Veneto, al via il riordino delle partecipate degli enti e delle società regionali

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Veneto-roberto-ciambetti-luca-zaia-ilnordestZaia: “continua l’opera di ottimizzazione, semplificazione e riduzione dei costi dell’intero apparato regionale”

Il Veneto s’appesta a dire addio a circa sessanta partecipazioni societarie dell’eterogeneo insieme di enti strumentali e società della Regione: questo l’obiettivo complessivo delle due deliberazioni approvate, su proposta dell’assessore al bilancio e agli Enti locali Roberto Ciambetti, dalla Giunta veneta.

“Continua l’opera di ottimizzazione, semplificazione e riduzione dei costi dell’intero apparato regionale – sottolinea il presidente Luca Zaia –, un’azione forte e di proporzioni mai viste nell’ultimo decennio, un processo irreversibile che la Giunta intende sostenere con determinazione. Gli odierni provvedimenti derivano da una articolata azione ricognitiva che proseguirà anche nei prossimi mesi, permettendoci di lavorare su precisi criteri di rilevanza e opportunità strategica delle partecipazioni. E’ un’attività che va oltre le necessità di adeguamento alle nuove normative in materia e che risponde prima di tutto a quegli obiettivi di efficienza gestionale e di equilibrio economico-finanziario che ci siamo dati”.

La prima deliberazione ha fissato i principi e i criteri per l’attuazione dei piani di razionalizzazione, di riordino e riduzione delle partecipazioni detenute, a qualsiasi titolo, dagli Enti strumentali della Regione Veneto in società, organismi, centri sperimentali e aziende pilota. “In attesa della riorganizzazione complessiva di questi enti, prevista dalla Legge regionale n. 7 del 2011 – spiega l’assessore Ciambetti –, abbiamo avviato senza indugi un’azione finalizzata a monitorare e recensire le partecipazioni detenute dagli stessi, delineando nel contempo linee di indirizzo strategico per attuarne l’immediato riordino, affidato a ogni singolo Ente Strumentale. Un’operazione attraverso la quale stimiamo di poter dismettere oltre il 50% delle loro partecipazioni”.

I 24 enti strumentali della Regione detengono forme di partecipazione in 53 organismi, aziende o centri (alcuni risultano partecipati da più enti): sulla base del piano che ognuno di essi proporrà, saranno definite le dismissioni, a partire, ovviamente, da quelle società che hanno avuto un risultato di esercizio negativo. Il programma di riordino si articola per fasi successive. Spetterà ai singoli enti strumentali elaborare i piani di dismissione da trasmettere entro 60 giorni alla Regione per le sue valutazioni. Questi verranno quindi approvati definitivamente per dare il via concreto alle dismissioni.

La seconda deliberazione approvata dalla Giunta contiene invece direttive per le società partecipate direttamente dalla Regione, al fine di razionalizzare le loro stesse partecipazioni societarie, cioè le cosiddette partecipazioni societarie regionali indirette, puntando a un loro sostanziale ridimensionamento. L’obiettivo da raggiungere attraverso l’azione degli organi amministrativi delle società partecipate direttamente è quello di dismettere circa una quarantina di società, con la conseguente riduzione dalle attuali 71 a poco più di 30. Tale diminuzione si aggiunge al ridimensionamento già in corso che annovera: la vendita delle quote possedute o la liquidazione di sei società (Ferrovie venete srl, Società Autostrade di Alemagna spa, Rovigo Expò spa, Insula spa, College Valmara Morosini spa, Sis spa) e l’accorpamento delle società immobiliari regionali in unica società.

“Anche alla luce della recente normativa nazionale e regionale, che ha introdotto principi cardine per l’operato delle Pubbliche Amministrazioni, imponendo, tra l’altro, il pareggio di bilancio e il rispetto dei vincoli finanziari derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea – conclude Ciambetti –, un intervento in questo settore non è più rinviabile. Ma il contenimento della spesa pubblica è un obiettivo che ci siamo dati al di là dei vincoli normativi e con i provvedimenti approvati oggi applichiamo anche agli enti strumentali e alle società partecipate i criteri e le direttive già applicate dalla Regione per la gestione delle proprie partecipazioni, elaborando di fatto un piano generale e uniforme di razionalizzazione”.