Riciclo dei rifiuti urbani: Italia è al 51,4%

Secondo l’indagine Assoambiente i dati sono in linea o superiori, come per gli imballaggi al 72,8%, agli obiettivi Ue.

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L’Italia si conferma eccellenza europea nel settore del riciclo dei rifiuti, pienamente in corsa per il raggiungimento degli obiettivi Ue al 2025 e al 2035, con una quota raggiunta del 51,4% (obiettivo 2025: 55%), mentre per quello degli imballaggi è al 72,8% (ben oltre il target del 65% al 2025). Maggiore impegno serviràper dimezzare, di qui al 2035, la quota di rifiuti che oggi finiscono in discarica, il 20,1%.

Secondo il rapporto annualeL’Italia che Ricicla” di Assoambiente, l’associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo e bonifiche, l’Italia di fatto rientra tra i 9 Stati membri dell’Ue virtuosi nella gestione dei rifiuti. Sono ben 18 (tra cui anche Francia, Spagna, Portogallo e Svezia) quelli che risultano ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi definiti. Addirittura 8 Stati membri collocano ancora in discarica più del 50% dei propri rifiuti urbani.

Nel Report 2023 Assoambiente ha inserito 10 richieste per le istituzioni nazionali ed europee: sostegno ai materiali riciclati, quote di riciclato nei prodotti, Iva agevolata per le materie ottenute dal riciclo, recupero energetico complementare al riciclo, iter autorizzativi più rapidi e certi, ecodesign, nuovi schemi di responsabilità del produttore di beni, decreti “fine dei rifiuti”, regole comuni nella Ue sul trasporto dei rifiuti, una maggiore chiarezza nell’impianto di regole disegnato da Arera e applicato dalle varie amministrazioni pubbliche.

Per Paolo Barberi, presidente della sezione Unicircular di Assoambiente, «la centralità degli operatori del riciclo dei rifiuti è andata rafforzandosi negli ultimi anni, per la crescente consapevolezza delle conseguenze del cambiamento climatico e del ruolo attivo svolto nell’ambito del processo di transizione verso un’economia circolare, ma anche alla luce del mutato contesto internazionale, per il quale avere a disposizione materie prime ed energia provenienti dal riciclo dei rifiuti prodotti nel nostro Paese costituisce un fattore economico decisivo».

«Anche per queste ragioni, l’industria del riciclo richiede un adeguato sostegno da parte dei decisori politici – ha aggiunto Chicco Testa, presidente di Assoambiente -, affinché vengano rimossi tutti gli ostacoli normativi, giuridici ed economici che ne frenano il pieno sviluppo trasversale alle diverse filiere. Solo così questo settore potrà davvero fungere da abilitatore della transizione green, in grado di intercettare efficacemente tanto gli aspetti di circolarità, quanto quelli energetici».

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