Friuli Venezia Giulia, celebrati i 50 anni dello Statuto d’autonomia

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FVG celebrazione 50 anni statuto Maurizio Franz Presidente Consiglio regionale Franco Gallo Presidente Corte Costituzionale e Renzo Tondo 1
FVG celebrazione 50 anni statuto Maurizio Franz Presidente Consiglio regionale Franco Gallo Presidente Corte Costituzionale e Renzo Tondo 1Cerimonia nell’aula del Consiglio regionale alla presenza del presidente della Corte costituzionale Gallo

Il presidente del Consiglio regionale Maurizio Franz ha aperto la seduta solenne dell’Assemblea per la celebrazione del 50° anniversario della promulgazione dello Statuto di autonomia della regione Friuli Venezia Giulia, alla presenza del neoeletto presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo, la cui lectio magistralis ha per tema i “Profili finanziari del regionalismo differenziato”.

Attualità della specialità, minoranze linguistiche, revisione delle norme sull’ordinamento finanziario, fra i temi affrontati nel suo intervento da Franz che, definendo questo anniversario un’occasione importante per ricordare il passato, ma soprattutto per riflettere sul futuro e in particolare su un nuovo modello di autonomia per la Regione, ha ricordato le ragioni della specialità legate all’esigenza di individuare un assetto politico-istituzionale in grado di affrontare i complessi problemi di queste terre che costringevano la nostra gente a cercare fortuna altrove, e ha rivolto “un pensiero colmo di gratitudine alle migliaia di corregionali emigrati nei cinque Continenti, per quanto hanno fatto e continuano a fare per tenere alto il nome del nostro Paese e dell’intero Friuli Venezia Giulia nel mondo”.

In 50 anni l’economia è radicalmente cambiata. Gli speciali poteri allora attribuiti alla Regione – ha ricordato il presidente – consentirono di impostare la politica economica che ha caratterizzato questo mezzo secolo facendo diventare terra di immigrazione (l’8.8% della popolazione regionale è straniera). In questo percorso, fondamentale l’esperienza del terremoto del 1976, immane tragedia dalla quale nacque un nuovo modo di operare sinergico tra Regione ed enti locali, quel modello Friuli che ha consentito una compiuta ricostruzione e ha creato una diversa coscienza tra i soggetti che qui amministrano la res publica.

La costruzione delle grandi infrastrutture, l’attività internazionale avviata dal Friuli Venezia Giulia con la Comunità di lavoro Alpe Adria e i compiti di promozione e cooperazione internazionale con l’Est europeo attribuiti dallo Stato alla Regione con la legge 19 del 1991 sulle aree di confine sono aspetti che hanno, poi, consentito al presidente di porre l’accento sulla attualità delle ragioni dell’autonomia. Anche se deve essere rivista, la specialità della Regione ha ancora un senso: il Friuli Venezia Giulia, al centro di una rete di relazioni economiche, sociali e culturali destinate a intensificarsi, dall’allargamento a Est dell’Unione europea è esposto molto più di altre regioni ai rischi di un declino economico – ha detto il presidente, auspicando che si dia rapida attuazione ai nuovi poteri in materia di autonomia tributaria attribuiti alla Regione. “Si tratta – ha spiegato – della opportunità per il Friuli Venezia Giulia, anche in considerazione della sua collocazione geografica, di avere strumenti in grado di dare maggiore flessibilità e manovrabilità al prelievo fiscale sul sistema produttivo di questa Regione, per consentirle di reggere la concorrenza pregiudizievole dei Paesi confinanti ed evitare così che imprese italiane si trasferiscano oltre confine perché attratte naturalmente dal vantaggio fiscale, dal basso costo del lavoro e dell’energia”.

Anche la questione delle minoranze linguistiche nel tempo ha mutato volto. La presenza in Regione di ben tre minoranze linguistiche storiche (friulana, slovena, tedesca) rappresenta un unicum in tutto il panorama nazionale, e “per ognuna di esse – ha sottolineato Franz – ci siamo infatti dotati di normative specifiche ben prima che il legislatore statale se ne occupasse; puntando alla loro salvaguardia si mira alla difesa e riscoperta delle radici di questa terra”.

FVG celebrazione 50 anni statuto discorso Renzo Tondo 1A difesa della specialità, Franz ha ricordato anche i risultati di buon governo ottenuti in questi anni: “la nostra Regione continua a sobbarcarsi importanti funzioni fra cui la sanità, la finanza locale, la viabilità e i trasporti, utilizzando solo le entrate proprie e quelle da compartecipazione ai tributi erariali, di molto inferiori a quelle attribuite alle altre Regioni speciali, e nonostante alcuni temi finanziari siano ancora da definire – ha detto il presidente, auspicando in particolare una revisione delle norme sull’ordinamento finanziario della Regione che sostituisca il criterio dell’attribuzione del gettito sulla base del luogo di riscossione con quello fondato sulla riferibilità dello stesso al territorio (ossia al luogo del domicilio fiscale del contribuente)”; un proposito, questo, inserito nel Protocollo di intesa con lo Stato in materia finanziaria del 29 ottobre 2010, stipulato in via di parziale anticipazione rispetto alla attuazione del federalismo fiscale. “Il nostro assetto finanziario – ha aggiunto Franz – ha determinato una responsabilizzazione degli amministratori che si assumono i rischi di fluttuazione del gettito tributario e dei costi dei servizi, ma molti, purtroppo, tendono oggi a voler mettere in discussione tutto questo”.

A Franz ha fatto seguito il discorso del presidente della Regione, Renzo Tondo, che ha tratteggiato i passi più significativi della storia di un’autonomia regionale lunga cinquanta anni. “Il 31 gennaio 1963 – ha affermato – superate le remore imposte dal Trattato di pace del 1947 e, con esse, la riserva contenuta nella decima disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica, nasceva questa Regione. Essa ha rappresentato un unicum in Italia non solo per la sua originaria composizione, ma soprattutto perché, fin dall’inizio, fu definita come l’ultima delle Regioni speciali e la prima delle Regioni a statuto ordinario. Meno forti erano infatti i poteri assegnati, ma soprattutto la dotazione finanziaria spettante fu molto più ridotta rispetto alle altre autonomie allora esistenti”.

Dopo aver ricordato i presupposti e i passaggi che portarono alla promulgazione dello Statuto di autonomia, Tondo ha evidenziato come i primi decenni furono dedicati soprattutto a consolidare un’unità regionale che non traeva origine da condizioni geografiche e storiche, bensì essenzialmente politiche. Da quel momento ci si preoccupò innanzitutto di risolvere il problema della marginalità del Nord-Est, geograficamente mutilato, ma soprattutto posto lontano dalle realtà più centrali ed economicamente più dinamiche del Paese, e inoltre con un territorio disomogeneo e caratterizzato dalla presenza di importanti minoranze linguistiche. “In questa logica e con questo obiettivo primario – così ancora il presidente Tondo – sono state portate avanti iniziative fondamentali come l’autostrada che collegava Trieste e Udine al Veneto, affidata in concessione alla Regione. Analogamente, sono state poi gestite e vinte le grandi sfide che l’Istituto regionale ha dovuto affrontare, la ricostruzione del Friuli dopo il devastante sisma del maggio e settembre 1976 e il trattato internazionale italo jugoslavo di Osimo del 1975, che interessò la provincia di Trieste”.

Le risorse per la ricostruzione hanno generato l’autostrada per Tarvisio, cioè per il nord Europa, l’ammodernamento e il raddoppio della ferrovia Pontebbana e lo scalo di Cervignano. Le risorse di Osimo hanno poi completato le strutture del confine, gli autoporti e finanziato la grande viabilità.

La riflessione di Tondo si è quindi spostata sul tema del regionalismo e dell’autonomia. A giustificare la specialità – ha sottolineato Tondo – c’è poi la presenza di minoranze, il nostro ruolo storico e geopolitico di cerniera con i Paesi del Centro e dell’Est che ha posto il Friuli Venezia Giulia nel cuore dell’Europa. “Un ruolo che intendiamo rafforzare al servizio del Paese, anche grazie al progetto di Euregio Senza Confini sottoscritto il 27 novembre 2012 con Veneto e Carinzia” ha detto Tondo specificando come “l’autonomia non va rivendicata come diritto, ma conquistata con l’autorevolezza e l’efficienza, e va difesa con i fatti, i comportamenti, i numeri soprattutto vogliamo coniugarla con la parola ‘responsabilità’”.

FVG celebrazione 50 anni statuto Franco Gallo Presidente Corte Costituzionale 2 1L’autonomia finanziaria di entrata e di spesa delle Regioni, alla luce della Costituzione e delle sue più recenti modifiche, nella lectio magistralis di Franco Gallo. Il neopresidente della Corte costituzionale ha parlato di clausola di adeguamento, perequazione, decentramento, autonomia differenziata tra Regioni ordinarie e Regioni speciali. Tra gli aspetti evidenziati da Gallo quanto a quest’ultimo punto, l’obbligo per le Regioni ordinarie, sancito dall’articolo 119 della Costituzione, di sottostare ai principi di coordinamento con lo Stato in materia di fiscalità, mentre per le speciali si afferma il principio della mera armonia con il sistema tributario nazionale. Ciò perché le seconde hanno già, come affermato nell’articolo 116 sempre della Costituzione, i propri Statuti di rango costituzionale che definiscono i rapporti con lo Stato e dunque il coordinamento con esso. Infatti non significa che possono imporre imposte regionali arbitrarie sui redditi e sul patrimonio perché non devono mai venir meno l’armonia, la ragionevolezza e la coerenza con il sistema tributario statale.

Il presidente ha quindi affermato che le politiche fiscali sono spesso strumentali all’autonomia politica, ovvero l’autonomia tributaria è autonomia politica. E ha sostenuto che la vera specialità finanziaria delle Regioni autonome si risolve nell’entità della quota partecipativa dei contributi, entità che è più elevata di quella che guida le Regioni ordinarie: l’autonomia arriva e dipende dalla percentuale di compartecipazione tributaria.

Per Gallo, “c’è la necessità di potenziare le Regioni come istituto in sé e dare loro spazio sulla base del principio sancito dall’articolo 5 della Costituzione. Ma va chiesto loro di essere punto di sintesi amministrativo e politico dei sistemi locali, al loro interno e verso il Governo centrale. Si impone un progetto organico di Regione” è stata la chiosa del presidente che ha anche affermato che “i principi di regionalismo e centralismo devono incontrarsi tra loro, nonché fare i conti con i principi sorti in sede europea”.

All’intervento dei capogruppo del Consiglio regionale ha fatto seguito anche quello dei sindaci della Regione, che hanno criticato l’intervento di Gallo. Per i sindaci delle città capoluogo “è assurdo che il presidente della Corte Costituzionale sia venuto a dirci che potremmo aumentare l’imposizione fiscale per realizzare il nostro sviluppo. Abbiamo bisogno tutti di diminuire il carico fiscale sui cittadini e le famiglie”.