Comunità di Valle, sul contestato ente intermedio trentino s’abbatte la mannaia del Consiglio di Stato

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LNT referendum comunità valle cartello aboliamole 1Il ricorso del comune di Vallarsa innesca il giudizio di legittimità dinanzi alla Corte Costituzionale

Laddove non è riuscita la mobilitazione delle opposizioni in Consiglio provinciale di Trento, un referendum popolare organizzato dalla Lega Nord (fiera oppositrice dell’organismo), rischia di riuscirci il piglio e la caparbietà di un sindaco di un piccolo comune di montagna, quello di Vallarsa in Vallagarina, dove il primo cittadino Geremia Gios è sempre stato contrario al metodo seguito per la nascita delle comunità di valle, l’ente intermedio tra la provincia di Trento e i 221 comuni del territorio.

La comunità di valle nasce sulle ceneri del comprensorio, un ente che avrebbe dovuto avere compiti di programmazione del territorio e dei servizi, con una nomina di secondo livello da parte dei comuni partecipanti. Negli anni, l’efficacia dei comprensori è andata scemando, trasformandosi in autentici carrozzoni che tutti chiedevano di riformare. Peccato che la riforma abbia partorito un qualcosa di incompiuto, che a cinque anni dalla nascita è ancora tutto da costruire, mentre i comuni lamentano l’immediata espropriazione di competenze e di risorse. Di qui il ricorso di Vallarsa, che dopo la soccombenza al Tar di Trento ha visto invece un’insperata vittoria dinanzi al Consiglio di Stato. Vittoria ancora non definitiva, visto che il Consiglio di Stato ha sospeso il giudizio definitivo rimandando alla Corte Costituzionale il giudizio di legittimità sull’esistenza delle comunità di valle. Una sospensione che, però, contiene anche un pesante giudizio sulla politica trentina, specie su coloro che hanno voluto la riforma, visto che secondo il Consiglio di Stato nell’approvare la nuova normativa che ha fatto nascere le comunità di valle non si è rispettato lo Statuto d’autonomia in tema di competenza ad emanare la legge di riforma (avrebbe dovuto essere la Regione e non la provincia di Trento come è avvenuto), oltre a sindacare sui contenuti della legge stessa, ad iniziare dall’elettività dei componenti delle assemblee di comunità.

Per il giudizio definitivo ci vorranno ancora alcuni mesi, il tempo necessario al pronunciamento di legittimità della Corte Costituzionale, anche se è plausibile attendersi un giudizio negativo sulla legittimità dell’ente intermedio trentino stante le motivazioni addotte dal Consiglio di Stato nell’investimento della Corte Costituzionale. Nonostante ciò, gli artefici dell’opposizione agli enti intermedi voluti fortissimamente dal centro sinistra autonomista trentino allora capeggiato dal governatore Lorenzo Dellai (oggi deputato travicello al Parlamento, sempre in cerca di un accasamento definitivo dopo il trampolino di Scelta Civica) cantano vittoria, mentre il presidente della provincia Ugo Rossi preferisce attendere di approfondire la situazione che rischia di essere dirompente per gli assetti istituzionali locali, oltre che per tutta una serie di attività messe in atto dalle comunità di valle che potrebbero finire cassati.