Controlli della Corte dei Conti sugli atti della provincia di Bolzano: dalla Consulta no alla Giunta

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PAB festival del gusto Luis Durnwalder 1Ribadita la competenza dell’organo giurisdizionale. Durnwalder: “la Consulta non aveva altra scelta”. Urzì: “ora qualcuno paghi per un ricorso infondato”

Il ricorso inoltrato alla Corte costituzionale dalla giunta provinciale di Bolzano in materia di controlli sulla sua attività da parte della Corte dei Conti è stato bocciato. Le norme statutarie e la giurisprudenza della Corte costituzionale “non consentono di ricondurre in via esclusiva all’amministrazione provinciale le funzioni di controllo e di vigilanza sul conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica degli enti locali e delle aziende sanitarie”.

Lo afferma una sentenza con cui la Consulta ha respinto un ricorso della Provincia di Bolzano che aveva impugnato il programma dei controlli e delle analisi della Corte dei conti di Bolzano per il 2012. L’annunciata verifica interessava non solo il rendiconto generale della Provincia, ma anche la gestione finanziaria dell’Azienda sanitaria altoatesina e dei comuni con popolazione superiore ai 7.000 abitanti. Ciò avrebbe violato, secondo la Provincia, la propria sfera di competenza, definita dalle norme statutarie in materia di vigilanza e controllo sul rispetto degli obiettivi di governo dei conti pubblici e di sana gestione finanziaria degli enti e organismi ad essa riconducibili.

Di parere diverso la Corte costituzionale, secondo la quale le funzioni di controllo spettanti alla Corte dei conti e alla Provincia di Bolzano si pongono “su piani distinti, seppur concorrenti nella verifica delle condizioni di tenuta del sistema economico-finanziario nazionale”.

“La Consulta ha chiarito che le rispettive funzioni di controllo della Corte dei conti e della provincia di Bolzano si collocano su piani distinti, seppur concorrenti, nella verifica delle condizioni di tenuta del sistema economico-finanziario nazionale” afferma il presidente della sezione regionale di controllo di Bolzano della Corte dei conti, Raffaele Dainelli, commentando con una nota l’“importante e attesa” decisione della Corte costituzionale che ha respinto il ricorso della Provincia riguardo alla funzione di vigilanza sugli enti collegati.

Alla Corte dei conti, prosegue la nota “è infatti ‘attribuito il controllo sull’equilibrio economico-finanziario del complesso delle amministrazioni pubbliche a tutela dell’unita’ economica della Repubblica, in riferimento ai parametri costituzionali (artt. 81, 119 e 120 Cost.) e ai vincoli derivanti dall’appartenenza all’Unione europea’. ‘Spetta, invece, alle Province autonome istituire diverse forme di controllo interno sulla gestione delle risorse finanziarie, secondo quanto previsto dalle peculiari condizioni dello Statuto di autonomia”, conclude la nota.

Fa buon viso al contenuto della sentenza il presidente della Giunta Luis Durnwalder: “alla luce dei recenti decreti del governo Monti, la Corte Costituzionale non ha avuto scelta e ha dovuto bocciare il nostro provvedimento sui controlli contabili degli enti locali in Alto Adige”.

Plaude alla sentenza dichiarando “piena soddisfazione” il consigliere provinciale altoatesino Alessandro Urzì, secondo il quale “i controlli sui comuni e aziende sanitarie non potranno essere svolti in via esclusiva dalla Provincia creando il cortocircuito fra controllori e controllati. Un principio generale di giustizia e di ordinato rapporto fra gli enti nel rispetto delle prerogative di ciascuno che appare singolare che la Provincia abbia messo in discussione”.

Urzì pone attenzione anche ad un altro aspetto, innescato dal contenuto della sentenza e dalle dichiarazioni di Durnwalder: “quanto costa alla Provincia ricorrere in forma seriale contro leggi dello Stato o come in questo caso contro provvedimenti della Corte dei conti? Perché ad ogni ricorso corrisponde una spesa. E a fronte di sentenze dichiarate dallo stesso Durnwalder e dall’assessore Bizzo come scontate ci si chiede quale senso avesse allora ricorrere alla Corte costituzionale pagando provvigioni salatissime ai legali chiamati dalla Provincia per fornire l’assistenza”.

Urzì vuole fare luce sui costi di ricorsi che, a posteriori, pure i loro autori riconoscono essere infondati o temerari: “ho presentato un’interrogazione con la quale chiedo il numero dei ricorsi alla Corte costituzionale terminati con un nulla di fatto per la Provincia e la sua sconfitta. Ricorsi in massima parte prevedibili nelle loro conseguenze, come ammesso candidamente questa volta anche dall’assessore Bizzo. Nei giorni scorsi avevo già richiamato l’attenzione sulla spesa di almeno 362.670,11 euro per l’assistenza legale della Provincia a seguito di ricorsi alla Corte costituzionale finiti nel nulla se non in 21 sconfitte secche. Soldi gettati letteralmente al vento. Una spesa assolutamente inutile che poteva essere evitata se fosse stata garantita un’attività legislativa corretta e rispettosa dell’ordinamento generale della Repubblica, delle prerogative dell’Autonomia nel rispetto di quelle dello Stato, senza tentativi palesi di forzare la mano”.