Mercato auto, sempre più giù

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autoparco peugeot 1Anche ad agosto continua il calo a doppia cifra: -20,23%. Crollo in conseguenza del gettito fiscale per lo Stato con buco in bilancio a fine d’anno

Continua anche ad agosto il crollo del mercato dell’automobile in Italia: la Motorizzazione ha immatricolato 56.447 autovetture, con una variazione di -20,23% rispetto ad agosto 2011, durante il quale ne furono immatricolate 70.764 (nel mese di luglio 2012 sono state invece immatricolate 109.452 autovetture, con una variazione di -20,98% rispetto a luglio 2011, durante il quale ne furono immatricolate 138.510). In calo anche le vendite dell’usato: ad agosto 2012 sono stati registrati 232.980 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -9,38% rispetto ad agosto 2011, durante il quale ne furono registrati 257.087 (nel mese di luglio 2012 sono stati invece registrati 355.811 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -6,67% rispetto a luglio 2011, durante il quale ne furono registrati 381.257).

Un calo che porta il mercato ai libelli più bassi da trent’anni a questa parte: per Roberto Vavassori, presidente dell’Associazione nazionale filiera industria automobilistica (Anfia) “siamo alla nona contrazione consecutiva per il mercato nazionale dell’auto, che tocca un nuovo record negativo posizionandosi all’incirca sui livelli del 1964”. Semplicemente drammatico. Quel che è grave è che questo scenario sia determinato in gran parte delle scelte compiute dal Governo Monti nel corso degli ultimi 10 mesi, come denuncia il presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari ufficiali di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus. Filippo Pavan Bernacchi: “il progressivo raggiunto ad agosto conferma la previsione di mercato 2012 a 1.370.000 vetture, un volume inferiore di circa 630.000 unità rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Questo si tradurrà in un minore gettito di Iva e altre imposte stimato in 3 miliardi di euro, oltre a un probabile calo occupazionale di circa 220.000 unità in un settore che occupa, con l’indotto, 1.200.000 addetti. Il Governo tecnico ha bersagliato il mondo dei trasporti con una miriade di tasse e balzelli. Eppure –chiosa Pavan Bernacchi – le auto, i veicoli commerciali e i camion, servono alle persone sopratutto per andare a lavorare, o a lavorare. Sale la spesa delle famiglie, la pressione fiscale sulle partite iva, si riducono i consumi, si uccidono le aziende e quindi l’occupazione. Forse con questa ricetta l’Italia si salverà, come ha promesso il Premier Monti, ma se continuerà l’immobilismo del Governo la filiera dell’automotive probabilmente no. E con essa sparirà una mucca da latte che porta il 16,6% delle entrate fiscali nazionali. Assurdo e incomprensibile”. Federauto auspica che il ministro Passera dia seguito urgentemente all’impegno di convocare le Associazioni dell’Automotive per ricercare delle soluzioni, mentre Monti deve seriamente preoccuparsi di come coprire il buco finanziario che si sta creando nel bilancio dello Stato a causa del drastico calo del gettito fiscale del settore auto.