Tagli alle autonomie speciali, non è del tutto male quanto fa il Governo Monti

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Divina: “ci sono autonomie virtuose e altre meno, ma risparmiare tutti si deve e si può per ridurre le tasse a cittadini e imprese”

La revisione della spesa è la bestia nera di tutte le amministrazioni pubbliche, centrali e locali: dopo la prima, deludente, uscita del Governo Monti tutta basata su nuovi, pesanti inasprimenti fiscali, ora sembra essersi convinto che, se si vuole evitare la definitiva morte dei contribuenti per eccesso di peso fiscale, l’unica via per il risanamento del Paese passa attraverso una decisa riduzione della spesa pubblica, sia essa quella per gli acquisti che quella del personale, spesso decisamente in sovrannumero rispetto alle effettive necessità. Ovvio che i tagli non piacciano a nessuno, ed ognuno abbia idee diverse in merito a chi far pagare il conto.

Paradossale è il caso delle province di Trento e di Bolzano: “il gioco delle parti ha fatto sì che sia Dellai che Durnwalder, pur di aiutare chi lo voleva far cadere, abbiano sempre criticato aspramente il precedente Governo Berlusconi bollandolo come ostile alle autonomie speciali. Governo che invece è stato l’unico a tutelarle (norma di garanzia e salvaguardia 2005, patto di Milano 2010) e che nel tempo non ha mai fatto arretrare le somme trasferite ai bilanci delle due province autonome. Il Governo Monti, invece, è stato subito salutato con entusiasmo e definito ‘Governo amico’ proprio da Dellai e Durnwalder che oggi devono fronteggiare le tosature più pesanti mai viste ai bilanci delle due autonomie” chiosa sarcastico il senatore Sergio Divina (Lega Nord), secondo il quale “Dellai non sa più a che santo rivolgersi ed ora tenta di coinvolgere i parlamentari trentini tutti a difesa dall’aggressore (ma non era amico di quasi tutti i ministri?)”.

Un imbarazzante contrappasso che Divina rimarca ricordando come “in passato Dellai si è ben guardato dal coinvolgerci, anzi, è accaduto pure che invitasse solo la parte dei ‘suoi’ parlamentari, snobbando tutta la rappresentanza parlamentare non allineata, ritenendola non titolata alla difesa degli interessi dei Trentini”. L’esponente leghista rimarca “sappia però Dellai che noi non abbiamo bisogno del suo sprono per muoverci, e che sappiamo bene quali sono gli interessi autentici dei nostri conterranei, che non sono sempre coincidenti con quelli del nostro Governatore e delle sue fameliche clientele. Difenderemo sempre i nostri ospedali, i nostri tribunali, il nostro bilancio, nei limiti che ci saranno concessi, ma non gli sprechi che in casa nostra si perpetrano da ormai troppo tempo”. Già, gli sprechi che anche nel ricco ed efficiente Trentino albergano e si moltiplicano: Divina ne elenca alcuni, come le “trenta agenzie costituite in poco più di dieci anni che hanno fatto lievitare i costi dell’apparato pubblico, nonché reso clientelare, poco efficiente e poco trasparente, come ha riconosciuto a più riprese la stessa Corte dei Conti. Agenzie che son servite invece a gestire il consenso elettorale a spese pubbliche, ma a beneficiarne sono stati solo pochi ‘eletti’ e non la collettività. Se Monti imponesse di tagliare qualche ente doppione o imponesse ad Autobrennero di tagliare i posti in consiglio d’amministrazione (la lite sulla presidenza ha creato la figura dell’amministratore delegato, sdoppiando ruoli e raddoppiando conseguentemente i costi), non potremo che essere d’accordo e condividerne la scelta. Nonostante i desiderata contrari di Dellai”.

Divina allarga il campo: “le autonomie speciali sono al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, anche perché alcune di queste (tra tutte Sicilia e Sardegna) non hanno saputo fare un buon utilizzo dei loro poteri a favore della popolazione e dell’economia. Quelle autonomie che hanno dimostrato di non essere in grado di autogovernarsi bene andrebbero commissariate fintanto che i loro conti e la loro organizzazione gestionale non sia stata riportata all’interno dei confini della normalità. Certo, non si può paragonare una Sicilia ad un Trentino Alto Adige o ad un Friuli Venezia Giulia che hanno dimostrato con i fatti di essersi guadagnati la loro autonomia”. Quanto al futuro, per Divina “è necessario andare verso una semplificazione degli assetti istituzionali, favorendo la creazione di fusioni tra realtà regionali omogenee (penso ad una regione del NordEst o del NordOvest), oltre che ad un deciso alleggerimento dello Stato centrale e della sua rappresentanza politica. Certo, serve coraggio e determinazione per centrare uno scenario di questo genere: la Lega Nord è disposta ad assecondare chiunque creda in questo progetto”.