Restituito alla Magnifica Comunità di Fiemme il suo storico palazzo

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Magnifica Comunità Fiemme sede cavalese 1Dopo 7 anni di difficili restauri, riapre al pubblico per due mesi l’edificio che ospita la pinacoteca della Magnifica

Tecnologia e design al servizio della storia. Una storia lunga oltre 900 anni. Lo si avverte attraversando la pinacoteca, l’aula del consesso, le scalinate, le prigioni, le salette multimediali e gli spazi per la consultazione degli antichi manoscritti. Per non dire delle galere a piano terra, che recano ancor oggi sui muri e sui legni le iscrizioni dei carcerati.

La sede storica della Magnifica Comunità di Fiemme a Cavalese (Trento) si presenta oggi come uno spazio museale fra i più dinamici ed eleganti. L’eccellente lavoro di restauro, durato sette anni, restituisce ai cittadini della Val di Fiemme un tempio della cultura di straordinaria bellezza.

Il laborioso restauro conservativo, progettato e diretto all’architetto Andrea Marastoni (che, è bene sottolinearlo, è riuscito a “centrare” il preventivo senza superi di spesa rispetto a quanto stanziato inizialmente per il restauro, poco più di 6 milioni di euro), rivela un piacevole equilibrio fra gli spazi espositivi. L’allestimento del museo è stato curato dalla storica dell’arte Chiara Felicetti, in collaborazione con l’architetto Alberto Felicetti, che ha proposto soluzioni innovative di notevole ingegno e qualità estetiche.

Magnifica Comunità fiemme facciata palazzo affresco 1Un’illuminazione discreta dona al museo e alla sua pinacoteca un’atmosfera intrisa di mistero, proiettando qua e là sorprendenti geometrie luminose che esaltano la bellezza dei dipinti e degli affreschi. I 150 capolavori della Scuola pittorica di Fiemme (fra cui quelli di Michelangelo, Cristoforo e Francesco Sebaldo Unterperger) si affacciano alle pareti in un rinnovato splendore. Alcune tele sono così ben illuminate che paiono animarsi. Sembrano penetrare lo spazio staccandosi dal resto della parete buia e avvicinarsi al visitatore, quasi a suggerire un segreto.

Nelle prigioni i visitatori possono impugnare le torce per illuminare le scritte incise dai carcerati. Raffigurano azioni, pensieri, ricordi. Un bottaio ha riprodotto sul muro, con cura meticolosa, i suoi attrezzi del mestiere. C’è chi ha immortalato la casa dove abitava e chi ha confidato, quasi con orgoglio, di aver accoltellato qualcuno. Queste celle, nel Cinquecento, sono state anche le crudeli gattabuie in cui furono rinchiuse le così dette streghe di Cavalese. Laggiù sono custoditi, con rispetto, i segni che hanno scandito un tempo buio e lontano.

La valle di Fiemme vanta anche uno straordinario passato storico per la presenza millenaria della Magnifica Comunità di Fiemme. Risale infatti al 1111 il primo riconoscimento ufficiale dell’esistenza della Comunità di Fiemme per mano del Vescovo di Trento Gebardo («cançelarius domini Enrici»), il quale nel mese di luglio del 1111 stipulò a Bolzano, con alcuni rappresentanti della valle, un accordo (noto come Patto gebardino dal nome del presule) in base al quale il vescovo, da un lato riconosceva e confermava l’autonomia politica, amministrativa e giuridica della valle di Fiemme, di cui evidentemente la stessa già godeva, nonché il libero e collettivo sfruttamento del suo territorio, dall’altro si riservava il diritto di inviare periodicamente in valle un gastaldione per amministrare la giustizia in sua rappresentanza e per incassare un tributo.

Il Patto gebardino dunque, che stabiliva privilegi da un lato, ma sanciva obblighi dall’altro, introdusse un primo ridimensionamento dell’autonomia degli scarii di tradizione gotica/longobarda, in particolare in materia di giustizia, garantendo alle autorità territoriali l’amministrazione della legge ordinaria, ponendola in capo allo Scario assistito dai suoi giurati (quattro di banco e dieci di consiglio), affidando al primo la custodia delle chiavi della locale prigione.

Magnifica Comunità Fiemme sala consesso 1La peculiarità della storia di Fiemme, la cui autonomia, seppure attraverso trasformazioni, restringimenti, annacquamenti è stata strenuamente difesa per quasi un millennio, non scaturisce dalla natura del patto, formula peraltro estremamente diffusa in età medievale in tutto l’arco alpino e appenninico, ma dalla sua sopravvivenza, che ha creato un contesto di appartenenza storica e culturale che vive ancor oggi e dall’aver conservato pressoché integro il proprio territorio.

L’edificio in quanto sede della Comunità di Fiemme e il Museo Pinacoteca costituiscono da oltre un secolo, un binomio inscindibile. Quando nel 1901 l’ente avviò i primi restauri volti alla trasformazione di alcuni ambienti in uffici, diede avvio anche alla prima campagna d’acquisti di opere d’arte.

Il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, con la sua pinacoteca ed il suo archivio storico, insediatisi sulle vestigia dell’antico palazzo Vescovile, rappresenta per la ricchezza di contenuti, di storia, di tradizioni, per la spiccata identità tramandata alle popolazioni locali, la sede naturale, il luogo eletto, in cui continuare a tessere una lunga storia di straordinario significato civile ed umano.

Il palazzo sarà inaugurato giovedì 5 luglio 2012, per ricordare la data di nascita del Cardinal Cristoforo Madruzzo, il principe Vescovo di Trento che fu uno dei più illuminati proprietari del Palazzo. Quindi, resterà aperto fino al 5 settembre 2012 (tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30; escluso il lunedì), con un ritmico alternarsi di visite guidate in diverse lingue. Ogni venerdì, alle 16.00, la compagnia italo-francese “La Pastière” metterà in scena una visita teatralizzata, in collaborazione con l’associazione Sentieri in Compagnia e l’Apt Val di Fiemme. Concerti e attività culturali scandiranno l’estate fra le mura dell’antico palazzo e il suo giardino. Dopo questi due mesi di apertura, il museo sarà nuovamente chiuso al pubblico per consentire il completamento con l’allestimento degli archivi storici e le documentazioni multimediali. Quindi, tornerà ad aprire i battenti durante la prossima stagione invernale.