e le auto-immatricolazioni “Km0” fanno da cuscinetto per sostenere il mercato. Serve la revisione fiscale sull’auto aziendale.

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Mercato auto italia

Secondo i dati diffusi dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ad ottobre il mercato auto italiano ha registrato un forte rialzo, con le immatricolazioni di autovetture nuove cresciute del +20% sull’analogo mese del 2022, raggiungendo le 139.052 unità. Dall’inizio dell’anno il mercato auto è salito del +20,5% per un totale di 1.315.964 unità rispetto alle 1.091.937 dei primi dieci mesi 2022 (ma rimane ancora in calo del 19% sul 2019), con una proiezione di 1.586.626 vetture su tutto l’anno.

«Apprezziamo le intenzioni e i passi in avanti compiuti dal Ministro Urso per rilanciare lo sviluppo e la riconversione industriale della filiera automotive ma le politiche dirette al rinnovo del parco circolante e all’accrescimento della mobilità elettrica richiedono un confronto più ampio al Tavolo automotive – dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto -. Le nostre imprese sono in prima linea nel favorire la diffusione dell’auto elettrica e delle auto a bassissime emissioni di CO2, ma il gap che riscontriamo tra obiettivi di decarbonizzazione e comportamenti di acquisto della clientela resta esageratamente alto e i nuovi ordini stanno registrando un calo apprezzabile già da parecchi mesi».

«Occorre un’azione di governo complessiva – prosegue De Stefani – in grado di diminuire lo scetticismosull’elettrico e accrescere l’energia derivante da fonte rinnovabile. Le auto elettriche, seppur in crescita percentuale, restano “una goccia nell’acqua” e non riescono ad esprimere numeri adeguati a una vera e propria svolta ambientale: la domanda è fiacca (prezzi decisamente elevati), le auto-immatricolazioni fanno da cuscinetto, mentre i fondi dell’Ecobonus restano ampiamente inutilizzati (sulla fascia 0-20 ci sono ancora oltre 118 milioni e 208 milioni per la fascia 21-60, oltre ai residui dello scorso anno): servono misure più incisive per rinnovare il parco circolante che, allo stato attuale, conta poco più di 200.000 auto elettriche mentre nel Ddl Bilancio 2024 non c’è alcuna disposizione di revisione in questa direzione».

Dal punto di vista delle alimentazioni, ad ottobre le ibride elettriche sono la prima scelta d’acquisto con una quota di mercato del 39% (+2,8 p.p. su ottobre 2022) e anche nel periodo gennaio-ottobre restano in testa con una rappresentatività al 36%. La quota dell’elettrico si attesta al 4,1% nel mese ma nel cumulato da inizio anno è sempre ferma al 3,9%, con volumi medi mensili di circa 5.000 unità, mentre le plug-in ottengono 4,2% di quota e sono stabili al 4,5% sull’anno. Ad ottobre le auto a benzina e diesel rappresentano complessivamente il 42,7% del mercato complessivo, con le prime che crescono del +20,8% e le seconde in calo del -4,3% anche per la riduzione dell’offerta di modelli. La preferenza per il Gpl esprime il 9,9% delle immatricolazioni del mese.

Negli ultimi tre giorni di ottobre è stato immatricolato il 35,8% del totale mercato, mentre le auto-immatricolazioni di case e concessionari (incluso l’uso noleggio), secondo le elaborazioni sui dati Dataforce, hanno rappresentato l’11,6% dei volumi di vendita mensili (10% da inizio anno), con un incremento circa del +71% rispetto ad ottobre 2022.

Per rilanciare il mercato che è fondamentale per lo svecchiamento del parco circolante nazionale e per sostenere la filiera complessiva, più che spingere come vorrebbero soprattutto le case estere l’auto elettricarimane una sòla tecnologica e finanziaria a danno dei consumatori – con incentivi ancora più generosi di quelli esistenti, serve adeguare la normativa fiscale sull’auto aziendale italiana a quella europea, consentendo la deducibilità totale del costo d’acquisto, di gestione e dell’Iva, magari con un ammortamento accelerato a 3 anniper favorire l’ingresso sul mercato dell’usato di veicoli tecnologicamente e ambientalmente aggiornati ma a prezzo sensibilmente inferiore a quello del nuovo, che negli ultimi due anni è cresciuto decisamente, parallelamente alla scomparsa dal mercato di veicoli con prezzo inferiore ai 15.000 euro.

Ma tale scenario non pare essere considerato dalla Finanziaria 2024, nonostante le promesse fatte e ripetute più volte dal sottosegretario alle Finanze, il leghista Massimiliano Bitonci, che così finisce con il penalizzareaziende e Partite Iva con maggiori costi indeducibili e minore competitività con i concorrenti esteri, con conseguenze negative anche sul Pil nazionale, che già soffre di suo.

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