Friuli Venezia Giulia, i risultati dell’analisi congiunturale di Confindustria sul III trimestre 2013

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Confindustria FVG presidente Giuseppe Bonomo 1
Confindustria FVG presidente Giuseppe Bonomo 1Bono: “segnali contrastanti dall’economia”

Il presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia Giuseppe Bono ha reso noti i risultati dell’indagine congiunturale realizzata dalla sui dati consuntivi relativi al terzo trimestre 2013: “esaminando il quadro complessivo che emerge dai dati raccolti a fine settembre dalle nostre imprese associate, colgo, in buona sostanza, due segnali importanti ed apparentemente contrastanti che merita vengano sottolineati.

Il segnale positivo, anche se, bisogna dirlo, ancora timido, è quello che deriva dalla lenta ma costante crescita dei valori tendenziali dei principali indicatori esaminati dall’inizio dell’anno in corso. Valori che nel terzo trimestre sono diventati positivi. Ciò significa –evidenzia Bono – che dopo più di due anni di trend decrescente dell’economia regionale, la fase di crisi sembra aver toccato il fondo e che, dalla fine del 2012, si è registrata una positiva inversione di tendenza, la quale ha portato nel terzo trimestre di quest’anno l’industria regionale a migliorare i risultati segnati nello stesso periodo dell’anno precedente. Bisogna ricordare, però, per non lasciar pensare che la crisi sia veramente superata e che non sia più necessario continuare a stringere i denti e a rimboccarsi le maniche, che il 2012 è stato un anno pessimo e che, quindi, performance di poco migliori nel 2013 vanno bene, sì, ma non sono assolutamente sufficienti ed alcune importanti crisi aziendali lo dimostrano”. L’altro segnale individuato dal presidente Bono è negativo: “questo lo colgo dalle previsioni sul prossimo futuro che hanno espresso gli imprenditori intervistati, per la maggioranza orientate al pessimismo. La causa di questo atteggiamento, a mio avviso, non può che essere quella della sfiducia verso una situazione politico-amministrativa del Paese che impedisce di affrontare con forza e decisione i problemi reali e concreti della nostra società che sono quelli dello sviluppo e del lavoro. Su questi obiettivi, e solo su questi, assolutamente prioritari, si deve concentrare in primo luogo il Governo nazionale, ma anche nell’ambito delle sue competenze che non sono marginali, quello regionale”.

Secondo Bono, le leve della crescita si basano solo su “sviluppo e lavoro, che il legislatore non può pensare di far crescere e consolidare se non perseguendo l’esigenza di portare l’industria manifatturiera, spesso strumentalmente e distruttivamente presentata come elemento negativo, al centro dell’attenzione degli strumenti di intervento, quale basilare fondamento per la possibilità di creare, anche in altri settori economici, ricchezza, lavoro e benessere. La recente bozza di legge finanziaria regionale 2014, pur fra le enormi difficoltà derivanti al bilancio dal vincolo del patto di stabilità cerca di porre in sicurezza questi importanti campi di intervento ma – conclude il presidente Bono – nei prossimi mesi altre risorse aggiuntive dovranno essere individuate anche attraverso una inderogabile razionalizzazione della spesa pubblica ed una concreta riforma istituzionale-amministrativa”.

Entrando nei dettagli dell’indagine congiunturale, tenendo necessariamente conto che il terzo trimestre comprende il periodo estivo, caratterizzato dalle chiusure e dai rallentamenti produttivi per ferie, i segni negativi degli indicatori congiunturali sono da considerarsi fisiologici e, quindi, scarsamente significativi. Più interessanti sono, invece, i valori positivi assunti dagli indicatori tendenziali di produzione e vendite. Per la prima volta nelle indagini svolte nel 2013 questi indicatori segnano un miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2012. Da rilevare inoltre, che nelle due precedenti indagini congiunturali gli stessi indicatori, pur rimanendo di segno negativo, presentavano un andamento crescente. Tutto ciò consente di concludere che il lungo periodo di crisi sembra aver toccato il fondo verso la fine del 2012 e che da allora, con timidezza, ma con positiva continuità, si sta cominciando a risalire verso tempi migliori, lungo un percorso che per ora si presenta accidentato e lento nella crescita.

Il valore della produzione cala sensibilmente portandosi dal precedente valore positivo (+8,7%) al negativo -3,5% . Anche le vendite scendono, dai precedenti valori positivi, sotto lo zeroLe vendite totali segnano un calo del -1,9%   per effetto sia delle vendite Italia, che passano dal precedente +7,1% a   -4,2% , sia delle vendite estero che passano da +6,6% a -0,3% .

L’occupazione non presenta variazioni sensibili e risulta quindi quasi costante da sei mesi addietro a tutto settembre.   Potrebbe essere anche questo un segnale da interpretare positivamente, ma solo se saranno risolti alcuni importanti punti di crisi attualmente in atto sul territorio regionale.

Per quanto riguarda gli altri indicatori esaminati, è da rilevare l’andamento in leggera controtendenza dei nuovi ordini che risultano negativi ed in calo sia nei valori congiunturali (-10,5% dal precedente -3,8%) che nei valori tendenziali, anche se in proporzioni molto meno pesanti (-1,9% dal precedente -1,6%).

Quanto alle previsioni per i IV trimestre 2013, queste sono per lo più orientate al pessimismo. Pur risultando prevalenti le aspettative di “stabilità”, le previsioni di “diminuzione” superano, in tutti gli indicatori tranne che nella domanda estera, quelle di “aumento”. Le previsioni peggiori sono rivolte alla domanda interna ed all’occupazione, dove le aspettative di “diminuzione” sono circa doppie rispetto a quelle di “aumento”. a previsione migliore è quella riguardante la domanda estera dove le aspettative di “aumento” (27,2%) superano, anche se di poco, quelle di “diminuzione” (24,9%).