Trentino, presentato il rapporto sull’occupazione 2012

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disoccupati proteste 1Il numero di chi cerca lavoro è del 6,1% (10,7 la media nazionale); tiene l’occupazione (65,5%)

Il 2012 è stato un anno difficile per il mercato del lavoro trentino. La Provincia si conferma però tra le aree italiane che meglio hanno saputo affrontare la crisi economica con delle politiche del lavoro adeguate. Lo scorso anno la disoccupazione è cresciuta di 4.300 unità, fino a superare le 15.000 per numero di persone alla ricerca di un lavoro.

Il tasso di disoccupazione a distanza di un anno è cresciuto di 1,6 punti percentuali, passando dal 4,5% al 6,1%: il Trentino si posiziona meglio del NordEst che fa registrare 6,7% e del resto d’Italia dove i senza lavoro sono il 10,7% della popolazione. Il dato positivo arriva dalla sostanziale tenuta sul fronte dell’occupazione che è passata dal 66,1% al 65,5% con la perdita di 400 unità. I dati del primo semestre 2013 confermano che, nonostante l’acuirsi della crisi economica, non emergono evidenti segni di ulteriore flessione del mercato del lavoro.

La presentazione del IIXXX Rapporto sull’occupazione è stata l’occasione per riflettere sull’evoluzione delle politiche del lavoro in Trentino con l’istituzione di Agenzia del lavoro, che quest’anno festeggia i 30 anni di attività.

I dati rilevati confermano che non tutti i soggetti sono stati penalizzati in egual misura. Il tasso di disoccupazione è cresciuto pressoché in uguale misura per maschi e femmine, ma il tasso di occupazione è aumentato solo tra le femmine (nonostante ciò si ferma ancora al 58,1%, ben lontano dal 72,8% maschile). I giovani si confermano fascia debole con un tasso di disoccupazione dei 15-24enni che cresce nell’anno di circa sei punti e si porta al 20,5%. Questi scontano le difficoltà legate al primo inserimento lavorativo e, infatti, nella classe successiva dei 25-34enni il tasso scende al 7%.

Le difficoltà nel trovare un’occupazione si riducono notevolmente al crescere del titolo di studio posseduto. Il tasso di disoccupazione di quanti hanno assolto l’obbligo scolastico è dell’8,9% contro il 3,7% per i laureati e nella fascia più istruita della popolazione il differenziale di genere si riduce addirittura a due decimi di punto percentuale (3,6% maschi e 3,8% femmine).

Dai dati del primo semestre 2013 non emergono evidenti segni di cambiamento. I segnali che provengono dalla domanda di lavoro sono ancora negativi. Dalle comunicazioni obbligatorie delle imprese si rileva una perdita di 4.364 assunzioni sul primo semestre del 2012. Il dato sulle assunzioni mostra come rispetto ai primi sei mesi del 2012 la flessione della domanda di lavoro abbia riguardato in misura maggiore le donne rispetto agli uomini, gli italiani rispetto agli stranieri e, oltre ai giovani, anche le fasce centrali della popolazione. Solo le assunzioni dei soggetti più anziani sono in aumento. Per settore di attività, i nuovi rapporti di lavoro calano nel terziario mentre il manifatturiero, che era stato il comparto più colpito nel corso del 2012, rileva segnali di tenuta.

Una dinamica negativa emerge dai dati Istat anche sul fronte della disoccupazione. Il relativo tasso, rispetto al primo semestre 2012, aumenta di mezzo punto percentuale portandosi al 7,0%. Pur tuttavia il Trentino mantiene ancora una posizione migliore rispetto al resto del Paese (12,4%) e anche nel confronto con il NordEst (8,0%).