Casa di riposo di Zoldo: incontro a Venezia circa il suo futuro

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Bond casa di riposo zoldoBond: “preoccupazione per le sorti della struttura che assiste 80 anziani e dà lavoro a 40 persone”

Sernagiotto: “convocato un tavolo di confronto con i sindaci della valle”

Le preoccupazioni circa il futuro della casa di riposo di Zoldo ha mobilitato la politica e gli amministratori della valle. “La tematica deve essere affrontata di petto e senza perdere altro tempo. Lo Zoldano non può perdere la sua casa di riposo a causa di un adeguamento che oggi come oggi, per evidenti ragioni economiche, non è possibile”: così il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Dario Bond, che nella sede del Consiglio regionale ha incontrato il sindaco di Zoldo Alto, Roberto Molin Pradel, accompagnato da Amedeo Scarzanella (assessore ai lavori pubblici di Zoldo Alto) e Adelino Molin Pradel (ex assessore).

Molin Pradel, in rappresentanza degli amministratori di valle, ha spiegato a Bond i motivi della sua preoccupazione: “non siamo in grado di sostenere le spese per l’adeguamento della casa di riposo così come previsto dalla legge 22 in materia di accreditamento delle strutture residenziali”, ha detto il primo cittadino, sottolineando come “la nostra casa di riposo è confortevole ed eroga tanti servizi”.

La struttura di Forno di Zoldo ospita circa 80 persone e dà lavoro a una quarantina di dipendenti: “è una delle realtà più importanti dello Zoldano, non possiamo permetterci di perderla o vederla ridimensionata”, hanno sottolineato, dal canto loro, Scarzanella e Adelino Molin Pradel.

Da qui l’impegno del consigliere Bond: “i sindaci dello Zoldano sono preoccupati e hanno ragione: la vallata non può fare a meno di una struttura del genere. Proprio in questi momenti di crisi non bisogna fare passi indietro sul fronte dei servizi alla persona, soprattutto quelli rivolti alle fasce più deboli”.

Per questo, lo stesso Bond ha organizzato per martedì prossimo a Venezia un incontro tra i sindaci del comprensorio e l’assessore alle politiche sociali Remo Sernagiotto e il suo staff. “Va trovata una soluzione che vada al di là degli aspetti più burocratici. Le strutture di montagna hanno numeri e risorse diversi. Di questo bisognerà tenere conto”.